Consip e caso Woodcock, quella bombetta a 48 ore dalle urne
Woodcock indagato, con Sciarelli, ma ormai, a urne chiuse, il danno a Renzi, partito e famiglia, è stato fatto
Appaltoni Consip: don John Henry Woodcock, pm "de lotta dura e de Procura", è indagato, a Roma, per violazione del segreto d’ufficio. Si tratta di accuse molto gravi. Con il magistrato è stata iscritta al registro degli indagati anche la giornalista, donna Federica Sciarelli, conduttrice di «Chi l’ha visto?» su "Rai3", ex redattrice di "tele-Kabul" di Sandrone Curzi (PCI) e compagna della toga partenopea, alla quale è stato anche sequestrato il telefono cellulare. Ma Marco Lillo, giornalista del "Fatto Quotidiano", autore degli sgub anti-Lotti e anti-Renzi, ha detto: "Sono innocenti, non sono loro le fonti dei miei pezzi. E la Procura si è sbagliata. Vado negli uffici giudiziari di piazzale Clodio oggi stesso".
La "bombetta" è esplosa 48 ore dopo l'apertura delle urne, con i risultati delle elezioni amministrative, non positivi (eufemismo) per il PD di Matteo Renzi. Stavolta, dunque, non si può neppure parlare di "pareggio" tra politica e "toghe de lotta", che i loro "goal", nella porta della squadra, politica e familiare, dell'ex premier, lo avevano già realizzato, nei mesi scorsi, gestendo, a Napoli, con l'apporto del capitano del NOE, Scafarto, indagato, e sui media, l'inchiesta, che ha danneggiato, non poco, l'immagine, politica, di Renzi...
A Napoli uno dei titolari del delicato fascicolo era proprio Woodcock. E non appena le carte furono trasmesse a Roma, il quotidiano «Il Fatto Quotidiano» mitragliò la notizia, ancora riservata, dei generaloni CC inquisiti. Ora Woodcock è sospettato di essere "uno degli artefici di quella fuga di notizie" ed è stato convocato dai colleghi romani per un interrogatorio nei prossimi giorni.