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Cronache
Clima, sciopero globale. Centinaia di cortei dall'Asia all’Europa

Ondata verde sul Pacifico e l'Asia, dove centinaia di cortei di studenti e adulti hanno risposto all'appello dello sciopero globale sul clima, il secondo indetto su scala mondiale in concomitanza con l'apertura lunedì a New York del Vertice Onu sul clima. Dopo quello dello scorso 15 marzo, che attirò in piazza 1,6 milioni di persone, quello di oggi è atteso come il più importante mai organizzato: in programma oltre 1.240 azioni in 37 Paesi d'Europa, incluse centinaia di piazze italiane, mentre in Germania, capofila 'verde' dell'Europa, gli eventi previsti sono oltre 500, 800 negli Stati Uniti.

In realtà la mobilitazione odierna, sulle orme dei "Friday's for Future" lanciati dall'attivista svedese Greta Thunberg diventata nel frattempo la piccola leader di un movimento globale, dà il via a una settimana intera di iniziative di lotta ai cambiamenti climatici, che si concluderà il 27 settembre. Sin dalle prime ore del giorno sui social sono circolate foto delle manifestazioni per il clima sulle Isole Salomone, nel sud del Pacifico, prima nazione al mondo a dare il via allo sciopero globale, dove molti bambini in vestiti tradizionali hanno protestato, in uno dei territori più esposti ai cambiamenti. Ieri sull’isola di Tonga gli abitanti hanno preso parte ad una giornata nazionale di pulizia. In Australia più di 300 mila persone sono scese in piazza in più di 100 città diverse, chiedendo con forza azioni più decise dai governanti per arginare gli effetti estremi del riscaldamento globale, che si manifestano con maggiore frequenza nel Paese. 

 A quelli più partecipati di Sydney e Canberra, i manifestanti hanno insistito sull’urgenza di ridurre le emissioni inquinanti da parte dell’Australia, primo esportatore mondiale di gas naturale liquido e di carbone. Durante la giornata sui social l’hastag climate strike ha registrato 360 tweet al minuto. A Taiwan, studenti di ogni età si sono radunati a Taipei, lanciando una petizione denominata “Fridays for the future”, per spingere i candidati alle prossime presidenziali a prendere provvedimenti concreti per contrastare i danni della crisi climatica, deplorando che “le vecchie generazioni rovinino il futuro delle giovani”. A Dacca, le strade della capitale del Bangladesh, sono state invase da orde di manifestanti, in uno dei paesi considerato dagli esperti tra i più vulnerabili al mondo per quanto riguarda le ripercussioni del riscaldamento globale. In India bambini e ragazzi hanno intonato canti in difesa dell’ambiente e per la lotta alla crisi climatica, radunati davanti al ministero degli Alloggi e degli Affari interni a Nuova Delhi.

Particolarmente sentite le proteste in Indonesia – a Giacarta e in una dozzina di città sulle isole dell’arcipelago, tra cui Java e Bali – alle prese con vasti incendi che in questi giorni stanno distruggendo le più importati foreste vergini al mondo a Sumatra e Kalimantan. Incendi forestali senza precedenti che hanno costretto le scuole alla chiusura per paura di malattie respiratorie, con ripercussioni anche nella vicina Malesia e a Singapore. In Indonesia i giovani attivisti per il clima hanno anche chiesto la fine dell’inquinamento degli oceani con la plastica, essendo il secondo paese maggiormente responsabile al mondo dietro la Cina. Cortei colorati a suon di musica indie hanno chiesto una “rivoluzione energetica” basata sull'uso di energia solare. 


Anche l’Africa si sta mobilitando con cortei molto partecipati in corso a Kampala (Uganda), con una folta presenza di ragazzi che vogliono “un futuro verde sostenibile”, a Nairobi (Kenya), dove i manifestanti cantano “vogliamo respirare pulito!”, “siamo cuore a cuore con Madre Natura”, esercitando pressioni sul governo affinché rinunci a progetti di nuovi impianti di produzione del carbone. Proteste in corso anche a Johannesburg (Sudafrica), dove gli attivisti più giovani fanno sentire numerosi la loro voce, con un appello alla “giustizia climatica”, invitando i dirigenti del mondo ad agire per tutelare le giovani generazioni, lottando al “capitalismo del carbone”. In Occidente più di 800 eventi sono previsti negli Usa, dopo che all’ultimo sciopero generale a New York si erano radunati 1,6 milioni di manifestanti. A partecipare non sono soltanto movimenti ambientalisti giovanili e studenti ma anche adulti, sindacati e aziende. In Germania circa 500 eventi sono previsti a Berlino e nelle principali città, mentre nella capitale la giornata è cominciata con il traffico in tilt e raduni di ciclomotori. Di fronte alla sede della cancelleria tedesca un gruppo di 40 giovani ha esposto un mega striscione con lo slogan “Il ritorno della cancelliere del clima”, lanciando un appello alla Merkel a favore di una politica più verde.

    Centinaia di cortei sono attesi anche in Italia, Polonia e Francia, con una marcia indetta al centro di Parigi e in decine di capoluoghi, mentre domani i cittadini francesi sono invitati a partecipate alla Giornata mondiale delle pulizie (World CleanUp Day). Nel giorno dello sciopero mondiale per il clima, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha avvertito che ogni giorno, come conseguenza diretta della crisi climatica e ambientale, in tutto nel mondo 2 milioni di persone necessitano di aiuti.

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