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Cronache
Erba, Tarfusser: "Ecco le nuove prove che assolvono Olindo e Rosa". Le carte

Strage di Erba, Tarfusser ad Affari: "Ecco le nuove prove che faranno assolvere Olindo e Rosa". L'istanza di revisione

Non ha mai incontrato di persona Olindo Romano e Rosa Bazzi, ma Cuno Tarfusser ne è certo: i due coniugi condannati all’ergastolo per la strage di Erba devono essere prosciolti.

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L’ex giudice della Corte Penale Internazionale e sostituto Procuratore Generale della Corte d’Appello di Milano lo ha scritto, nero su bianco, nelle 58 pagine dell’istanza di revisione che noi di Affaritaliani.it pubblichiamo nella sua interezza. A convincerlo “le nuove consulenze tecniche” e la “debolezza delle prove allora raccolte che, forse, non erano sufficienti a giustificare la condanna all’ergastolo”. Quelle stesse prove, dice Tarfusser, che “analizzate alla luce della scienza e della tecnica sviluppatesi in questi 17 anni, ora sono debolissime. e non raggiungono per nulla la soglia dell’‘aldilà del ragionevole dubbio’”.

SCARICA E LEGGI L’ISTANZA DI REVISIONE CHE HA CONVINTO I GIUDICI DI BRESCIA

Affaritaliani.it ha approfondito proprio con il sostituto Procuratore Generale gli elementi, contenuti nell’istanza di revisione, che hanno convinto la Corte d’Appello di Brescia ad ammettere quest'ultima e a dare una speranza ad Olindo Romano e Rosa Bazzi.

Partiamo dalla prova scientifica che ha portato alla condanna, le macchie di sangue rinvenute sull’auto dei coniugi

La correggo, LA macchia di sangue, anzi aggiungo: la PRESUNTA macchia di sangue. In base agli atti è stata repertata sul battitacco dell’auto, ma nella foto di quest'ultima (come si può vedere nell’istanza, ndr) quella macchia non è visibile. Sostegno che di questa traccia di sangue non c’è riscontro negli atti. Nell’immagine non si vede.

Ne consegue che l’operazione di ispezione, di repertazione, di verbalizzazione e di trasmissione sono avvenute, non solo in tempi e con modalità, a dir poco, non trasparenti e non tracciabili, ma anche con stupefacente superficialità.

Lei parla anche di “nuova prova” relativa a questa presunta macchia di sangue. Si spieghi meglio

Una nuova consulenza tecnica ha affermato, detto in termini chiari e crudi, che le caratteristiche delle tracce ematiche “non risultano conciliabili con quanto sarebbe lecito attendersi” da quelle repertate. Ossia che quanto analizzato non è quanto apparentemente prelevato. Il che vuol dire che non è in alcun modo stata rispettata la chain of custody.

C’è, però, il riconoscimento dell’unico sopravvissuto, Mario Frigerio, che indica i coniugi come responsabili…

Un riconoscimento che io definisco “a tappe”. Perché Frigerio nel primo esame, che tendenzialmente è quello più immediato, descrive una persona che non ha affatto le sembianze di Olindo Romano, che pur conosceva. Il nome Olindo gli viene fatto dagli inquirenti più di una volta e secondo la neuropsichiatria moderna questo non è un riconoscimento autentico. C’è stata una sorta di inoculazione di un falso ricordo.

Cosa mi dice, invece, della confessione che hanno reso Olindo e Rosa? Anche quella sarebbe stata estorta?

Non uso il termine estorcere, ma comunque entrambi vi arrivano dopo che hanno più volte detto di essere estranei ai fatti. Credo che Olindo e Rosa si siano addossati la responsabilità sulla base di una pressione alla quale era difficile resistere, o comunque di un ambiente che ha fatto loro pressione. Hanno visto la confessione come una via d’uscita.

Fino ad ora, però, mi ha parlato delle stesse “prove” che hanno portato alla condanna, di fatto sconfessandole

Il concetto di “nuove prove” è giuridicamente ampio. Non si tratta solo di prove fisicamente e naturalisticamente diverse, ma anche di quelle che esistevano allora e non sono state esaminate, e di quelle che sono state esaminate allora ma sono esaminabili nuovamente alla luce di un diverso approccio. Così dice la Corte di Cassazione.

Le dico io, allora, una cosa “nuova”: si parla anche di una presunta vendetta nei confronti di Azouz Marzouk, per motivi legati alla droga…

Non è compito mio stabilirlo, né indagare in tal senso. Sarà la polizia giudiziaria e la procura di Como che dovranno approfondire eventualmente nuove piste. Quello che conta è che c’è stato il vaglio di ammissibilità, che è una “conoscenza sommaria”. Sembra che ci sia, dagli atti, “trippa per gatti” per indagare a fondo.

E se si arrivasse all’assoluzione di Olindo e Rosa? L’intero sistema giudiziario tremerebbe

Io faccio un passo alla volta, senza saltare gli ostacoli, il condizionale non mi piace. Ora ci sarà il processo, che potrà finire o con la condanna o con l’assoluzione. Quello che però bisogna ricordare è che la possibilità di un errore giudiziaria è prevista dalla Costituzione! Ovviamente si spera che ce ne siano pochi… . Certamente il clamore mediatico attorno alla vicenda è parecchio controproducente, ma credo che i giudici della Corte d’Appello di Brescia saranno sufficientemente professionali da guardare gli atti e non i media.

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