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Cronache
Circo in ginocchio, crisi di pubblico e incassi. Ecco il piano per il rilancio

Circo, calo di spettatori e incassi

E se, dopo duemila anni, il circo si stesse preparando a smontare il tendone e andarsene via per sempre? Stretto tra crisi economica, polemiche animaliste e bambini sempre piu' attratti dalle meraviglie di tv e videogiochi piuttosto che a quelle del tendone, il movimento circense si trova oggi in grandissima difficolta' con spettatori e incassi in netto calo. Il rischio, in mancanza di una riforma e' che vada perduta una tradizione straordinaria. E' quanto emerge dallo studio realizzato dal Censis in collaborazione con la Lav sul mondo circense in Italia e sul possibile impatto della legge di riforma del settore. Tra il 2010 e il 2015, -11% di spettacoli, -5% di spettatori, -9% di contributi pubblici, azzerati gli investimenti. In calo il numero di spettacoli anche nelle regioni a tradizione circense. Tra il 2010 e il 2015 il numero di spettacoli messi in scena e' passato da 17.100 a 15.242, con una riduzione dell'11%. Il calo e' piu' evidente al Centro (-29%), in particolare in Umbria (-53%), ma anche in regioni con una forte tradizione circense come la Toscana (-30%) e il Lazio (-20%). Al Sud (-10%) la riduzione e' stata forte in Abruzzo (-60%), Campania (-32%) e Puglia (-23%), mentre Calabria (+46%) e Sicilia (+55%) mostrano un sensibile aumento. Segno negativo anche per il Nord-Est: -15%. In controtendenza - si legge nella ricerca condotta dal Censis - rispetto al dato nazionale e' il Nord-Ovest (+20%), in particolare la Lombardia (+29%), che nel 2015 e' stata la seconda regione per numero di spettacoli circensi dopo la Sicilia (rispettivamente con 1.725 e 2.034 rappresentazioni).

Fotografia di un crollo che sembra irreversibile

Solo il Nord-Ovest ha retto al botteghino, ma grazie ad Expo - emerge dalla ricerca Censis - Il numero di spettatori ha superato di poco il milione nell'ultimo anno, con una riduzione nel periodo 2010-2015 del 5%, piu' consistente al Nord-Est (-42%), seguito dal Centro (-27%) e dal Sud (-9%). La maggiore disaffezione si registra in Friuli Venezia Giulia (-55%) e in Emilia Romagna (-54%). La straordinaria crescita della Lombardia, che tra il 2014 e il 2015 ha registrato un incremento di presenze del 300%, ha consentito all'area del Nord-Ovest di essere l'unica a registrare una variazione positiva di pubblico tra il 2010 e il 2015, pari al 61%. Tuttavia, questo incremento e' riconducibile in buona parte alle manifestazioni circensi realizzate nell'ambito di Expo 2015, tra le quali Le Cirque du soleil. Nell'ultimo anno si sono spesi piu' di 14 milioni di euro per assistere a spettacoli circensi. La spesa al botteghino e' cresciuta a livello nazionale del 21% tra il 2010 e il 2015, ma l'incremento e' determinato in parte dall'aumento del costo medio del biglietto, che e' passato negli ultimi cinque anni da 10,7 a 13,1 euro. Il calo della spesa ha coinvolto tutte le aree geografiche (Nord-Est -59%, Centro -45%, Sud -13%), ad eccezione del Nord-Ovest (+314%). I contributi del Fondo unico per lo spettacolo destinati al complesso delle attivita' circensi sono diminuiti del 9% tra il 2010 e il 2015, passando da 3.318.000 a 3.010.000 euro e da 50 a 18 domande accolte. I contributi erogati relativi ai nuovi investimenti (cioe' per l'acquisto di nuove attrazioni, impianti, macchinari, attrezzature e beni strumentali) sono passati da 241.000 euro nel 2012 (furono accolte 6 domande) a 0 nel 2015. Si sono dimezzati i contributi per i circhi con animali (da 2.508.492 euro nel 2011 a 1.358.026 euro nel 2015). Mentre aumentano i contributi per i Circhi contemporanei (da 30.000 a 296.722 euro) e per i Circhi tradizionali senza animali (da 10.000 a 263.528 euro).

Il rilancio passa per la riforma del settore

A rendere insonni le notti dei circensi, oltre a questo c'e' il problema che l'Italia e' ancora senza una legge sull'impiego degli animali nei circhi. Il disegno di legge per la riforma del settore sta completando l'iter di approvazione cominciato un anno fa ed e' all'esame del Senato. L'Italia al momento non e' dotata, ne' a livello nazionale ne' a livello locale, di una normativa che regolamenti l'utilizzo degli animali nei circhi. Su 53 Paesi europei ed extraeuropei esaminati, solo 5 non hanno ancora alcun tipo di legislazione riguardante l'impiego di animali nei circhi. In Europa, Bosnia e Herzegovina, Cipro, Grecia, Lettonia e Malta hanno vietato l'uso di tutti gli animali nei circhi (Bolivia e Honduras nel resto del mondo). Belgio, Croazia, Olanda, Slovenia, Norvegia e Serbia impediscono l'uso dei soli animali selvatici (nel mondo, la stessa restrizione e' prevista in Costa Rica, Nicaragua, Paraguay, Peru', Colombia, El Salvador, Messico, Iran, Israele e Singapore). Estonia, Finlandia, Polonia vietano l'uso di animali catturati in natura (lo stesso per l'Ecuador). Altri Paesi prevedono restrizioni a seconda delle specie animali, mentre in alcuni la decisione di divieto avviene solo a livello locale.

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circorilancio circo
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