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Cronache
Consip, scontro tra procure sul Noe. Chiesta pratica al Csm

Consip: scontro tra Procure, chiesta pratica al Csm

"La stampa odierna - sottolinea Zanettin - parla apertamente di 'duello tra i pm di Roma e Napoli', in merito all'inchiesta Consip. Dopo che il capitano del Noe Giampaolo Scafato e' stato accusato di falso ideologico per aver alterato l'intercettazione contro Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, ed aver accreditato la possibilita' che i servizi segreti stessero 'spiando' l'inchiesta, la Procura di Roma ha disposto la rilettura degli atti, ordinando ai Carabinieri del Comando provinciale di Roma di riascoltare tutte le intercettazioni captate nell'ufficio di Alfredo Romeo. Viceversa, la Procura di Napoli ha ribadito 'piena fiducia nell'operato del Noe' e confermata la delega per il filone investigativo che coinvolge Romeo in Campania". L'opinione pubblica, osserva il laico del Csm, "si chiede se Scafato abbia agito per sbadataggine, o perche' mosso da ambizione di carriera, o addirittura perche' manovrato da qualche burattinaio che e' rimasto nell'ombra". In un quadro "cosi' delicato per l'equilibrio democratico del Paese - scrive Zanettin al Comitato di presidenza - il Csm non puo' rimanere inerte e nei limiti e nel rispetto delle proprie prerogative, deve svolgere gli opportuni accertamenti in ordine all'operato delle Procure della Repubblica coinvolte".

Il Csm 'indaghi' sullo scontro tra le Procure di Roma e Napoli in relazione all'inchiesta Consip. E' quanto chiede il consigliere laico Pierantonio Zanettin, con un documento inviato oggi al Comitato di presidenza. Zanettin, in particolare, chiede di aprire una pratica in Prima Commissione "volta a verificare se l'operato di taluno dei titolari dell'inchiesta Consip possa incidere negativamente sull'immagine di imparzialita' ed indipendenza del magistrato, determinando una incompatibilita' ambientale e/o funzionale". Secondo il laico, "e' certo che queste vicende gettano un'ombra inquietante sul comportamento di apparati dello Stato, in apparente conflitto tra loro".

Consip, i pm di Napoli lasciano l'indagine a Scafarto

Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma, avrebbe telefonato a Nunzio Fragliasso, capo dei pm di Napoli, per avvertirlo che avrebbe interrogato il capitano del Noe indagato per l'ipotesi di depistaggio nell'inchiesta Consip che coinvolge Tiziano Renzi. Una telefonata non scontata e che sarebbe stato molto apprezzato dai sostituti procuratore di Napoli.

Continua a indagare Scafarto nonostante il dubbio di depistaggio

Ma la Procura di Napoli ha deciso comunque di proseguire con il Noe dei carabinieri l'indagine sugli appalti della societa' di Alfredo Romeo, l'imprenditore napoletano arrestato per una presunta tangente pagata ad un dirigente della Consip di Roma, indagato a Napoli per concorso esterno in associazione di stampo mafioso per appalti nel settore pulizie per aziende sanitarie illecitamente ottenuti. Questo quanto filtra negli ambienti giudiziari di Napoli dopo che la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati per due ipotesi di falso il capitano del Noe Giampaolo Scafarto. Secondo quanto sostengo i magistrati capitolini, il militare avrebbe falsificato la relazione di un'intercettazione telefonica attribuendola a Romeo e coinvolgendo cosi' Tiziano Renzi, padre dell'ex premier.

Scontro con i pm di Roma. Ielo e Palazzi controllano tutti gli atti

La decisione della Procura di Napoli suona un po' come una sfida nei confronti dei colleghi romani che hanno invece tolto le deleghe al Noe e stanno anzi cercando complici del presunto depistaggio. I pm di Roma vogliono ricostruire anche il ritrovamento dei "pizzini" nella spazzatura di Romeo, l'altra prova principe ai danni di Tiziano Renzi. Insomma, i magistrati di Roma vogliono ricontrollare tutti gli atti dell'inchiesta per capire se l'"aggiustamento" degli atti è limitato alle due scoperte di questi giorni oppure è ancora più esteso.

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