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Cronache
Fedez-Ferragni e la vandalizzazione del cibo. Ne hanno combinata un'altra...
foto Instagram

Chiara Ferragni e Fedez, coppia multimilionaria che nemmeno Bonolis moglie possono insidiare, ne ha combinata un’altra.

L’ultima il compleanno del rapper: affittato un Carrefour in cui hanno spazzato un po’ di bottiglie di vino e (sembra) vandalizzato cibo, in specie panettoni, tirandoseli.

Risultato? Grandi critiche su Instagram, nuovo tempio mondiale dell’esibizionismo un po’ coatto.

Fedez, impaurito (?) toglie l’account, ma poi lo rimette.

Mi si nota di più se ho l’account o se non ce l’ho, riedizione Moretti anni contemporanei dell’antico dilemma della festa.

Perché ne parliamo?

Si tratta solo di semplice cronaca vippara più o meno rosa?

No, è qualcosa di più. O meglio, un’analisi approfondita ci svela che questi comportamenti importati del resto (come molte cose deteriori della nostra società) dagli Usa sono sociologia e come tale ci spiegano il degrado della società occidentale e perché poi ci sia stata una reazione populista mondiale ed italiana in particolare.

La gente ne ha le tasche piene di milionarii pseudo falce e martello rolexato con diamanti, come Fedez, che da radical chic, buttano milioni di euro, mentre i poveri veri non ce la fanno. Anzi, non solo i poveri, gli antichi proletari marxiani, ma anche la piccola e media borghesia ha ora problemi economici. E poi si deve sorbire le stramberie del riccone di turno, milionario grazie a quella globalizzazione a cui si oppone il sovranismo del buon senso antico.

La gente è stufa di questi supposti “divi” che umiliano il denaro. È stufa anche dei social, importanti furbamente da Zuckerberg per fotterci i dati e la reazione è quella che si vista da noi il 4 marzo. Ecco perché ne parliamo con preoccupazione e fastidio.

Ed ancora Maurizio Martina, che stranamente assomiglia sempre di più ad Abramo Lincoln, che ci arringa. Fedez è figlio suo e della globalizzazione e se non capisce questo è inutile che se ne va a Tor Bella Monaca a fare i suoi direttivi anni ’70, sudati e con i maglioni infeltriti. Prima combatta questi fenomeni tornando alle origini di una sinistra ora snaturata e poi faccia (nel caso, ma non è necessario) i predicozzi.

 

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Tags:
chiara ferragnifedezglobalizzazionemaurizio martinasovranismo
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