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Cronache
Dossieraggio/ Csm-Copasir: Melillo e Cantone chiedono di essere sentiti
Giovanni Melillo (Imagoeconomica)

Dossieraggio, Melillo e Cantone chiedono di essere sentiti

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e quello di Perugia Raffaele Cantone hanno chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, dal presidente della Commissione parlamentare antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sulle vicende relative al cosiddetto dossieraggio.

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"Consideriamo doveroso richiedere di valutare, con l’urgenza del caso, l’opportunità di disporre l’audizione degli scriventi al fine di rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni sulle vicende relative al dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna di codeste Istituzioni", si legge nella lettera. Secondo la procura di Perugia, scrive il Fatto Quotidiano, "ci sono stati accessi abusivi al sistema informatico delle cosiddette Sos, le operazioni ritenute sospette che gli operatori finanziari sono tenuti a segnalare. Informazioni che in alcuni casi sono state pubblicate in articoli di giornale: ecco perché nell’inchiesta sono coinvolti tre giornalisti del quotidiano Domani, che dunque sono indagati per aver fatto il loro dovere, cioè trovare e pubblicare notizie vere".  Ma non solo. A parte la questione dei cronisti, però, secondo i pm di Perugia- scrive il Fatto-  "il finanziere Striano utilizzava con troppa disinvoltura le banche dati: l’ipotesi è che i giornalisti non fossero gli unici destinatari delle informazioni estratte dagli archivi dall’investigatore: ecco perché la procura nel capo di imputazione che riguarda Striano elenca oltre 500 accessi “non consentiti”. In ogni caso, secondo quanto scrive l'Agi, l'ufficio di presidenza della commissione parlamentare Antimafia si riunirà domani, lunedì 4 marzo, per valutare la richiesta di audizione. 

Dossieraggio, la Lega: "Un attacco alla Repubblica e alla democrazia"

"L'inchiesta sugli spioni che setacciavano illegalmente i dati di centinaia di cittadini, soprattutto di centrodestra e in particolare politici e persone vicine alla Lega, rivela un quadro sconcertante", si legge in una nota diramata dalla Lega. "Siamo certi che i più alti vertici delle Istituzioni sapranno intervenire con chiarezza inequivocabile e chiederemo che il Copasir approfondisca la questione in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell'Antimafia", si legge ancora. "Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge Magistratura, Guardia di Finanza e giornali di sinistra, col risultato che in più di un'occasione le Procure hanno aperto inchieste basandosi su presunti scoop nati da notizie costruite a tavolino sulla base di dati ottenuti illegalmente", conclude la nota della Lega.

Dossieraggio, Palù: "Io spiato? Non ho niente da nascondere" 

“Io spiato come Renzi e Fedez? Non lo sapevo. E comunque guardino pure la mia dichiarazione dei redditi, prima della mia presidenza all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dopo. Vedranno, questi inquirenti, che per servire lo Stato io mi sono impoverito”. Così il virologo Giorgio Palù, che lo scorso 22 febbraio si è dimesso dalla presidenza dell’Aifa, commenta con l’Adnkronos Salute la notizia che lo vede tra gli 800 obiettivi “controllati” da giornalisti e finanzieri. Sapere di essere oggetto di dossieraggio non preoccupa affatto il prof. Palù. Anzi. “Non sapevo di essere in questa lista insieme a vip, politici e imprenditori. Ma che guardino bene. Non ho nulla da nascondere io – rimarca il virologo – E le dirò di più: non sono tranquillo ma tranquillissimo. Io ho servito per anni la res publica diventando più povero. Se chiederò chiarimenti alla Procura della Repubblica di Perugia? Non mi interessa”, conclude.

Dossieraggio, Vaia: "Io tra gli 800 spiati, amareggiato non merito questo"

Dalla lotta al Covid-19 a vittima di dossieraggio insieme a vip, imprenditori e politici. "Non meritavo tutto questo, sono profondamente colpito e amareggiato". È lo sfogo di Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, che con l'Adnkronos Salute commenta la notizia che lo vede tra gli 800 obiettivi 'controllati' da giornalisti e finanzieri. "Per quattro anni ho lavorato in prima linea per difendere la salute degli italiani, davvero non è piacevole trovarsi in questa situazione".

La notizia "mi è arrivata come un fulmine a ciel sereno alle 5 di questa mattina - racconta Vaia, che negli anni della pandemia ha ricoperto il ruolo di Direttore dell'Istituto nazionale delle malattie infettive Spallanzani di Roma -. Ad avvisarmi una telefonata di una giornalista. Non ci volevo credere, poi mi sono ricordato di un fatto". Quale? "Circa un mese fa nel mio ufficio c'è stata un'effrazione. Di più non posso dirle" aggiunge Vaia che non nasconde il fatto "di essere da tempo sotto scorta".

Torna, poi, sul suo impegno nel pieno dell’emergenza sanitaria: “Per quattro anni ho lavorato duramente per combattere il Covid e difendere la salute degli italiani, davvero non meritavo tutto questo. Resto un civil servant e continuo a fare il mio lavoro per tutelare la salute pubblica", tiene a precisare Vaia. "Il mio stato d'animo? Sono intristito e deluso ma comunque sereno. So già che dopo questo polverone non succederà nulla ma certo la situazione non è piacevole”. Alla domanda se chiederà chiarimenti alla Procura della Repubblica di Perugia la risposta è ferma: “Non lo so, so solo che continuerò a fare il mio lavoro come sempre”, conclude.

 

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