Genova, sversamento petrolio: rientra l'allarme
Ma è ancora caccia alle chiazze in mare
Due navi d'altura più altre due inviate dal ministero dell'Ambiente per intervenire su quelle macchie oleose che, dopo il cedimento della diga sul Polcevera, hanno scatenato il panico nei Comuni costieri. Il satellite, in particolare, ha messo in evidenza una striscia di materiale oleoso di 2 chilometri larga 500 metri che ha preso il largo davanti a Genova, trasportata a Ponente dalla corrente e dal vento.
I mezzi antinquinamento di Castalia giunti ieri da Livorno e Civitavecchia, infatti, stanno aggredendo piccole chiazze di materiale iridescente che si trovano ancora a 8 miglia dalla costa tra Arenzano, Cogoleto e Varazze. Tra Savona e Imperia invece restano solo due aree di iridescenza lunghe circa 2 miglia che, secondo gli esperti, potrebbero dissolversi già in giornata. Intanto è stato revocato, ma solo per il Savonese, lo stato di emergenza locale proclamato dalla Capitaneria di porto.
E dopo la ricognizione aerea effettuata ieri pomeriggio a bordo di un Atr42 della guardia costiera, l'ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante del porto di Genova, ha avuto modo di rilevare come le chiazze già segnalate dalle immagini satellitari dell'Emsa risultano degradate e notevolmente ridotte di dimensioni.
Al momento - si legge nel comunicato della Guardia costiera - "risultano presenti tre piccole chiazze al largo del tratto litoraneo tra Arenzano e Cogoleto delle dimensioni di circa 600 metri ciascuna per non più di 100 metri di larghezza. La consistenza di queste tre chiazze è sempre a livello di iridescenza ma presentano alcuni punti di sostanza oleosa più consistente, sulla quale in queste ore interverrà il mezzo d'altura della Castalia che già sta operando nel Ponente genovese".
"Altre tre chiazze sono state rilevate una 8 miglia al largo di Savona e due a circa 4 miglia al largo di Imperia. Si presentano con una lunghezza di circa 2-3 miglia ciascuna e di poche decine di metri di larghezza, e in ogni caso si tratta di leggera iridescenza in via di dissolvimento. Vicino alle spiagge di Savona e Albissola gli uomini della Capitaneria hanno inoltre rilevato, stamani, la presenza di piccole macchie di prodotto, ma si tratta certamente di limitati effetti derivanti dalle iridescenze presenti ieri al largo di quel tratto di costa".
"In considerazione di ciò, non si esclude che lo stato di emergenza locale, possa essere dichiarato cessato limitatamente alla zona del Savonese. La situazione più sotto stretto controllo e dove si concentrano maggiormente gli sforzi, resta quella del Ponente genovese e degli specchi acquei portuali, dove le chiazze di sostanza si presentano più vive, in quanto alimentate dalla corrente del Polcevera".
"Qui, oltre ai 50 autospurgo che operano lungo il corso del torrente, il presidio di contenimento e bonifica costituito dai mezzi navali costieri e da quelli d'altura, nonché dalle barriere di confinamento continua ad operare con intensità, in modo da giungere in tempi brevi ad una definitiva soluzione dell'emergenza".
"Siamo sulla buona strada - ha detto Pettorino ai microfoni di SkyTg24 -. Abbiamo molti mezzi, la situazione è sotto controllo, noi abbiamo lanciato l'emergenza locale per avere più mezzi possibili. La situazione va progressivamente migliorando anche per le acque portuali. Io credo che il petrolio che abbiamo visto fuori sia il petrolio uscito nelle prime ore, anche perché le forze delle irridescenze erano molto basse", ha aggiunto.
Di certo c'è che il bel tempo e la tramontana stanno aiutando a contenere l'emergenza. E mentre a terra si lavora con i tubi sifonati per ripristinare la diga (più l'autospurgo per rimuovere il percolato tanto sul Polcevera quanto sui due affluenti), la Iplom, raffineria responsabile della bonifica, si appresta a presentare alla procura - martedì 26 aprile - un piano per il dissequestro dell'area adiacente alla rottura del tubo, in modo da poter riattivare l'oleodotto. Proprio da domani, scatterà la cassa integrazione per i 240 dipendenti.