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Cronache
Brescia, neonato muore in ospedale: 10 casi di infezione da batterio

Tra i piccoli ricoverati al reparto di terapia intensiva neonatale degli Spedali di Brescia, sono 10 i bambini risultati positivi al batterio responsabile della morte di un neonato, avvenuta il 6 agosto, per il decorso particolarmente infausto dell'infezione. Nel reparto si è sviluppato, infatti, un focolaio epidemico di Serratia marcescens identificato il 20 luglio scorso. "Attualmente, dei dieci neonati positivi per Serratia, 6 sono ancora degenti. E dei restanti 27 degenti risultati negativi allo screening 10 sono stati dimessi e 17 sono ancora ricoverati", si legge in una nota dell'azienda ospedaliera in cui viene ricostruita la vicenda. "Nelle prossime settimane la situazione continuerà ad essere mantenuta sotto stretta osservazione e l'accettazione del reparto continuerà a rimanere chiusa, così da poter progressivamente liberare gli ambienti di degenza e procedere ad una loro ulteriore radicale bonifica", continua la nota. "Nei giorni scorsi, su richiesta della Procura della Repubblica di Brescia, i Carabinieri del Nas si sono recati in azienda ed hanno acquisito la documentazione sanitaria, le procedure aziendali e tutti gli elementi ritenuti utili alle indagini. La Direzione aziendale e tutti gli operatori sanitari comprendono e partecipano al dramma ed al dolore dei genitori e della famiglia del piccolo deceduto il 6 agosto", si legge nella nota. 

 

Nella nota l'ospedale bresciano spiega che al "reparto di Terapia intensiva neonatale si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione/colonizzazione da Serratiamarcescens, caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un'infezione delle vie urinarie e sei casi di colonizzazione. Il 20 luglio, infatti, è stata identificata una condizione di malattia da Serratiamarcescens in due neonati, con isolamento del germe da emocolture (del 18 e 19 luglio) ed a un terzo neonato sono stati riscontrati segni clinici di congiuntivite, con isolamento del microrganismo da tampone oculare (effettuato il 19 luglio)". I primi due casi diagnosticati, spiega ancora l'ospedale, "sono andati progressivamente migliorando ed attualmente sono in via di risoluzione, purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico ed un quadro clinico che è progressivamente peggiorato e, nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate, in data 6 agosto ha cessato di vivere. Dai tamponi di sorveglianza eseguiti a tutti i neonati degenti nel reparto a partire dal 20 luglio sono stati successivamente identificati altri 7 casi (dal 20 luglio a 6 agosto) di positività per Serratiamarcescens, dei quali uno ha presentato quadro clinico di infezione delle vie urinarie dal medesimo germe".

 

Al primo riscontro della malattia, il 20 luglio, ricorda ancora l'ospedale, "è stato immediatamente allertato il Comitato infezioni ospedaliere pediatrico e sono state subito attivate le prime misure di sorveglianza e contenimento", ovvero: isolamento dei pazienti infettati o colonizzati, con applicazione di precauzioni da contatto, in stanza dedicata e con personale di assistenza e strumentario dedicati in via esclusiva; monitoraggio sistematico attraverso l'esecuzione di tamponi di sorveglianza per tutti i degenti dell'unità, per individuare eventuali nuove colonizzazioni. rinforzo formativo per il personale sanitario e per i genitori, riguardo alla corretta esecuzione delle misure assistenziali. Il 24 luglio è stata, di concerto con il Comitato infezioni ospedaliere pediatrico, messa in opera la bonifica ambientale di una stanza di degenza riservandola ai nuovi ingressi e programmate le bonifiche successive. Al riscontro delle ulteriori positività dei tamponi di screening, il 27 luglio è stata disposta la chiusura dell'accettazione di nuovi pazienti in Terapia intensiva neonatale ed è stata richiesta la collaborazione dei centri di di terapia intensiva neonatale limitrofi". In riunioni successive il Comitato infezioni spedaliere pediatrico "ha deciso di procedere con i seguenti interventi di contenimento e sorveglianza: attivazione di momenti formativi di rinforzo per tutto il personale di assistenza; esecuzione di tamponi di screening bisettimanali per i neonati degenti; studio della colonizzazione ambientale; colloqui informativi/formativi con i genitori dei pazienti a piccoli gruppi".

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