Corruzioni Grandi Opere, 21 arresti. Coinvolti figli "illustri". VIDEO
Corruzione su Tav e A3. Escort in cambio di appalti. 21 arresti da Nord a Sud: indagato il figlio di Lunardi
Trentuno persone sono state arrestate in due diverse operazioni per tangenti su grandi opere pubbliche a conclusione di indagini condotte dalla Procure di Roma e di Genova. In carcere Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell'ex ragioniere generale dello Stato Andrea, coinvolto nell'inchiesta romana sugli appalti della Tav Milano-Genova e dell'A3 Salerno-Reggio Calabria.
Nella stessa inchiesta, e' indagato a piede libero, Giuseppe Lunardi, figlio dell'ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Pietro. Agli arrestati nell'operazione "Amalgama", riguardante anche la "People mover" di Pisa, il Gip della capitale contesta a vario titolo i reati di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e tentata estorsione. Ipotizzate condotte corruttive finalizzate a ottenere contratti di subappalto da parte di un gruppo costituito, organizzato e promosso da colui che - fino al dicembre 2015 - era il direttore dei lavori delle opere in questione e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese. Partecipi, secondo l'accusa, anche alcuni funzionari del Cociv (Consorzio collegamenti integrati veloci).
I ventuno arresti sono stati eseguiti tra il Lazio, la Lombardia, il Piemonte, la Liguria, la Toscana, l'Abruzzo, l'Umbria e la Calabria. Il direttore dei lavori avrebbe ottenuto, insieme con il suo socio calabrese, contratti per un valore complessivo di 5 milioni di euro da parte delle ditte esecutrici.
Sono invece 14, tra imprenditori e dirigenti di un consorzio - general contractor, i destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per corruzione, concussione, turbativa d'asta nei lavori di realizzazione del Terzo Valico. Quattro di loro sono destinari di provvedimento cautelare anche nell'inchiesta "Amalgama". L'indagine genovese "Arka di Noe'" riguarda l'aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro.
Secondo gli investigatori, e' emerso che "in occasione dello svolgimento delle gare indette dal general contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l'assegnazione dei lotti ad alcune societa' ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte anomale divenissero regolari in violazione ai principi della 'par condicio' e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo per indirizzare direttamente l'assegnazione all'unico concorrente interessato". In una circostanza la turbativa sarebbe stata accompagnata dal pagamento di una somma di denaro. Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti, ma offrivano anche prestazioni sessuali di escort.