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Cronache
Comune Bologna: Moschea, strana permuta. Nel calcolo spariti 700 mila € e...

Annunciata alla stampa il 31 luglio scorso una delibera del Comune di Bologna che prevede la cessione all’Ente di gestione dei beni islamici (legata all'Ucoii) di un'area in via Pallavicini 13 con un’edificabilità di 7000 metri cubi. Lo spazio verrebbe dato in diritto di superficie per 99 anni, in cambio di un triangolo di terreno in viale Felsina (zona Savena), appezzamento di proprietà dell'Ente islamico. Ma sull'operazione aleggiano numerosi dubbi. Lunedì l'atto passerà all'approvazione del consiglio comunale. In caso di conferma i consiglieri che l'approvassero potrebbero incappare nelle maglie della magistratura contabile (Corte dei Conti).

 

LA STORIA DELLA MOSCHEA DI BOLOGNA.

L'area di via Pallavini è il frutto di un acquisizione pregressa del Comune, nel 2003, fatta tramite un'altra permuta con una società privata. Nel 2003 l'area di via Pallavicini 13, insieme al numero 12, veniva valutata 1 milione e 755 mila euro circa. 

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A riprova che il valore di via Pallavicini 13 fosse comunque molto alto era stata ceduta al privato, in cambio, un'area “con sovrastante edificio posto in via Guelfa 71/4 (ex scuole Manfredi)” in cui costruire e con un indice di edificabilità quasi doppio della media: 0,50 m²/ m². Di norma a Bologna si costruisce a 0,27 m²/ m² – 0,30. Il valore di edificabilità è facilmente calcolabile con i parametri del tempo e appaiono superiori al 1 milione e 755 mila. Ma c'era una seconda struttura in via Pallavicini 12, sempre ceduta al privato, e i critici potrebbero obiettare su questo. Proseguiamo.

Successivamente via Pallavicini 13 viene data in affitto al Centro di cultura islamica e non per attività di culto. Il canone dovrebbe essere di 46.000 euro ma il Comune prima la concede gratis e poi con la giunta attuale deciso di far pagare agli islamici solo 4000 euro annui, uno sconto del 91,3% per il valore sociale e culturale dell'iniziativa. Era tutto opinabile? Forse si.

Nel 2006-2007 nasce l'idea della permuta tra via Pallavicini 13 e viale Felsina. I piani urbanistici prevedevano in viale Felsina delle costruzione. Le due aree sono state per questo considerate di omologo valore: 1 milione e 300 mila euro circa ognuna. E per questo la permuta si proponeva quasi alla pari. Via Pallavicini 13 quindi valeva 1 milione e 300 mila euro. In un progetto su un'altra area gli islamici hanno presentato un'idea di  costruzione di una moschea con minareto.

 

LA PERMUTA PER LA MOSCHEA DI BOLOGNA.

Si ripropone la permuta tra le due aree il 31 luglio scorso, anche in concomitanza con l'elezione a presidente nazionale dell'Ucoii del bolognese di origini marocchine Yassine Lafram (il 13 luglio). Di nuovo si parla di una permuta alla pari. Il mercato immobiliare in questi anni ha avuto un calo e in più quel triangolo di terra, di proprietà del gruppo islamico in viale Felsina, è stato declassata dai piani urbanistici: non ci si può più edificare. Per alcuni tecnici privati che abbiamo consultato vale ben poco. Un'indagine commissionata dal Comune all'Agenzia del Demanio dice che l'area di proprietà degli islamici vale 305 mila euro.

Il direttore del Demanio dice che la cifra è congrua. Ma se si vanno a leggere le premesse della valutazione l'Agenzia scrive: "Non avendo questa Commissione conoscenza diretta dell'immobile oggetto di stima, né del mercato di riferimento, il presente parere di congruità è espresso sulla base delle informazioni fornite; pertanto eventuali difformità e/o carenze nelle informazioni restano nella responsabilità del soggetto valutatore" . Ripetuto due volte. Della serie: la responsabilità del valore attribuito all'area è del Comune di Bologna, non nostra dell'Agenzia. 

congruità
 

Via Pallavicini 13, con capannone industriale, invece è rimasta identica dal punto di vista urbanistico. Non è stata declassata. Per il Comune che ha fatto una sua analisi di mercato varrebbe però solo 584 mila euro (700 mila euro di meno rispetto alla valutazione fatta dallo stesso Comune nel 2007). Meno della metà ma con una capacità edificatoria non da poco. In più nell'atto non viene valorizzato e addizionato (come grandezza economica enormemente positiva) proprio il valore di questa capacità edificatoria da 7000 metri cubi che via Pallacivini 13 possiede. 

In più 584 mila euro (valore supposto di via Pallavicini 13) e 305 mila euro (valore supposto di viale Felsina) non sono ancora la stessa cifra. 

I 584 mila euro valutati dal Comune su Pallavicini diventano circa 305 mila euro se al centro islamico viene ceduto solo il diritto di superficie per 99 anni che vuol dire la possibilità di edificare, come detto all'inizio. Il centro islamico, se vorrà, c'è scritto negli atti, potrà anche riscattare completamente l'area e in modo scontato, pagando dopo 10 anni (per Pallavicini) 250 mila euro o altre somme minori nel caso l'interesse si esercitasse nei decenni successivi. Operazione che appare del tutto inutile perché già con il diritto di superficie esercitato su un lasso di tempo così esteso, 99 anni, si può edificare e gestire la struttura senza interferenze. “L'eventuale alienazione”, riportano in sintesi gli atti, “è subordinata alla congruità”. 

Delle due l'una. O la stima del 2007 era esorbitante, ma sembra vero il contrario, oppure l'attuale valutazione del Comune è fatta eccessivamente al ribasso, visti anche i 7000 metri cubi di edificabilità. 

L'atto lascia perplessi per la perdita economica che il Comune potrebbe ricevere, con un danno per le sue casse.

Il tutto senza contare l'aspetto sociale che sta dietro la vicenda. L'Emilia e in particolare Bologna, se confrontate con il numero di abitanti di altre città e regioni, sembrano già avere un numero esorbitate di cosiddette “moschee” e rischia di diventare un centro di raccordo di tutti i desideri delle comunità islamiche, di cui l'Ucoii rappresenta solo una parte.

 

Ma il Pd tira dritto. "La Giunta ha già espresso una posizione molto chiara", ha ricorda ai giornali l'assessore al Marketing Matteo Lepore, mentre sotto il profilo tecnico la permuta "non danneggia i conti e il patrimonio dell'amministrazione, anzi è positiva"

“Quanto ai problemi reali dei bolognesi”, ha detto il sindaco Virginio Merola, “ci sono dei cittadini di fede musulmana che lavorano qui in regola, pagano i contributi e, spesso, hanno anche la cittadinanza italiana. A loro come a tutti gli altri, è dovuto il rispetto del loro credo religioso garantito dalla Costituzione, dalle nostre leggi e dal buon senso”.

Anche per il capogruppo del Pd in Comune Claudio Mazzanti la permuta sarebbe regolare e senza problemi. “Tutto molto semplice. Tutto molto lineare”, ha detto alla trasmissione Tv Dedalus su Etv condotta da Massimo Ricci. "Noi siamo professionisti del settore", ha rivendicato ai giornali invece la dirigente del Patrimonio, Raffaela Bruni. Il tecnico ha segnalato che “il Demanio ha espresso un parere favorevole di congruità sul valore attribuito al terreno che sarà acquisito dal Comune (viale Felsina, ndr).”

Di parere contrario le opposizioni che contrasteranno l'atto nella seduta del consiglio comunale e si sono attivate con una campagna contro la moschea. Francesca Scarano, capogruppo Lega: “Una permuta 'vergognosa'. Diventiamo proprietari di un terreno che non ha alcun valore e su cui non si può edificare e regaliamo un ampio spazio con una struttura alla comunità islamica. Dove è poi la parità di trattamento delle altre confessioni religiose? La chiesa ortodossa eritrea e i Testimoni di Geova sono stati trattati in tutt'altro modo. La permuta è inaccettabile.” Mirka Cocconcelli, Lega: “I miei legali mi hanno mostrato una sentenza della Corte dei Conti che dice che le valutazioni dovrebbe farle l'Agenzia del territorio. C'è un errore. E poi c'è da dire che l'attività di culto è sì un diritto, ma l'edificio di culto, ossia la moschea, no”. Umberto Bosco, Lega, autore di un progetto di legge antimoschee: “Sarebbe come affermare che siccome ho il diritto di sposarmi, lo Stato sia tenuto a trovarmi una moglie. La permuta è un 'vergognoso' regalo all'Ucoii, una delle organizzazioni islamiche più tradizionaliste e intolleranti. In previsione della sua scomparsa dalla scena politica, il Pd vuole avvelenare i pozzi bolognesi, legando le mani anche alle prossime amministrazioni che non potranno revocare il diritto di superficie prima di 99 anni. Dopo la prevedibile approvazione della delibera lunedì prossimo in Consiglio, la battaglia si sposterà nei tribunali”.

“Impugneremo la permuta e controlleremo, come fatto in passato, la regolarità di tutti i passaggi”, ha dichiarato il sottosegretario ai Beni culturali Lucia Borgonzoni (Lega), “visto che nel precedente tentativo, proprio per la faciloneria e approssimazione dello stesso Merola, riuscimmo a fermare il progetto”.

Il deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami è esplicito: “L’ennesimo regalo fatto dal Pd alle minoranze islamiche: uno sconto sull’affitto del 91,30%, una permuta completamente a loro vantaggio, il riconoscimento di una edificabilità aggiuntiva, un valore di riscatto risibile, il tutto con una concessione novantanovennale che ci impedirà, quando il Centro Destra vincerà, di rivedere il tutto”. Marco Lisei, consigliere comunale di Forza Italia: “La vicenda della Moschea certifica le priorità del Pd. A Bologna ci sono già 18 pseudo moschee, non solo non c'è la necessità di crearne una, ma anzi quella di chiudere una delle tante abusive che esistono. Se è vero che esiste una libertà di culto, non esiste un dovere dello Stato di concedere un luogo di culto a chi, come la religione islamica, non è in grado di darsi una gerarchia ecclesiastica.”

Michele Facci del Movimento Sovranista (gruppo misto in Regione): “Operazione di dubbia legittimità dal punto di vista giuridico, preoccupante sotto quello politico-sociale. Ci saranno problemi di sicurezza e ordine pubblico”.

 

La grafica in copertina è stata pubblica dal Corriere di Bologna ed è a cura di L'Ego

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