Consip, Scafarto tira in ballo Ultimo. E l'Anm: "Intercettazioni? Un reato"
Nuove rivelazioni sullo scandalo Consip. Scafarto tira in ballo Woodcock e il capitano Ultimo. E l'Anm: "Un reato pubblicare le intercettazioni di Renzi"
Consip, Albamonte (Anm): "Un reato pubblicare l'intercettazione di Renzi"
"La pubblicazione di queste ultime intercettazioni - riferimento alla telefonata tra Renzi e il padre -, ancora coperte da segreto investigativo, e' gravissima. E' un reato. Non e' solo questione di rispetto della persona ma un danno all'inchiesta. Il pm che sta lavorando ha il diritto alla segretezza perche' i soggetti al centro dell'indagine non possano prendere le contromisure". Lo afferma alla Stampa Eugenio Albamonte, presidente dell'Anm. "Devo riconoscere che dopo l'incontro che abbiamo avuto con il ministro, siamo piu' tranquilli perche' ci e' stato detto che la commissione che redigera' le norme applicative" del processo penale "sara' largamente rappresentativa", dice Albamonte. "La legge delega - spiega - e' concepita per regolare alcuni aspetti negativi, quelli che genericamente chiamiamo "violazione della privacy", ma che sono perfettamente legittimi. Non c'e' violazione del segreto; siamo nella fisiologia del processo. Altro e' quanto sta accadendo in questi giorni, che non posso e non voglio commentare in quanto e' in corso un'inchiesta da parte della procura di Roma. Questa e' una patologia", conclude Albamonte.
Scafarto tira in ballo Woodcock il capitano Ultimo
Quella sull'inchiesta Consip e' una situazione che viene definita "molto grave", sulla quale il Csm sta valutando se esistono margini per un intervento, senza correre pero' il rischio di interferire con le indagini in corso. A Palazzo dei Marescialli, dopo quanto emerso dall'interrogatorio del capitano del Noe Giampaolo Scafarto davanti ai pm di Roma e dopo la fuga di notizie sull'intercettazione tra l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e suo padre Tiziano, l'attenzione e' massima e si segue costantemente l'evoluzione della vicenda. Il punto, pero', sono gli spazi di intervento che in situazioni del genere la legge riserva all'organo di autogoverno delle toghe: la Prima Commissione, infatti, ha competenze solo per avviare procedure di trasferimento per incompatibilita' nei casi di condotte "incolpevoli" di un magistrato, ossia al di fuori sia della sfera disciplinare sia di quella penale. Fronti, questi ultimi, su cui gia' sono al lavoro sia il procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo - titolare, con il Guardasigilli, dell'azione disciplinare - che nei giorni scorsi ha aperto un procedimento nei confronti del pm di Napoli Henry John Woodcock per alcune frasi virgolettate pubblicate da 'Repubblica' - sia la Procura di Roma, che ha anche aperto un fascicolo sulla fuga di notizie: la preoccupazione del Csm e' proprio quella di non interferire con alcuno di questi procedimenti. A Palazzo dei Marescialli, dunque, resta aperta la riflessione e, al momento, non e' possibile prevedere quando arrivera' una decisione e quale strada sara' percorsa. Nel frattempo, emerge un'intercettazione dello scorso aprile nella quale il capiano Scafarto esprime a un collega il timore di dover "pagare" solo lui per gli errori nell'indagine dopo aver detto che si era mosso per "strategia investigativa" con Woodcock. E nella stessa intercettazione tira in ballo anche il capitano Ultimo.
La Procura di Roma vuole riascoltare tutte le intercettazioni di Marroni
Nel frattempo arriva un altro segnale della mancata fiducia della Procura di Roma nell'indagine napoletana e in particolare nel lavoro dei carabinieri del Noe. Tanto che, i pm capitolini hanno deciso di riascoltare integralmente tutte le intercettazioni già trascritte che vedono coinvolto l'ad di Consip Marroni, prima di interrogarlo.