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Cronache
Dl Genova, ok del Senato: è legge. Bagarre per il pugno alzato di Toninelli

Tra polemiche, esultanze e contestazioni, il Senato ha definitivamente approvato il Decreto Genova. Tre mesi dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova, che ha causato 43 vittime, il decreto licenziato dal governo alla fine di settembre per avviare la ricostruzione nel capoluogo ligure e contenente anche riferimenti normativi ad altre emergenze, e' ora legge. Il via libera e' arrivato dall'aula di Palazzo Madama con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni.

Sono dieci i senatori del Movimento 5 stelle che non hanno partecipato al voto sul decreto Genova. Di questi, cinque hanno rivendicato la loro contrarietà sul provvedimento a causa del condono Ischia previsto dall’articolo 25. Gli altri cinque si sono giustificati dicendo che erano assenti per motivi di salute oppure non hanno dato motivazioni specifiche. Oltre ai già noti dissidenti Gregorio De Falco e Paola Nugnes, i senatori Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis si sono esposti in serata: “Mentre in Senato si votava il condono di Ischia e lo sversamento di fanghi velenosi nel suolo agricolo, noi abbiamo preferito andare al Fatebenefratelli a donare il sangue. Chi ha promosso questi provvedimenti, violando i valori fondanti e i principi etici del M5s, dovrebbe almeno chiedere scusa”.

A favore hanno votato i due partiti di maggioranza Lega e M5s piu' Fratelli d'Italia, contro il Pd e Leu, mentre Forza Italia ha optato per l'astensione. A dispetto dei numeri agevoli per la maggioranza, si e' trattato di un iter costellato da polemiche e colpi di scena, culminati nel voto di martedi' sera delle commissioni riunite Ambiente e Lavori Pubblici sull'emendamento relativo al condono a Ischia, su cui il governo e' stato battuto per effetto della decisione dei senatori grillini dissidenti Gregorio De Falco e Paola Nugnes di votare contro le indicazioni del Movimento.

 Proprio sull'articolo 25 e sul condono per le abitazioni colpite dal sisma nell'isola campana, anche oggi, si e' concentrata la tensione tra maggioranza e opposizioni, che si e' trasformata in vera e propria bagarre al momento del voto finale. Che si sarebbe trattato di una seduta ad alta tensione era facilmente intuibile dall'inizio, quando ha preso la parola l'ex-premier Matteo Renzi per attaccare frontalmente M5s colpevole, a suo avviso, di aver "cancellato la parola onesta' in nome del condono a Ischia".   Ma il punto piu' alto della tensione si e' avuto quando il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli, piu' volte contestato da Pd e Forza Italia per le norme contenute nel Dl e per il fatto di prestare scarsa attenzione al dibattito parlamentare "giocando con il cellulare", secondo quanto affermato dal forzista Sandro Biasotti, ha platealmente esultato facendo il gesto del pugno. I parlamentari dell'opposizione hanno fortemente contestato l'atteggiamento del ministro, rivolgendosi alla presidente del Senato Elisabetti Alberti Casellati che ha parlato di "gesto poco commendevole".

La stessa presidente, al culmine delle contestazioni incrociate, ha pesantemente stigmatizzato il comportamento dei colleghi, ricordando le 43 vittime del crollo del ponte Morandi (per le quali e' stato osservato un minuto di raccoglimento in chiusura di seduta) e confessando di aver "immaginato un'aula diversa", dopo aver parlato di "asilo infantile" e di "brutto segnale per la democrazia parlamentare". Dopo aver chiesto la parola, Toninelli ha spiegato di aver esultato per "la citta' e la gente di Genova". "Grazie all'approvazione di questo decreto - ha aggiunto - 266 persone potranno tornare ad avere una casa". Il ministro non ha lesinato poi alle opposizioni, in particolare al Pd, una coda polemica, parlando di probabili "responsabili" della tragedia del ponte Morandi "che siedono in quest'aula". Sul fronte del governo, poco dopo l'approvazione del decreto, e' arrivato il commento del premier Giuseppe Conte, che ha espresso con un tweet la propria soddisfazione, scrivendo "abbiamo Genova nel cuore".

Anche il vicepremier leghista Matteo Salvini, da Napoli, ha affermato che questa "e' la risposta che la citta' si aspettava".   Resta sul tavolo, una volta convertito in legge il decreto, la questione dei dissidenti di M5s, alcuni dei quali, come e' noto, hanno messo in pericolo l'iter del dl: il senatore Gregorio De Falco, capofila dei malpancisti sul condono a Ischia, non solo non ha preso parte al voto, ma ha dichiarato di voler "fare di tutto" per cancellare le norme sull'isola campana approvate oggi. Anche le senatrici Paola Nugnes (che in commissione si era astenuta) ed Elena Fattori non hanno preso parte al voto.

Tra i grillini, la pattuglia degli assenti e' arrivata a dieci, considerando anche i senatori Mario Michele Giarrusso, Mario Turco e Vittoria Bogo Deledda che ieri, pero', avevano preannunciato la loro assenza per malattia, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Luigi Di Marzio (in congedo) e Cinzia Leone. Da segnalare anche, nelle fila leghiste, l'astensione di Umberto Bossi, che ha votato in modo difforme dal partito.

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