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Cronache
Elezioni Umbria, l'ombra della recessione sul voto. Industria ferma e povertà

Umbria: ombra della recessione sul voto, industria ferma e poverta'

Nel 2018 l'economia umbra ha continuato a crescere a un ritmo modesto, pari allo 0,6%, e la regione, "tra le piu' colpite dalla crisi economica e finanziaria, mostra difficolta' anche nella fase di ripresa". La diagnosi e' contenuta nel Rapporto della Banca d'Italia sull'economia della Regione, secondo cui all'ulteriore espansione delle esportazioni si e' contrapposto l'indebolimento di consumi e investimenti. L'analisi, affermano i tecnici di via Nazionale evidenzia "come tra i fattori strutturali che ancora frenano lo sviluppo dell'economia locale vi siano la bassa produttivita' del lavoro e il contenuto grado di innovazione delle imprese".

- IMPRESE, AGRICOLTURA FERMA E INDUSTRIA IN FRENATA - La produzione agricola si e' stabilizzata, dopo la flessione del biennio precedente. Quella industriale ha mostrato un progressivo rallentamento: vi ha influito il calo degli ordini registrato nella seconda parte del 2018. L'andamento del fatturato e' rimasto vivace nei comparti dell'alimentare, dell'abbigliamento e della siderurgia, che hanno beneficiato dell'accelerazione delle esportazioni. Si e' interrotta la crescita degli investimenti industriali; il ricorso agli incentivi fiscali, seppure in aumento, e' rimasto contenuto. Nell'edilizia sono emersi, dopo lungo tempo, lievi segnali di recupero sia nel segmento residenziale sia in quello delle opere pubbliche; vi ha contribuito, anche se in misura ridotta, l'avvio della ricostruzione post-terremoto. La modesta dinamica dei consumi delle famiglie si e' riflessa in un calo delle vendite commerciali. Nel turismo il numero di pernottamenti, pur recuperando appieno la perdita registrata in seguito agli eventi sismici, e' risultato pressoche' invariato rispetto ai livelli di inizio anni Duemila, segnale di una ridotta capacita' della regione di intercettare lo sviluppo dei flussi turistici mondiali. Sullo sviluppo del settore, afferma Bankitalia, pesano le difficolta' nel valorizzare e rendere accessibili le ricchezze del territorio, rispetto alle quali il gradimento dei turisti e' comunque tra i piu' elevati in Italia. La redditivita' delle imprese si e' ulteriormente rafforzata, riportandosi su livelli prossimi a quelli pre-crisi; ne hanno beneficiato la liquidita' e la capacita' di autofinanziamento. Dopo un triennio di espansione i prestiti al settore produttivo sono tornati a diminuire anche per le minori richieste dirette a sostenere gli investimenti. L'andamento si e' confermato peggiore per le aziende piu' rischiose.

- LAVORO, MERCATO RESTA STAZIONARIO - Alla debole fase di ripresa si sono associati livelli occupazionali ancora stazionari. Le ore lavorate hanno invece continuato a crescere, anche per la forte riduzione del ricorso alla Cassa integrazione. Tra i lavoratori dipendenti sono tornate ad aumentare le assunzioni stabili, grazie all'elevato numero di trasformazioni di contratti a tempo determinato precedentemente avviati. Il tasso di disoccupazione si e' ridotto per la minore offerta di lavoro connessa anche con un'accresciuta partecipazione dei giovani ad attivita' di studio e formazione. Tra i disoccupati la quota di coloro che percepiscono un sussidio e' aumentata e risulta superiore alla media nazionale. 

- FAMIGLIE, RESTA ALTA LA POVERTA' ASSOLUTA - La valutazione delle famiglie umbre sulla propria situazione economica e' migliorata. Il reddito disponibile si e' lievemente incrementato. L'incidenza delle situazioni di poverta' assoluta e' rimasta elevata; la distribuzione del reddito da lavoro si mantiene tuttavia piu' equilibrata rispetto all'Italia. I finanziamenti alle famiglie hanno continuato a crescere, soprattutto per il credito al consumo. Anche la domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni si e' ripresa, beneficiando di tassi di interesse in ulteriore calo.

- BANCHE, SEMPRE MENO FILIALI - Il ridimensionamento della rete territoriale delle banche presenti in regione e' proseguito; vi e' corrisposto lo sviluppo dei canali innovativi di contatto con la clientela e degli strumenti di pagamento alternativi al contante, la cui diffusione in Umbria e' comunque inferiore rispetto al resto del Paese. La crescita dei prestiti erogati in regione ha rallentato fino ad annullarsi nei primi mesi dell'anno corrente, risentendo soprattutto della minore domanda di finanziamenti delle imprese. I criteri di offerta adottati dagli intermediari si sono mantenuti nel complesso favorevoli pur evidenziando primi segnali di irrigidimento. La qualita' del credito e' ulteriormente migliorata; l'incidenza dello stock di partite anomale ha continuato a diminuire a ritmi sostenuti per l'intensificarsi delle operazioni di cessione delle sofferenze.

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