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Cronache
Carabiniere ucciso, Elder e Natale non rispondono al gip

Il gip di Roma Chiara Gallo si è riservato di decidere in merito alla convalida del fermo di Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due americani in stato di fermo per l'uccisione del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuta nella notte tra il 25 e 26 luglio scorsi in pieno centro a Roma. I due sono accusati di concorso in omicidio aggravato e tentata estorsione.
Si chiamano Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee i due giovani responsabili dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello. Sono due americani e hanno 19 e 20 anni. Il loro fermo per omicidio volontario e tentata estorsione è arrivato al termine di un lungo interrogatorio in cui uno dei due ha confessato di aver affondato per almeno 8 volte la lama di un coltello nel corpo del carabiniere di 35 anni nella notte a cavallo tra il 25 e 26 luglio scorsi in pieno centro. E dopo il ritrovamento del coltello usato per uccidere il militare nascosto dietro un pannello nel soffitto della stanza dove i due americani alloggiavano.  Durante l'interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip Finnegan Lee si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Per rispetto del militare e' meglio stare in silenzio", ha detto fuori dal carcere di Regina Coeli il suo difensore, Francesco Codini. Il gip di Roma, Chiara Gallo, si è riservata di decidere in merito alla convalida del fermo dei due, che sono accusati in concorso in omicidio e tentata estorsione.

Avevano bevuto alcolici i due studenti americani fermati per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. Inoltre, Elder Finnegan Lee, il giovane che avrebbe accoltellato il militare dell'Arma, fa uso di psicofarmaci: in particolare, gli e' stato trovato dello Xanax. E' quanto si apprende da fonti inquirenti che seguono la vicenda. In concorso con Elder e' stato arrestato, per le stesse ipotesi di reato, anche Christian Gabriel Natale Hjort.

Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee, i due americani fermati per l'assassinio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, sono stati portati a Regina Coeli e sono a disposizione dell'Autorita' Giudiziaria.

CARABINIERE UCCISO: ARRESTATI 2 GIOVANI PER OMICIDIO VICEBRIGADIERE ACCOLTELLATO - Due giovani statunitensi sono stati arrestati per l'omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. La notte scorsa i Carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno eseguito un decreto di fermo emesso a loro carico dalla Procura per il reato di omicidio aggravato in concorso e tentata estorsione. L'indagine, iniziata la notte precedente, immediatamente dopo l'aggressione mortale al vicebrigadiere e proseguita incessantemente mediante la visione delle immagini di video sorveglianza nonché le escussioni testimoniali, ha consentito agli inquirenti del Nucleo Investigativo capitolino di individuare, i due responsabili all'interno di un albergo romano già pronti per lasciare il territorio nazionale. Nel corso della perquisizione della camera d'hotel, occupata dai due fermati, è stata rinvenuta e sequestrata l'arma del delitto, un coltello di notevoli dimensioni, abilmente nascosto dietro a un pannello a sospensione del soffitto, nonché gli indumenti indossati durante la commissione del reato. I due, una volta in caserma, sono stati interrogati dai Carabinieri, sotto la direzione dei magistrati della Procura, di fronte a prove schiaccianti, hanno confessato. Le indagini hanno consentito di accertare che poco prima dell'omicidio, i due giovani statunitensi avevano sottratto uno zaino a un cittadino italiano, minacciandolo, nel corso di una telefonata, di non restituirglielo se non dietro la corresponsione di 100 euro e 1 grammo di cocaina. Successivamente, i Carabinieri, contattati dalla vittima che aveva denunciato l'accaduto, si sono presentati all'appuntamento per bloccare i malfattori, i quali, nonostante i militari si fossero qualificati quali appartenenti all'Arma non hanno esitato ad ingaggiare una colluttazione, culminata nel tragico ferimento mortale del Vice brigadiere. I fermati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Roma Regina Coeli a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

Carabiniere ucciso: versioni dei due diverse, ma prove "concordanti" - Hanno dato una versione leggermente diversa Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee, i due cittadini americani fermati per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Ma nei confronti di entrambi le prove raccolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo sono "gravi e concordanti" e si avvalgono di numerose testimonianze che sono risultate fondamentali alla risoluzione del caso. Questo quanto emerge dal decreto di fermo.

I due 19enni statunitensi accusati dell'aggressione mortale ai danni del Vice Brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, "di fronte a prove schiaccianti, hanno confessato i loro addebiti". Cosi' una nota dell'Arma dei Carabinieri.

Nella nottata appena trascorsa, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, hanno eseguito un decreto di fermo emesso dalla locale Procura della Repubblica, a carico di due 19enni statunitensi, per il reato di omicidio aggravato in concorso e tentata estorsione. L'indagine, iniziata la notte precedente, immediatamente dopo l'aggressione mortale ai danni Vice Brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, e proseguita incessantemente mediante la visione delle immagini di video sorveglianza nonche' le escussioni testimoniali, ha consentito agli inquirenti del Nucleo Investigativo capitolino di individuare, i due responsabili dell'efferato delitto, all'interno di un albergo romano gia' pronti per lasciare il territorio nazionale. Le indagini hanno consentito di accertare che poco prima dell'omicidio, i due giovani statunitensi avevano sottratto uno zaino ad un cittadino italiano, minacciandolo, nel corso di una telefonata, di non restituirglielo se non dietro la corresponsione di 100 euro ed 1 grammo di cocaina. Successivamente, i Carabinieri, contattati dalla vittima che aveva denunciato l'accaduto, si sono presentati all'appuntamento per bloccare i malfattori, i quali, nonostante i militari si fossero qualificati quali appartenenti all'Arma non hanno esitato ad ingaggiare una colluttazione, culminata nel tragico ferimento mortale del Vice brigadiere. I fermati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Roma Regina Coeli a disposizione dell'Autorita' Giudiziaria.

Le coltellate che hanno portato alla morte del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, sono state date dal 19enne, Elder Finnegan Lee. E' quanto emerge dal decreto di fermo dei due americani.

ROMA. CARABINIERE UCCISO, TROVATA IN HOTEL L'ARMA DEL DELITTO - Nel corso della perquisizione della camera d'hotel occupata dai due 19enni statunitensi accusati dell'aggressione mortale ai danni del Vice Brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, "e' stata rinvenuta e sequestrata l'arma del delitto, un coltello di notevoli dimensioni, abilmente nascosto dietro ad un pannello a sospensione del soffitto, nonche' gli indumenti indossati durante la commissione del reato". Cosi' una nota dell'Arma dei Carabinieri. I due, una volta in caserma, sono stati interrogati dai Carabinieri, sotto la direzione dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma, di fronte a prove schiaccianti, hanno confessato i loro addebiti.

CARABINIERE UCCISO: ECCO IL DECRETO DI FERMO CON ACCUSE E CONFESSIONI - I presunti assassini del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello sono Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee. Ne sono convinti i magistrati e i carabinieri che a tempo di record avrebbero risolto il caso. I due giovani hanno 19 anni uno e 20 l'altro e sono cittadini americani. Sarebbero stati loro, secondo il decreto di fermo firmato dal pubblico ministero Maria Sabina Calabretta e dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, i responsabili della morte del militare 35enne colpito con numerose coltellate la notte tra il 25 e 26 luglio scorsi in pieno centro. La ricostruzione della storia è minuziosa. Le imputazioni per entrambi sono omicidio e tentata estorsione perché dopo essersi impossessati di uno zainetto di proprietà di Sergio Brugiatelli, ''con la minaccia di non restituire altrimenti quanto sottratto, contattati telefonicamente, formulavano una richiesta di una ricompensa di 100 euro ed un grammo di cocaina''. Secondo la ricostruzione della Procura, dopo aver stabilito un appuntamento in zona Prati per la riconsegna dello zainetto rubato, ''raggiunto il luogo concordato e avvicinatisi i due carabinieri Mario Rega Cerciello e Andrea Varriale in borghese allertati dal Brugiatelli, nonostante i due militari si fossero qualificati come appartenenti all'Arma dei Carabinieri, dapprima ingaggiavano una colluttazione rispettivamente il Cerciello con Elder e il Varriale Andrea con Natale Hjorth'' dopodiché Elder - si legge ancora nel decreto - colpiva con ''numerosi fendenti il Cerciello'' colpendolo ''in zone vitali'' tanto che a seguito dei fendenti inferti ''il CARABINIERE Cerciello decedeva presso il pronto soccorso dell'ospedale Santo Spirito''. Dopo l'aggressione entrambi i responsabili scappavano ''incuranti delle condizioni del Cerciello, esanime'. Gli indizi di colpevolezza, raccolti dai carabinieri sono 'gravi e concordanti' e si avvalgono di numerose testimonianze.

 

Nel decreto di fermo per i due cittadini americani di cui l'Adnkronos ha preso visione, decisive si sono rivelate le dichiarazioni del derubato del borsello Sergio Brugiatelli (agli arresti domiciliari come raccontato stanotte dall'Adnkronos, ndr) la relazione del CARABINIERE sopravvissuto, i ricordi del portiere d'albergo dove la coppia alloggiava e, soprattutto, le dichiarazioni del facchino dello stesso hotel presente 'intorno alle 2,45 presso tale struttura'' che ha decritto ''l'abbigliamento di uno dei ragazzi e il passo veloce col quale è entrato nell'albergo'. Ulteriori riscontri alla tesi della Procura arrivano da 'esiti certi delle ricognizioni fotografiche (il riconoscimento dei volti in fotografia dei due americani,ndr) opera sia del CARABINIERE Varriale, del derubato Sergio Brugiatelli e di altri'. Ma ad incastrare i due ragazzi statunitensi 'numerosi oggetti di assoluto interesse investigativo' sia nella stanza dell'hotel in Prati 'dove è stata rinvenuta l'arma' sia 'nelle vicinanze della scena del delitto dove all'esterno dell'albergo è stato ritrovato lo zainetto oggetto di furto ai danni del Brugiatelli occultati in una fioriera nei pressi e riconosciuto proprio da Brugiatelli'. Ma c'è di più. Sfogliando il decreto di fermo si scopre che i due ragazzi vengono incastrati dalle telecamere non durante i fatti dell'omicidio ma 'nella fase preliminare', ovvero in piazza Mastai dove è avvenuto il furto e nell'hotel di Prtati dove i due vengono visti entrare e uscire nell'ora del delitto. Anche il riscontro dei tabulati e delle celle telefoniche sugli apparecchi cellulari per la procura aggrava la posizione di Elder e di Natale.

Nel decreto di fermo dei due ragazzi americani Natale Hjorth ed Elder Lee, si legge che ''pur a fronte di parziali discordanze', entrambi hanno ammesso le loro responsabilità in relazione al delitto di via Pietro Cossa, in pieno centro a Roma. I due, 'sperando di recuperare il denaro sottratto loro hanno pensato di restituire lo zaino a Sergio Brugiatelli in cambio, si legge sempre nel provvedimento dei magistrati, ''della somma perduta e di un grammo di cocaina (circostanza questa negata invece dal Natale)'. Artefice dell'accordo estorsivo con la vittima del furto del borsello, 'in termini di partecipazione al colloquio telefonico', come scrivono anche il pm Calabretta e il procuratore aggiunto D'Elia nel decreto di fermo, è Natale 'l'unico dei due in grado di comprendere la lingua italiana'. Usciti dall'hotel in Prati per raggiungere il luogo deciso per lo scambio, i due americani si trovano davanti non il ragazzo dal quale pretendevano soldi e droga, ma i due militari in borghese, Mario Rega Cerciello e Andrea Varriale. 'A questo punto, le versioni dei due sono parzialmente coincidenti in quanto il Natale ammette che il CARABINIERE che gli si è avvicinato si è qualificato, benché non fosse in divisa, mentre Elder nega la circostanza o comunque si nasconde dietro la propria difficoltà di comprendere la lingua italiana'. Entrambi 'singolarmente' hanno una colluttazione con i carabinieri che gli avevano detto di fermarsi, una volta qualificatisi, e 'benché nessuno dei due avesse estratto un'arma, Elder, bloccato dal Cerciello, estraeva un coltello (che per dimensioni e tipo è certamente strumento idonei a cagionare grave offesa) colpendo più volte al tronco la vittima in zona vitale'. Il vicebrigadiere ha urlato e solo a quel punto, dice Elder, 'si fermava anche Natale'. I due a quel punto sono fuggiti in direzione dell'albergo in Prati per poi nascondere e ripulire il coltello. Anche sull'occultamento dell'arma i due forniscono versioni 'assolutamente contrapposte, accusandosi reciprocamente'. Il coltello è stato trovato nella stanza dell'hotel, riconosciuta da Elder come propria 'e l'ha indicata come arma del delitto' e comunque difficilmente non notata dall'amico che però ha negato la circostanza.

Carabiniere ucciso,la moglie: Amava Roma, ergastolo a chi lo ha ammazzato - "Ci siamo conosciuti solo nel 2010 anche se siamo dello stesso paese. Mi ha corteggiata spudoratamente. Recuperò il telefono da amici in comune e mi chiamò senza presentarsi. Mi disse: 'Io ti devo sposare'". Così Rosa Maria Esilio, la moglie di Mario Cerciello Rega, intervistata dal Messaggero. "Mi ha lasciato sola, hanno ucciso l’amore della mia vita - dice la donna - Noi avevamo dei progetti. Abbiamo fatto tanti sacrifici. Eravamo troppo felici. Ero venuta a Roma, qui stavamo cercando una casa più grande, qui avremmo voluto avere figli". Esilio racconta che "ci siamo innamorati subito ed è stato un crescendo, come se lo conoscessi da una vita, eravamo le due metà della mela. Scendeva tutti i fine settimana mentre io terminavo l’università". Mario, racconta, "amava Roma, ha scelto di rimanere qu, anche per dare un futuro migliore ai figli. Ma era conscio dei pericoli della città, sono sotto gli occhi di tutti: mi veniva sempre a prendere la sera". "Gli dicevo 'ti prego devi tornare sempre a casa', mio padre è un ex commissario di polizia, conosco i pericoli che corrono. Me lo aveva promesso che tornava, sempre". Per i responsabili chiede "L’ergastolo, hanno ucciso mio marito, voleva diventare padre, non ha avuto il tempo di fare niente. Ora voglio pensare alla sua famiglia, alla sua sorellina, hanno bisogno di me. Ma questi ragazzi, le forze dell’ordine vanno tutelati, rischiano la vita, servono leggi adeguate. Me lo hanno ucciso, lunedì faremo i funerali dove ci siamo sposati poco più di 40 giorni fa. Questo è il prezzo della felicità. La vità è ingiusta. Non so che mi aspetta, so solo che vorrei tornasse a casa, me lo aveva promesso»".

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