A- A+
Cronache
Da Torino al Rojava per combattere l’Isis. Ora è sorvegliata speciale

Combattere significa partecipare attivamente a qualsivoglia lotta. O almeno così è stato per Maria Edgarda Marcucci. Romana ma residente a Torino, nel 2018 con altri quattro italiani, ha deciso di lottare al fianco dei curdi contro l’Isis, in particolare per la difesa del cantone di Afrin in Siria. Eddi, così soprannominata la ragazza, insieme a Paolo Andolina, Jacopo Bindi, Fabrizio Maniero e Davide Grasso sono rientrati in Italia nel gennaio 2019 dopo nove mesi di permanenza tra le milizie curde. Nel loro Paese ad attenderli c’era l’avvio di una inchiesta da parte della Procura e della Questura di Torino. Tutti e cinque vengono considerati dall’accusa “socialmente pericolosi” e  nei loro confronti viene richiesta la procedura di “sorveglianza speciale”, una misura preventiva lasciata in eredità al sistema italiano dal ventennio fascista e dal codice Rocco. Il 20 giugno 2019 il Tribunale respinge questa richiesta per Maniero e Grosso mentre solo nel marzo 2020 arriva il proscioglimento per Andolina e Binni. La misura restrittiva viene confermata per Maria Edgarda Marcucci e prevede il sequestro di patente e passaporto, l’obbligo di firma e di dimora, il divieto di svolgere attività sociali e politiche e il dovere di non allontanarsi da casa dalle ore 21 alle ore 7 per due anni.

Oltre la “mentalità da soldato”, contro la ventottenne sono state presentate tre prove a sostegno della condanna: la resistenza a una carica della polizia durante il corteo del 1 Maggio nel 2019, un presidio di solidarietà davanti a un ristorante per chiedere la retribuzione di un cameriere ormai senza stipendio da mesi e l’ingresso alla Camera di Commercio di Torino, insieme ad altri 13 attivisti, per opporsi alla fornitura di armi italiane alla Turchia. Il 12 novembre scorso si è svolta a Torino l’udienza di appello contro la sentenza di marzo, mentre i suoi profili social sono stati oscurati,  senza apparente motivo e poi riattivati. La decisione del magistrato arriverà entro Natale.

Maria Edgarda Marcucci, in particolare, si è unita alla causa curda militando nell’Unità di difesa delle donne (YPJ) ovvero lo schieramento femminile dell’Unità di protezione popolare (YPG): esse sono le due ali armate della resistenza curda sul territorio siriano rappresentate dal Partito dell’Unione Democratica (PYD). Ma i curdi, da quando nel 1923 con il Trattato di Losanna sono stati divisi tra Turchia, Siria, Iraq e Iran hanno formato diversi movimenti per rivendicare sia la costituzione di uno stato indipendente che la possibilità di creare una società ugualitaria, basata su alcuni pilastri essenziali: la democrazia, il pluralismo, l’ecologia e il femminismo.

Inoltre le battaglie dei curdi contro l’Isis hanno attirato sempre maggiore attenzione nel mondo politico occidentale, soprattutto dopo che nel 2015 è nata l’alleanza delle Forze siriane democratiche (SDF) che comprende l’Unità di protezione popolare e alcune tribù arabe locali oppositrici di Assad. In Siria, attraverso continue lotte si è riuscito man mano a sottrarre alcune importanti città dalle mani dei jihiadisti: il 19 luglio 2012 le forze curde sono entrate nella città di Kobane, al confine della Turchia, considerata un passaggio fondamentale per i terroristi islamici, il 16 agosto del 2016 sono arrivate a Manbiji e nel 2017 dopo durissimi scontri e gravi perdite sono riuscite a liberare la città che l’Isis considerava capitale del suo califfato, Raqqua.

E’ invece dal 2012 che è stata proclamata l’autonomia della regione del Rojava, a nord della Siria, che continua a non essere riconosciuta da Assad e nella quale confluiscono sette regioni. E’ qui che si è attuata la democrazia egualitaria alla base delle lotte curde grazie alla creazione di un contratto sociale che la descrive come federazione cantonalistica di regioni autonome e sancisce la presenza del confederalismo democratico. Vi è una democrazia dal basso che prevede una organizzazione comunitaria e non organizzata, senza predominanze di etnie e religioni, nella quale le donne e gli uomini hanno pari diritti e fondata su una economia sostenibile.

Il “potere senza dominio” che sembra essere un’utopia e che per i popoli occidentali lo è tuttora, è invece divenuta realtà grazie alla rivoluzione curda.

E’ in questo contesto, che vede il patriarcato come uno dei maggior motivi dell’avanzare di oppressioni e disparità nelle società sviluppatesi nel corso dei secoli, che le donne rivoluzionarie assumono una importanza fondamentale. Sono loro che rappresentano il 40% delle milizie del Rojava ed è sempre a loro che si è unita Maria Edgarda Marcucci quando ha deciso di partire per la Siria.

Le rivoluzioni non sono mai prive di conseguenze, in questo caso la più dura è la perdita ingente di vite umane nel corso degli anni. La consapevolezza della possibilità di morire per la difesa del territorio, delle proprie idee e contro nemici come l’Isis è però il punto di forza dei curdi. Così come degli italiani che decidono di partire e mettersi a combattere al loro fianco. In quanto alle armi, imparare ad fa necessariamente parte della preparazione all’interno delle YPJ. Necessariamente perché la guerra che imperversa in Siria e che ha risvolti sempre più drammatici e nemici sempre più forti perciò come ha detto la stessa Eddi in una intervista all’Espresso: ”Il fucile ce l’ha in mano anche il nemico. La differenza fra te e il nemico la stabilisce come lo usi e perché.”. Ecco la linea di demarcazione.

In attesa di una risposta definitiva dal Tribunale di Torino, la domanda è: come mai per lo Stato chi decide di combattere il terrorismo e rischiare la propria vita è considerato “socialmente pericoloso”?

 

 

Commenti
    Tags:
    torino afrin
    Iscriviti al nostro canale WhatsApp





    in evidenza
    Affari in rete/ Emiliano, Decaro, Laforgia e Leccese nella copertina dei Beatles "Let it be"

    Guarda le foto

    Affari in rete/ Emiliano, Decaro, Laforgia e Leccese nella copertina dei Beatles "Let it be"

    
    in vetrina
    Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024

    Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024





    motori
    Lexus alla Milano Design Week 2024: il futuro del design automobilistico

    Lexus alla Milano Design Week 2024: il futuro del design automobilistico

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.