Cybersecurity, investire in data protection per prevenire le violazioni
Nel 2016 oltre 6 miliardi i tentativi di hackeraggio
Negli ultimi mesi le notizie sugli attacchi informatici subiti da aziende e privati sono all’ordine del giorno, portando all’onore delle cronache il tema della cybersecurity. Basti pensare al recente attacco al sito del Ministero degli Esteri italiano, messo sotto scacco da un gruppo di hacker.
Secondo i dati dell’Executive’s Guide dell’NTT Security Global Threat Intelligence Report 2017, il numero dei tentati cyber attacchi si aggira intorno ai 6 miliardi in un anno, mentre nel corso del 2016 le violazioni di tipo DoS (denial of service) e DDoS (distribuited DoS) ai dispositivi IoT (smartphone, tablet, smartwatch, …) è raddoppiato, passando dal 3% al 6%.
Di tutti questi reati informatici ben il 21% si registra nella regione Europa-Africa- Medio Oriente: “Gli ultimi episodi di violazioni in termini di cyber sicurezza nella PA, oltre alle recenti stime sempre più preoccupanti che coinvolgono anche il nostro paese, devono essere un campanello d’allarme e un incentivo alla prevenzione.” commenta Antonio Marchese, vicepresidente di Soft Strategy, azienda italiana attiva nel campo della consulenza alle imprese. “Fatta eccezione per gli addetti ai lavori, ancora troppo poco si sa in materia di Data Protection, con la conseguenza che cittadini e aziende sono sempre più esposti agli attacchi senza sapere come proteggersi. Affidarsi a professionisti, alfabetizzare gli utenti sulle nozioni base ed investire in cybersicurezza oggi come oggi è fondamentale per scongiurare questi danni.”
Le cyber-minacce sembrano essere dunque un trend in crescita in Italia, dove però l’investimento nella protezione dati delle Pmi è insufficiente: in un giro d’affari di oltre 900 milioni di euro, le piccole e medie imprese occupano una fetta del solo 26% *.
*dati raccolti dall’Osservatorio Information Security&Privacy del Politecnico di Milano