Filtri Dukic,Motorizzazione assolta: "Dpf modo migliore per ridurre emissioni"
Si conclude la vicenda dei filtri Dukic. Assolta la Motorizzazione civile. "Dpf tecnologia migliore per ridurre emissioni"
FILTRI DUKIC, ASSOLTA LA MOTORIZZAZIONE CIVILE
Otto anni di passione. Alla fine, l'assoluzione perché il fatto non sussiste. Si è concluso il calvario giudiziario per la Motorizzazione civile nel caso dei filtri Dukic. Il procedimento giudiziario avviato nel 2010 si è concluso con una totale assoluzione per l’ex direttore generale della Motorizzazione civile, Maurizio Vitelli, e del dirigente dello stesso ufficio del ministero dei Trasporti, Vito Di Santo. Come spiega Quattroruote, la giudice per le indagini preliminari, Angela Gerardi, dopo che già il pubblico ministero aveva chiesto al Gip l’archiviazione del procedimento “ritenendo insussistenti gli elementi costitutivi del reato ipotizzato”, ha pronunciato la sentenza di assoluzione.
FILTRI DUKIC, IL CASO GIUDIZIARIO
Il caso era nato da una denuncia denuncia presentata da Anna Dukic, legale rappresentante della società Dukic Day Dream, produttrice del sistema Tre D Car Van, finalizzato all’abbattimento della massa di particolato emessa da autovetture e autocarri di massa complessiva fino a 3,5 tonnellate durante la circolazione. In pratica, secondo l’azienda, l’installazione del dispositivo su veicoli con classe di emissione Euro 3 avrebbe consentito la loro riclassificazione nella categoria immediatamente superiore, cioè Euro 4. Ma secondo la Motorizzazione alcuni parametri: per esempio mancava la prova di durabilità, indispensabile per verificare che il livello di riduzione della massa di particolato rimanesse costante nel tempo nelle ordinarie condizioni di uso del veicolo. Non solo. Il dispositivo avrebbe dovuto essere testato per tre volte e non una sola.
"FILTRO ANTIPARTICOLATO MIGLIORE TECNOLOGIA DISPONIBILE PER RIDURRE LE EMISSIONI"
A quel punto la società Dukic fa ricorso al Tar e si rivolge anche alla Procura di Roma. Dopo una serie di archiviazioni, arriva finalmente la parola fine. Dopo aver ribadito la correttezza dell’operato degli imputati, spiega sempre Quattroruote, il giudice si sofferma sui presunti rischi per la salute pubblica derivanti dall’adozione dei filtri antiparticolato, sollevati dalla Dukic, citando gli studi del Cnr e dell’Istituto superiore di sanità. “Alla luce di tali studi”, si legge nella sentenza, “a oggi il filtro antiparticolato si ritiene la migliore tecnologia disponibile per ridurre le emissioni di particolato allo scarico dei motori diesel sia in termini di massa che di numero di particelle”. E a proposito del diniego all’omologazione dei filtri Dukic, il Gip scrive che “va ricondotto a una pluralità di fattori tra cui il mancato impegno della ditta a effettuare le prove di durabilità”. Per questo motivo, conclude la giudice Gerardi, non può che concludersi nel senso della insussistenza della prova del reato contestato agli imputati, nei cui confronti, pertanto, deve pronunciarsi sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste”