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Cronache
Caso Siri, "questa operazione ci è costata 30mila euro". Le intercettazioni
Foto: LaPresse

"Questa operazione ci è costata 30 mila euro". E' l'intercettazione della telefonata (con il figlio) dell’imprenditore Paolo Arata, socio in affari di Vito Nicastri, il "re dell’eolico" arrestato a Palermo con l’accusa di aver finanziato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro ad aver spinto la Procura di Roma ad indagare, per corruzione, sul sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le parole sono state carpite lo scorso anno da una cimice piazzata dalla Dia e si riferiscono ai compensi "destinati a Siri per modificare i provvedimenti legislativi", parole che hanno fatto poi scattare i controlli qualche mese dopo attraverso altre intercettazioni ambientali che hanno documentano i tentativi di far uscire quei soldi dai bilanci delle società che si riconducono ad Arata. 

Siri, scrive ancora il quotidiano di via Solferino, è accusato di aver "asservito a interessi privati la sua funzione di sottosegretario ai Trasporti e di senatore, tra l’altro proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia (Trasporti, Sviluppo Economico e Ambiente) l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il 'minieolico' , e riceveva indebitamente la promessa e/o dazione di 30 mila euro da parte di Paolo Arata, imprenditore che da tali provvedimenti avrebbe tratto benefici di carattere economico".

Secondo quanto riporta invece la Repubblica, l’indagine svela anche altro. Agli atti ci sono anche molte altre conversazioni tra i due Arata, anche alla presenza di terzi, nelle quali il padre allude a quella mazzetta. Poi ci sono "numerosi incontri" tra i due indagati, sempre accertatati dagli agenti della Dia. Il quotidiano del gruppo Gedi riporta anche che il professore genovese di Ecologia, ex deputato di Forza Italia, spesso addirittura aiutava Siri e i suoi collaboratori a redigere il testo dei provvedimenti che gli interessavano e che Arata sapeva dall’inizio che il suo compaesano (anche Siri è di Genova) gli sarebbe stato utile.

Per questo, nei giorni in cui il governo gialloverde prendeva forma, si dava da fare perché Siri avesse un posto di rilievo. Lo voleva nel ruolo per lui più strategico, sottosegretario allo Sviluppo economico. E per questo chiamava chiunque potesse aiutarlo: agli atti, conclude infatti Repubblica, ci sono conversazioni con amici politici ma anche con persone potenti in Vaticano per promuovere Siri. Non a caso i pm romani parlano dello "stabile accordo tra il corruttore Arata, imprenditore nel settore eolico con trascorsa attività politica da cui trae molteplici relazioni ancora in atto con i massimi livelli istituzionali, e il sottosegretario, di cui Arata è stato anche sponsor per la nomina proprio in ragione delle relazioni intrattenute".

 

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    intercettazioni armando siriarmando siricaso siripaolo aratasviluppo economico
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