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Cronache
Eternit bis, Cassazione: 4 processi per omicidio colposo

Eternit bis: Cassazione, 4 processi per omicidio colposo

Via libera della Cassazione ai processi, suddivisi tra gli uffici giudiziari di Vercelli, Torino, Napoli e Reggio Emilia, per omicidio colposo a carico del magnate svizzero Stephan Schmidheiny, unico imputato del procedimento Eternit bis, riguardante la morte di 258 persone provocata dall'amianto negli stabilimenti italiani Eternit e nei territori limitrofi. La prima sezione penale della Suprema Corte ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale di Torino contro la decisione del gup di derubricare l'ipotesi di reato da omicidio volontario a omicidio colposo, con la conseguente suddivisione in 4 tronconi distinti del processo, poiche', venendo meno l'ipotesi dolosa, cade anche la formula della continuazione dei reati contestati. Per questo, i 4 uffici giudiziari (Vercelli sara' competente sugli episodi avvenuti nell'area di Casale Monferrato, dove ci fu il numero piu' alto di morti) si occuperanno ciascuno dei singoli casi di decesso registrati nel proprio distretto di competenza.

Il processo Eternit bis ha preso il via nel maggio 2015: unico imputato Schmidheiny, condannato in appello a Torino a 18 anni di carcere per il reato di disastro ambientale, dichiarato poi prescritto in Cassazione nel novembre 2014. La Corte specifico' che non erano stati "oggetto del giudizio i singoli episodi di morti e patologie sopravvenute" e il pm Raffaele Guariniello, oggi in pensione, decise quindi di contestare all'imputato l'omicidio doloso aggravato in relazione a 258 decessi, di ex lavoratori e di residenti, avvenuti tra il 1989 e il 2014, per mesotelioma pleurico causato dall'amianto, ma il gup Federica Bompieri, nel novembre dello scorso anno, non condivise tale tesi, riqualificando l'imputazione in omicidio colposo. Anche il sostituto pg Delia Cardia, nell'udienza a porte chiuse svolta ieri al 'Palazzaccio', aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso della Procura di Torino. Le parti civili - tra cui il Comune di Casale Monferrato, l'Inail e l'Osservatorio nazionale sull'amianto - erano intervenute in udienza a sostegno delle tesi illustrate dai pm torinesi nel loro ricorso. 

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