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Cronache
Cambiamenti climatici: c'è l'accordo

 

È terminata a Katowice, in Polonia, la Cop, Conferenza delle Parti sul Clima, sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Questi appuntamenti annuali che sono iniziati a Berlino con la Cop nel 1995 hanno prodotto il notissimo accordo di Kyoto (Cop3) in Giappone del 1997.

Raggiunti gli obiettivi di Kyoto si è giunti poi alla Cop 21 di Parigi che è un po’ l'analogo moderno di Kyoto. A Parigi si sono fissati obiettivi di contenimento a 1.5 gradi di aumento di temperatura rispetto al periodo pre - industriale.

Questo valore è considerato dagli esperti, che lo hanno ottenuto grazie a complesse simulazioni matematiche, come il valore limite oltre il quale non si potrebbe più tornare indietro nella lotta ai Cambiamenti climatici.

Per raggiungere questo obiettivo di aumento limitato occorre intervenire massicciamente sui cosiddetti gas serra, che imprigionando il calore in atmosfera sono i responsabili dell’aumento di temperatura che si è registrato da quando si fanno misure.

Per fare questo occorre poi agire sulle fonti energetiche decarbonizzando l’economia mondiale e qui ci sono ancora ostacoli ed opposizioni.

Alcuni target indicativi di riduzione di gas serra sono (anno di riferimento 2005,  anno di attuazione 2020):

Cina -60/65%

Usa -26-28%

Ue -40%

India -34%

Russia -25%

Giappone -25.4%

Brasile -37%

Alla Cop polacca si è raggiunto l’accordo di 194 Paesi su un documento, “Il Libro delle regole”, che indica appunto le regole e le procedure per rendere attivo nel 2020 (l’Italia si è candidata ad ospitare l’evento) l’accordo di Parigi.

In pratica si tratta delle stesse regole (ma con un obiettivo molto più importante) di quelle del Protocollo di Kyoto (con invio di appositi report periodici), ma con una importante distinzione: è abolita la differenza tra Paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati.

Il governo italiano, tramite il ministro dell’ambiente Sergio Costa, è stato in prima fila per approvare il testo finale dimostrando il grande impegno di questo governo per l’ambiente.

In più, il ministro ha annunciato il trasferimento della sede del ministero che attualmente costa ben 6 milioni di euro l’anno in una struttura proprietà dello Stato, nel quartiere Eur vicino alla famosa nuvola di Fuksas.

I soldi risparmiati saranno utilizzati per creare nuovi posti di lavoro.

 

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