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Cronache
Guerre, dissidi e ricorsi. Il pasticcio dell'accorpamento della Forestale

I sindacati di Polizia svelano le conseguenze dell'accorpamento della Forestale

“Di giorno in giorno troviamo nelle pagine dei giornali come anche nelle parole di tutti i lavoratori del Comparto i segni tangibili delle conseguenze nefaste prodotte dall’improvvida iniziativa con cui il Corpo Forestale dello Stato è stato accorpato ad altre Amministrazioni. Un grandissimo pasticcio, che ha scatenato malcontenti, dissidi, vere e proprie guerre per l’accaparramento di mezzi, fondi e uomini, ricorsi che continuano a grandinare dagli ex Forestali, militari che non vogliono ‘mischiarsi’ a chi proviene dai ruoli civili e civili che non vogliono essere costretti a scegliere lo status di militari dopo una vita spesa a fare un lavoro che gli si vuole distruggere. La situazione non può che peggiorare ed a pagarne le spese saranno i cittadini, come al solito, succubi del menefreghismo e dell’approssimazione di chi governa il paese. Senza contare le sorti di migliaia e migliaia di lavoratori che hanno volti, storie, anime, i quali vengono trattati con la stessa attenzione di chi deve far quadrare i conti dopo una cena in pizzeria”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna sulla questione dell’accorpamento della Forestale per lo più nell’Arma dei Carabinieri e in piccola parte in altre Amministrazioni, a seguito del provvedimento del Ministro Madia pesantemente contestato, anche e soprattutto, dal Sindacato Indipendente che si è affiancato alle proteste degli stessi Forestali. L’occasione è rappresentata da articoli di stampa che descrivono una sorta di dura competizione fra Arma e Vigili del Fuoco per l’accaparramento del servizio di antincendio boschivo e con esso di uomini e relativi mezzi. “Questa - insiste Maccari - è solo una delle tante magagne che stanno venendo fuori rispetto a una riforma inutile e dannosa, a cui certamente non si è arrivati debitamente pronti e preparati, e che sul piano pratico sta producendo solo problemi e addirittura, come si legge a proposito del braccio di ferro sull’attività antincendio, un’ambigua sovrapposizione che rischia di superare la concorrenza e sfociare nel cortocircuito. Sullo sfondo, come denunciamo da sempre, il dramma di 7.000 Operatori del Corpo Forestale messi di fronte alla scelta di subire la militarizzazione forzata come se vivessimo in un buio regime, o di rinunciare di fatto al proprio lavoro di sempre. In entrambi i casi una folle compromissione di un universo che ha una storia bicentenaria, un bagaglio inestimabile di competenze, un’identità che va disperdendosi perché diluita in una realtà, quella militare, che non gli appartiene. Fermo restando che anche quest’ultima subisce una forzatura non da poco, a causa della promiscua mescolanza con tanti lavoratori che dal giorno alla notte cambiano status, perdono diritti, si vedono la vita stravolta. Non si diventa militari nel tempo che ci vuole a sottoscrivere una riforma. E gli Operatori civili non possono perdere, nel medesimo batter di ciglia, diritti acquisiti in anni e anni di lotte. Né si può, per compiacere un Governo, piegarsi a una folle corsa a fare a pezzetti un mondo come quello del Corpo Forestale per poi trapiantarne i resti di qua e di là, senza una programmazione adeguata, senza un passaggio graduale, senza una riorganizzazione vera che tenga conto delle persone che stanno dentro le divise, e non solo ai tasti della calcolatrice”.

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forestale poliziacarabinieri forestaleaccorpamento forestale
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