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Cronache
Genitori Renzi, i dubbi sui tempi degli arresti: ecco la cronologia
Foto LaPresse

5 luglio 2018. La Guardia di Finanza presenta la sua ultima informativa in merito all'inchiesta sui genitori di Renzi.

28 ottobre 2018. Il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo firma la richiesta del procuratore aggiunto Luca Turco del provvedimento di custodia cautelare per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, depositata presso l'ufficio del gip di Firenze.

13 febbraio 2019. Il gip Angela Fantechi deposita l'ordinanza per esecuzione che dispone gli arresti domiciliari.

14 febbraio 2019. La Procura di Firenze entra in possesso del provvedimento.

18 febbraio 2019. Ore 18,53. Il provvedimento viene notificato agli indagati, un paio d'ore prima dell'esito del voto di Rousseau sul caso Diciotti.

E' questa la cronologia dell'inchiesta e dei provvedimenti che hanno portato agli arresti domiciliari dei genitori di Renzi. Una cronologia che ha destato qualche perplessità, in particolare per tre motivi.

Il primo: i quattro mesi intercorsi tra la richiesta di custodia cautelare della procura e il deposito dell'ordinanza da parte del gip. In realtà, questi quattro mesi sarebbero un tempo considerato "congruo" dagli stessi pubblici ministeri per la complessità del materiale da studiare e anche per la "mole di arretrato nell'ufficio gip di Firenze continua ad essere molto imponente".

Il secondo: i quattro giorni trascorsi tra il momento in cui la procura entra in possesso dell'ordinanza del gip e la notifica del provvedimento. Secondo quanto risulta, la scorsa settimana il procuratore aggiunto Luca Turco si trovava per qualche giorno in ferie, in settimana bianca. Secondo Repubblica, Turco si sarebbe reso disponibile a tornare in anticipo nel fine settimana ma alla fine si sarebbe deciso di slittare all'inizio di questa settimana.

Il terzo: l'orario, considerato da molti anomalo, della notifica. Solitamente gli arresti sono infatti effettuati nelle prime ore del mattino. In questo caso, gli inquirenti avrebbero in effetti preparato la notifica per martedì 19 febbraio nel mattino, salvo poi dover anticipare a lunedì sera a causa di un viaggio che Mariano Massone, anche lui destinatario del provvedimento insieme ai genitori di Renzi, avrebbe dovuto effettuare nei giorni successivi fuori dalla Liguria.

Questa serie di eventi e coincidenze ha portato alla quasi simultaneità tra la notifica del provvedimento e la votazione di Rousseau sul caso Diciotti, scatenando anche i sospetti di Matteo Renzi che ha parlato di "capolavoro mediatico".

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