Guidetti, Cassazione conferma: pm violò garanzia difesa di donna poi suicida
Bologna, pm Giovannini violò le garanzie difensive di farmacista. Cassazione conferma la sanzione del Csm. La donna, poi suicida, accusò il pm di non crederle
Il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini violò le garanzie difensive della farmacista Vera Guidetti, nel corso di un interrogatorio avvenuto in Questura nel marzo 2015. La donna poi si suicidò e tolse la vita all'anziana madre, lasciando un biglietto in cui si lamentava di essere stata trattata dal pm “come una criminale”.
Nel marzo 2017 a Giovannini era stata inflitta una sanzione di “censura” dalla sezione disciplinare del Csm. Nella sua requisitoria, il procuratore generale Mario Fresa aveva parlato per Giovannini e gli investigatori, di un modo di procedere da «Stato di polizia». Giovannini aveva fatto ricorso, ma la Suprema Corte di Cassazione, il massimo organismo giurisdizionale italiano, l’ha appunto respinto, giudicando corretta la decisione del tribunale di vertice delle toghe. La violazione delle garanzie difensive è stata confermata con sentenza 9557. Giovannini è stato per molti anni portavoce della procura e uomo forte delle toghe locali.
La farmacista di Bologna Vera Guidetti era stata sentita a lungo nel marzo 2015, in due tempi, come testimone di un caso di furto di gioielli. Secondo la Cassazione (e il Csm), Giovannini avrebbe invece dovuto interrompere l’audizione e indagare la donna, facendole nominare un legale, perché c’erano tutti gli elementi per iscriverla. Il legale avrebbe potuto così, a garanzia della difesa della donna, supportarla. Vera Guidetti tornata a casa scrisse un biglietto in cui accusava il magistrato di averla trattata «come una criminale» e di non averle creduto e si iniettò una dose letale di insulina, dopo averlo fatto anche all’anziana madre 95enne, malata di diabete e inferma in un letto, perché convinta di finire in carcere e non poterla più badare.
La Cassazione nelle motivazioni spiega che “la sezione disciplinare non ha addebitato a Giovannini le soggettive ricadute psicologiche per la Guidetti, né gli insani suoi gesti, bensì l’aver trascurato quelle minime garanzie difensive a lei spettanti quale persona ‘di fatto’ indagata”.
Il caso diede vita ad uno scontro durissimo tra il parlamentare Pd Luigi Manconi, già intervenuto in altri casi nazionali, anche se differenti, di diritti violati come quello di Federico Aldrovandi e di Stefano Cucchi, e gli esponenti locali del Pd che espressero la loro solidarietà al magistrato.
Dopo la condanna e l'attuale conferma della cassazione Giovannini non può concorrere per i posti da procuratore capo, la sua carriera è di fatto bloccata.
Il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha affidato all’Ansa il suo commento: «Il mio pensiero va alla signora Guidetti, vittima di un momento di sconforto. Tuttavia rimango convinto, nel foro interno della mia coscienza, della correttezza del mio operato e spero che questa decisione non scalfisca la credibilità da me guadagnata in decenni di onesto lavoro in questa città». Aggiunge anche la sua «totale la vicinanza alle forze dell’ordine tutte, tra le quali molti dei loro appartenenti non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno in questi difficili mesi. Non mi sono mai curato di pettegolezzi e cattiverie spicciole. Ringrazio invece tutte le moltissime persone, anche fuori dalle istituzioni, che mi hanno manifestato solidarietà e rassicuro che proseguirò, seppur con un po’ di amarezza nel cuore, nel mio lavoro con impegno e serietà». Hanno di nuovo espresso solidarietà al magistrato il deputato Pd Andrea De Maria e l’assessore regionale Raffaele Donini.