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Cronache
Cesare Battisti, la pena non è solo rieducativa ma anche afflittiva
Foto: LaPresse

Sull’arresto di Cesare Battisti sono state espresse tantissime opinioni, spesso condite e influenzate da ideologie che poco o nulla hanno a che fare con l’attuazione di uno strumento regolarmente previsto dal nostro ordinamento giuridico.

Quantunque, e sempre cercando di rimanere sul piano meramente tecnico, sento il bisogno di intervenire nel dibattito per cercare di spiegare brevemente ai più le motivazioni della necessità di esecuzione della pena comminata allo stesso Battisti molti anni orsono.

Desidero, in particolare, replicare a coloro i quali hanno osservato, fornendo però una ricostruzione incompleta della realtà fattuale, che la Carta Costituzionale esige - al comma terzo dell’art. 27 - un trattamento sanzionatorio tendente alla rieducazione e alla risocializzazione del condannato, talchè il lungo lasso di tempo trascorso tra la data della condanna definitiva e i giorni nostri avrebbe eliso e vanificato siffatta finalità.

Mi si consenta, anzitutto, di non concordare in quanto reputo che rieducazione e risocializzazione di un criminale (nell’accezione letterale del termine riferito a chi sia accertato come colpevole di reati) non possano concretizzarsi ove l’interessato sfugga di proposito e continuamente (dopo un’evasione, peraltro) all’adempimento della propria obbligazione con la Giustizia. Ma, in disparte l’ultima argomentazione, va altresì precisato che la pena riveste vieppiù anche una funzione afflittiva (come ricordato, ex plurimis, dalla Corte Costituzionale nella sentenza 264/1974).

Invocare l’espiazione della pena equivale a richiedere l’affermazione della certezza del diritto attraverso l’applicazione delle decisioni degli organi giurisdizionali, nondimeno assunte nel rispetto delle facoltà difensive degli imputati, E tanto non può avere bandiere partitiche, o, peggio ancora, essere confuso con sete di vendetta.

Un’ultima importante notazione: Battisti si proclama innocente; esperisca allora, ove ne sussistano i presupposti di legge, la revisione dei processi all’esito dei quali è stato condannato. Fino a quell’eventuale momento, però, sconti finalmente il proprio debito con lo Stato italiano!

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