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Cronache
Consip, nuova accusa per Scafarto. "Notizie a un cronista"

Consip: nuova convocazione per Scafarto oggi da pm Roma



Tornerà oggi davanti ai pm di Roma il maggiore (era capitano fino a poco tempo fa) Gianpaolo Scafarto, l'ex ufficiale del Noe finito inizialmente sotto inchiesta nella vicenda Consip per due ipotesi di falso, per aver accreditato nell'informativa consegnata agli inquirenti di piazzale Clodio la tesi dela presenza dei servizi segreti nel corso degli accertamenti sull'imprenditore campano Alfredo Romeo e per aver truccato gli atti su Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, attribuendo allo stesso Romeo (e non all'ex parlamentare Italo Bocchino) la frase '...Renzi l'ultima volta che l'ho incontrato'. A giustificare l'ennesima convocazione in Procura di Scafarto e' una nuova contestazione (la seconda in ordine di tempo) per rivelazione del segreto d'ufficio. In occasione della sua ultima convocazione (quella del 26 giugno scorso), l'ufficiale preferi' avvalersi della facolta' di non rispondere alle domande del pm Mario Palazzi e dell'aggiunto Paolo Ielo ritenendo che non fossero competenti a indagare sulla sua posizione. E non e' escluso che oggi decida di fare ugualmente scena muta.



Consip: Arma Carabinieri, Scafarto promosso per legge

 



La promozione del capitano dei Carabinieri Gianpaolo Scafarto al grado di maggiore, e' avvenuta in attuazione di una norma di legge. Lo precisa in una nota il Comando Generale dei Carabinieri ricordando che la norma (l'articolo 2212-duodecies del decreto legislativo 15 marzo 2010, n.66, introdotto dal decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, sul riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia, entrata in vigore nel luglio scorso) ha previsto "per tutti gli ufficiali del ruolo speciale dei Carabinieri il recupero di due anni dell'anzianita' di servizio maturata in precedenza". Scafarto e' l'ufficale del Noe indagato dalla procura di Roma per l'ipotesi di depistaggio nell'inchiesta Consip con l'alterazione della trascrizione di un'intercettazione riguardante Tiziano Renzi, padre del segretario Pd. "L'applicazione della norma - sottolinea il comunicato - e' dovuta ed automatica, senza alcuna possibile discrezionalita' o deroga dell'amministrazione, in quanto la posizione di indagato, rivestita dall'ufficiale in questione, non costituisce motivo ostativo all'avanzamento di grado (costituisce impedimento alla promozione solo il rinvio a giudizio)".

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