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Cronache
Ex Ilva, Conte: "Arcelor rispetti i patti. No alla scusa dello scudo penale"

ArcelorMittal: Conte, difenderemo 9 mila famiglie e indotto

All'ex Ilva "non sono solo in gioco 9 mila famiglie ma c'e' tutto unindotto molto piu' cospicuo. Faremo di tutto per difendere gliinvestimenti produttivi e questa comunita' di persone che lavorano anchenell'indotto". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte,a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico diMilano. 

Sull'ex Ilva "non stiamo parlando di un'acquisizione fatta tramite una vicenda di mercato. C'è stata una procedura di evidenza pubblica, c'è stata un'aggiudicazione a esito di una gara ed è stato stipulato un contratto. Ci sono impegni contrattuali da rispettare e su questo saremo inflessibili". Così aveva già commentato in mattinata il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo la decisione di ArcelorMittal di recedere dall’accordo siglato un anno fa. "Non si può pensare di cambiare una strategia imprenditoriale adducendo a giustificazione uno scudo penale che peraltro non è previsto contrattualmente", ha poi aggiunto. "Io domani incontro i vertici dell'azienda, non incontro Jindal. Il nostro interlocutore è chi c'è adesso e che deve rispettare gli impegni contrattuali", ha detto ancora Conte a chi gli chiedeva delle indiscrezioni secondo cui Matteo Renzi sarebbe in contatto con il gruppo Jindal per un nuova cordata per l'ex Ilva.

Sull'ex Ilva "a noi preme che non solo sia assicurata la continuità di questi investimenti produttivi ma che sia assolutamente rispettato il livello occupazionale", ha sottolineato allora Conte il quale ha ricordato che "non sono solo in gioco 9mila famiglie, ma c'è tutto l'indotto molto più cospicuo e noi faremo di tutto per difendere questi investimenti produttivi e questa comunità di persone che lavorano anche estese all'indotto". Inoltre "pretendiamo che siano rispettati gli impegni sulle bonifiche ambientali, un tassello fondamentale della complessa strategia imprenditoriale per quel polo industriale", ha aggiunto Conte.

Slittato dunque a domani alle 11 il vertice governo-ArcelorMittal, viene nel frattempo definita una 'boutade' l'ipotesi di una cordata che vede l'ingresso di Cassa e Depositi e Prestiti. A escludere questa eventualità sono fonti finanziarie interpellate dall'Adnkronos, in riferimento a notizie secondo le quali l'ex premier Matteo Renzi, starebbe al lavoro per un'alternativa che replicherebbe la cordata, scesa in campo contro ArcelorMittal, con gli indiani di Jindal, Arvedi e Cdp. "Non c'è assolutamente nulla", riferiscono le stesse fonti evidenziando che Cassa Depositi e Prestiti, che non è un fondo salva imprese, da statuto non può intervenire in operazioni di salvataggio di aziende in crisi.

"Il governo non accetta ultimatum. Riteniamo che il recesso non sia giustificato, come ha affermato invece l'azienda. Il governo ha immediatamente convocato le parti sociali e l'azienda stessa, le incontrerà e poi prenderà le sue decisioni", ha detto Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

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