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Cronache
Forze dell'ordine aggredite: io mi schiero con mogli, madri, sorelle e figli

E' giusto che ad ogni manifestazione le forze dell'ordine debbano fungere da paraventi, punching ball o scudi umani, contro cui si scaglia la rabbia di alcuni manifestanti?

Se permettete, io mi schiero con gli agenti che mettono a repentaglio quotidianamente  la propria incolumità, spesso sbeffeggiati, insultati,derisi e condannati dall'opinione pubblica se reagiscono agli assalti dei facinorosi.

Io non discuto il diritto a manifestare ed accetto, anzi auspico, un civile dissenso perchè è il sale di una democrazia compiuta, ma condanno quei lanzichenecchi che alle manifestazioni partecipano bardati con caschi, spranghe, bombe carta, passamontagna, manganelli, tirapugni.
Chi non rispetta i concittadini in divisa nega la stessa idea di democrazia ed il suo autentico e corretto esercizio.

Chiedo alle tante anime belle che si preoccupano della incolumità dei manifestanti violenti, avete mai pensato all'incolumità delle forze dell'ordine,come è sottolineato dalla toccante lettera inviata ad Avvenire, da una moglie di un uomo in divisa?
Le parole della signora rendono perfettamente conto dello stato d'animo e dei sentimenti delle famiglie dei rappresentanti delle Forze dell’ordine. Ogni volta che il congiunto esce per un servizio non sanno se tornerà sano e salvo, mentre politici, istituzioni e media si ricordano dei tutori dell'ordine solo quando vengono feriti, o peggio uccisi, da delinquenti o manifestanti violenti.  
Chiedo ai politici che pontificano a posteriori  dietro ad una scrivania, qualcuno ha mai pensato alle spalle fratture degli agenti di polizia di Piacenza o ai malleoli fratturati del vigile di Bologna?
Qualcuno tempo fa, lanciò l’idea balzana  di posizionare un identificativo sul casco o sulla divisa delle forze dell'ordine, peccato che  l’ex Segretario generale del Coisp  Maccari, dichiarò che il numero identificativo per i poliziotti era inaccettabile  per evidenti motivi di incolumità personale,esponendo ad evidenti ritorsioni,non solo l’agente,ma anche i familiari. A questo punto, io pretendo che se si autorizza  il numero identificativo sul casco dell'agente, si ponga la stessa intransigenza  nell’identificare i manifestanti, fornendoli obbligatoriamente di  un pettorale, con relativo numero identificativo, in maniera tale da renderli immediatamente identificabili e perseguibili all'occorrenza!

Perchè a Bologna non  si materializzano le “Madri coraggio”, come Toya Graham di Baltimora, immortalata in un video della Abc, mentre va a riprendersi il figlio che lanciava sassi contro la polizia e lo “gonfia” di schiaffoni in mondovisione?
 
In Italia ed, in particolar modo, a Bologna  funziona in maniera opposta e le madri chiocce iperprotettive scusano a prescindere i propri "rampolli"violenti, ma la prontezza della giustificazione si traduce nella giustificazione di qualsiasi comportamento anche illegittimo e ciò è diseducativo.

È giunta l'ora di fermare i soliti professionisti della violenza, i pendolari dello sfascismo in servizio permanente effettivo, ripetutamente identificati e denunciati per reati plurimi.

La linea ultramorbida adottata dalle istituzioni deve cessare per evitare che le manifestazioni diventino un terribile “parco gioco” per questi professionisti della guerriglia urbana e, se permettete, io sto dalla parte dei ragazzi della forze dell'ordine che rischiano la vita per poco meno di 1.200 euro mensili.
Anche Pasolini nel 1968,in concomitanza con gli scontri di Villa Giulia a Roma, simpatizzò per le forze dell’ordine e  puntò il dito contro questi ragazzi viziati,  figli della ricca borghesia che si scagliavano contro i veri figli del popolo,identificati nei poliziotti.

“A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi manifestanti ,  eravate i ricchi,
mentre i poliziotti  erano i poveri. Bella vittoria, dunque,

la vostra!  Perché voi siete borghesi

e quindi anticomunisti. Voi  siete una nuova

specie idealista di qualunquisti: come i vostri padri ”.

Tags:
forse dell'ordinepoliziacarabiniere aggredito
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