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Cronache
Il destino delle sardine, tra malessere attuale e piacere della togetherness
La manifestazione delle "sardine" a Milano

Non ho mai nascosto il mio disprezzo per il Movimento 5 Stelle. Sono sempre stato convinto che sarebbe scoppiato come una bolla di sapone - anche quando, nel 2018, sembrò avesse definitivamente trionfato - e certo non cambierò opinione oggi, quando l’evento sembra prossimo. Anzi estenderò il mio giudizio al neonato fenomeno delle “Sardine”, malgrado il loro attuale successo e le belle foto delle piazze piene. Ma devo precisare che la parola disprezzo, dalle connotazioni graveolenti, in questo caso va intesa nel suo significato etimologico e quasi asettico. Non si tratta di arricciare il naso, si tratta di giudicare una cosa di poco prezzo e di poco valore intellettuale.

La mente umana è un meccanismo tanto complesso da scoraggiare un’analisi approfondita. E, tuttavia l’impresa diviene meno impervia se, invece di voler comprendere un singolo individuo, vogliamo comprendere una massa. In questo secondo caso le sottigliezze scompaiono e molte differenze si compensano. Tanto che alla fine esamineremo un organismo che, curiosamente, è molto meno intelligente dei suoi singoli componenti.

Ne fornisce una prova il codice penale - testo tutt’altro che sentimentale - secondo il quale costituisce un’attenuante (tanto che la pena edittale è ridotta di un terzo) “l’avere agito per suggestione di una folla in tumulto”. Infatti nella massa l’uomo tende a rinunziare al proprio senso critico personale e riduce la sua bussola a questo elementare assioma: “Lo fanno tutti e lo faccio anch’io”.

Questo spiega anche il successo di certe idee o dottrine. In sé, saranno complesse e meriteranno l’attenzione degli studiosi, ma per la massa si riducono ad una sola idea, assolutamente elementare. Il socialismo, per esempio, e suo figlio, il comunismo, nascono dal dogma che i poveri siano poveri per colpa dei ricchi, e che questo divario va, se possibile, annullato. Né diversamente vanno le cose per il Cristianesimo. Questa religione, come dottrina si è addirittura creata una branca della filosofia, la Scolastica; ma come fenomeno sociale si riduce alla speranza di sopravvivere alla morte. E all’idea piuttosto banale che vivremmo meglio, se gli altri fossero più buoni.

Ciò spiega perché tanti che si dicono “cattolici” non lo sono. Infatti non conoscono la loro religione, non ne tengono conto e non l’osservano. Alcuni si dichiarano anticlericali e si credono lo stesso buoni cattolici. Ma ciò malgrado la religione sopravvive da duemila anni (e probabilmente sopravvivrà persino a un papa come Francesco) perché la paura della morte non è meno forte oggi che in passato.

Poi, in concreto, ci si accorge che seguendo questi principi non tutto va come si sarebbe desiderato, e nasce l’antitesi. In politica nasce il liberalismo e in materia di religione nascono la tolleranza e il laicismo. E la guerra fra questi opposti non finisce mai, perché non si sfianca mai la molla che li anima. Dagli Anni Venti agli Anni Ottanta del XX Secolo l’umanità ha ben visto che l’ideale dell’uguaglianza e della prosperità dei poveri era smentito dalla realtà dei Paesi del Socialismo Reale, ma non per questo i partiti comunisti sono spariti dall’Occidente. Perché, come la paura della morte, non è mai venuta meno la speranza dei poveri di divenire ricchi senza sforzo e a spese altrui.

Così torniamo al severo giudizio sui Movimenti citati prima. Il loro torto non è quello di avere una dottrina sbagliata: il loro torto è quello di non avere una dottrina, cioè un’idea forza abbastanza semplice per durare nel tempo. La protesta contro l’esistente può far sorgere una dottrina, ma protesta e dottrina non coincidono. A nessuno piace l’idea di morire (ecco la protesta) ma il successo del Cristianesimo dipende dalla risposta a questa angoscia, la dottrina dell’anima immortale. Il socialismo, il Cristianesimo, il M5s e ogni altro populismo nascono dallo scontento degli uomini, ma sopravvivono soltanto quando lo interpretano e lo risolvono, quanto meno in teoria. Finché si protesta soltanto non si è detto niente, i mali non si curano con i lamenti soltanto.

I movimenti di pura protesta, essendo laici, si usurano facilmente. Essi non hanno, come la Chiesa, un alibi metafisico per i loro fallimenti. Non possono dire, come fa il Cristianesimo per l’anima immortale: “Prima muori, e poi vedi se la mia promessa è un imbroglio o no”. Molto a lungo il comunismo si è servito dell’alibi dell’enormità dell’impresa e del lungo tempo necessario per realizzarla. Ma alla fine i popoli hanno gridato che avevano aspettato abbastanza e c’è stato chi, come Ceausescu, l’ha pagata con la vita.

I movimenti si spengono naturalmente quando si spegne il sentimento della novità più o meno iconoclastica. Allora il popolo cerca qualcosa di nuovo (nel nostro caso – forse – le “sardine”) ma se il nuovo raggruppamento imbocca la stessa strada dei predecessori, farà la stessa fine.

I partiti, per sopravvivere, hanno bisogno di un messaggio chiaro e riconoscibile. Una fabbrica di automobili non venderà i suoi prodotti se si limiterà a proclamare che sono semoventi, vanno a benzina ed hanno il riscaldamento, d’inverno. Perché questo è vero per tutte le automobili. Devono dire che hanno qualcosa di più e di diverso, fino a vantare qualcosa d’insignificante come il lunotto posteriore riscaldato o il navigatore. Bisogna farsi identificare e preferire anche vendendo una cosa soltanto in più, come Salvini col problema dell’immigrazione. E infatti Liberi e Uguali avrebbero voluto avere successo raccattando la bandiera del vero comunismo, e purtroppo hanno dovuto constatare che quella bandiera era usurata e infangata. E ancora oggi ci chiediamo se Renzi, che pure è un politico navigato, troverà uno spazio.

Le sardine sono un sintomo del malessere attuale, coniugato col piacere della togetherness. Quello di stare tutti insieme, senza una precisa ragione, come coloro che rischiano di congelarsi, in Times Square, a New York, pur di attendere il nuovo anno con altri diecimila ingenui.

Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

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