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Cronache
Cei, la svolta del cardinale Bassetti: riuniti atlantismo e giustizia sociale

Papa Francesco ha atteso qualche anno prima di affidare la guida dei Vescovi italiani al cardinale Gualtiero Bassetti, congelandogli la prammatica lettera di dimissioni ai 75 anni. Il Presule non ha deluso. E ogni giorno riscopre quei valori che furono esaltati dagli Italiani negli anni duri del fascismo, della guerra e del dopo-guerra, della Ricostruzione. Nel Papa si riassumono nella decisione di proclamare “Santo” il suo lontano predecessore che fu tutore della Fuci, arcivescovo di Milano e Pontefice, così come Gualtiero Bassetti ha atteso alle porte di Perugia nel culto di quei cristiani che sfidarono tanti pericoli, critiche, rimproveri ,ma crearono un’Italia nuova. Ora Bassetti (e lo stesso Papa Francesco) li elogiano e li venerano. Questo discorso ne è la prova.   

Sono poche le occasioni in cui si riesce a coniugare “storia e futuro” in un unico evento. come invece è avvenuto in passato e avviene nel futuro del Paese nei valori-simbolo “degasperiani”. Alcide De Gasperi – ha affermato il Vescovo voluto da Papa Francesco alla guida della Cei italiana, non è stato soltanto un “politico di professione” che ha governato il Paese circa 70 anni fa, ma ha rappresentato una delle espressioni più alte di un popolo e di un gruppo dirigente – cristiano, democratico ed italiano – che ha ricostruito l’Italia dopo la catastrofe della Seconda guerra mondiale e ha tracciato la strada maestra per gli anni futuri, addirittura fino ai giorni nostri.

Sono cresciuto – ha detto il Presule - nella Firenze di La Pira e mi sono formato nell’umanesimo  in quell’eccezionale impasto di spiritualità e socialità – il pane e la grazia – che è stato l’umanesimo fiorentino, in quella Firenze che  per decenni è stata testimone nel mondo. Parlarne oggi è importante, anche se diverse sensibilità vanno lette sotto una nuova luce. “Professorini” della DC da una parte e  leadership ecclesiastica montiniana dall’altra. Sono assolutamente convinto che la figura di De Gasperi occupi un posto di rilievo su cui è opportuno riflettere. Non solo dal punto di vista storico ma soprattutto in un’ottica di consapevolezza pubblica della figura che si caratterizza per essere, ancora oggi, un modello esemplare di impegno sociale sia per il credente impegnato in politica, che per ogni persona di buona volontà che abbia veramente a cuore il bene comune del Paese.

De Gasperi – sintetizza Bassetti - è stato un vero italiano, un autentico cristiano e uno straordinario statista, tra i più importanti – se non il più importante – dell’Italia unita. Queste tre dimensioni, tutte fortemente intrecciate tra loro, hanno però un’unica sorgente: la cifra spirituale e culturale della sua caratura umana.

Il cardinale le ha analizzate una per una, enucleando l’influenza che ognuna ha avuto sull’altra. La dimensione spirituale rappresenta il punto di partenza doveroso sulla sua personalità. Ne ha scritto l’ex direttore de “L’Osservatore Romano” Giuseppe Dalla Torre nelle sue memorie. Bassetti non trascura i momenti duri, quando fu incarcerato dal regime fascista tra il 1927 e il 1928 e alla fine della seconda guerra mondiale, quando si trovò a guidare della ricostruzione dopo la sconfitta e la devastazione della guerra. Le stupende parole di De Gasperi – rileva Bassetti - sembra essere “straordinariamente in sintonia con il pontificato di Francesco” . Non l’odio, non il rancore e non la vendetta trovano spazio nel cuore di una persona che – è bene ricordarlo – aveva pagato la sua libertà di pensiero con la galera e l’emarginazione.

Questa intima dimensione spirituale che lo accompagna da sempre ma che riscopre durante le persecuzioni della dittatura fascista non lo abbandonerà più. Sarà una costante della sua vita, che tornerà ad essere presente e visibile anche nei momenti pubblici più importanti. Pur senza farsene vanto e senza venature ipocrite, De Gasperi testimonierà la sua fede senza tentennamenti e con grande umiltà.  Disse: “Io mi sento un cercatore (…) al servizio della verità (…) Non voglio essere altro”..

E  don Luigi Sturzo ne tratteggiò la personalità. Per il cardinale Bassetti, che non ha responsabilità politiche, ma spirituali e concrete, la grande questione di oggi non è solo il riconoscimento degli indubbi meriti storici di De Gasperi, quanto la questione cruciale della sua eredità nel mondo attuale.  Ritengo che si tratti di un’eredità estremamente preziosa per l’Italia e l’Europa attuale. Così preziosa che necessita ancora di essere pienamente sviluppata. E avanza i suggerimenti sull’identità nazionale, respingendo le assurde accuse di essere austriacante, e sulla leadership di un’Europa solidale, libera, responsabile. Il quadro concettuale su cui si muove De Gasperi – conclude il cardinal Bassetti - è dunque straordinariamente attuale. Proprio oggi quando stanno sorgendo venti di guerra in Medio Oriente, quando il Mediterraneo è al centro di un conflitto silenzioso sui migranti, quando tante piccole Italie emergono nel dibattito pubblico e quando il processo europeo viene messo in discussione da troppe pulsioni particolaristiche e di chiusura verso l’esterno, ecco, in questo contesto, il messaggio di De Gasperi sull’Italia e sull’Europa è straordinariamente importante: un’Italia libera e responsabile in una nuova Europa più solidale.  Bassetti non si illude che il cammino è ancora tutto da percorrere e la storia tutta da scrivere, ma non bisogna mai perdere la speranza. Importante che tutti gli “uomini di buona fede” distinguendosi da “gli uomini di preda” e da “gli uomini del piacere” si incamminino verso il futuro rimanendo fedeli “alla propria stella”,  la dignità umana.

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