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Cronache
Il Vaticano condanna l’ex presidente Ior per riciclaggio e "svendita" immobili

Vaticano, Ior: Caloia e Liuzzo condannati a 8 anni e 11 mesi

L'ex presidente dello Ior (Isituto per le Opere di religione) Angelo Caloia l'ex avvocato dell’ente stesso Gabriele Liuzzo sono stati condannati a 8 anni e 11 mesi di reclusione per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata, e a pagare una multa di 12.500 euro. Nella sentenza letta dal presidente del tribunale vaticano Giuseppe Pignatone, si stabilisce che Lamberto Liuzzo, figlio di Gabriele, è stato condannato a 5 anni e due mesi e al pagamento di una multa di 8 mila euro. I tre imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Il tribunale ha disposto anche la confisca delle somme già sequestrate sui conti correnti degli imputati, e ha disposto il risarcimento allo Ior e allo Sgir (Società per gestioni di immobili di Roma) di circa 23 milioni. 

Le parti civili (ossia gli avvocati di Ior e Sgir) avevano chiesto un risarcimento provvisionale di circa 35 milioni di euro. Per una parte dei 29 immobili di proprieta' dello Ior venduti tra il 2001 e il 2008 il tribunale ha assolto Caloia e Liuzzo dall'accusa di peculato o di appropriazione indebita aggravata per insufficienza di prove o perche' il fatto non sussiste e anche Lamberto Liuzzo dall'accusa di autoriciclaggio. I 29 immobili, elencati durante la sentenza, si trovano principalmente a Roma, nella provincia di Roma, ma anche a Milano e Genova. 

La somma di approssimativamente 23 milioni che gli imputati devono restituire a Ior e Sgir, in attesa che il danno reale sia quantificato in sede di distinto processo civile, sono stati calcolati a titolo di danno economico, danno morale e danno reputazionale allo Ior e allo Sgir. Quella di oggi e' stata la 23esima e ultima udienza di un processo di primo grado iniziato il 9 maggio 2018

Ha presieduto il processo il presidente del tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone, ex procuratore capo di Roma, affiancato da Venerando Marano, Carlo Bonzano. A inizio udienza è intervenuto il Promotore di giustizia vaticano, Gian Piero Milano, che, dopo un periodo di assenza ha affermato: "Questa aula mi è mancata". "La mia assenza puo' aver determinato qualche rallentamento, spero di no", ha aggiunto esprimendo "vivo apprezzamento perche' - ha detto - mi risulta che il giudizio sia stato molto approfondito e sia stato condotto con grande scrupolo da parte di tutti" tanto da essere, pur essendosi svolto nel "microsistema" e nel "minimo Stato" del Vaticano, un "processo destinato a restare nella storia". 

È poi intervenuto il presidente del tribunale, Giuseppe Pignatone che oltre a esprimere "grande gioia nel rivedere il professor Milano", ha voluto fare un "ringraziamento non formale a tutte le parti, sia pubbliche sia private, per il contributo dato a questo processo, un contributo sia nella ricostruzione di fatti complicati sia un contributo di diritto per questioni di notevole complessità".

Vaticano, i legali dell'ex presidente Ior presentano l’appello 

Secondo i difensori dell'ex presidente dello Ior Angelo Caloia: "La decisione, che pure cade in un clima complessivamente poco favorevole a chi si difende, non accoglie l'ipotesi massimalista dell'accusa e pronuncia assoluzione con riferimento alla maggior parte degli immobili". I legali, Domenico Pulitano' e Rosa Palavera, hanno quindi "gia' presentato la dichiarazione di appello. Il dispositivo della sentenza e' molto articolato e restera' poco decifrabile fino al deposito delle motivazioni". 

Vaticano, il giornalista Nuzzi: "Sorpresa per l'entità della pena" 

''Sorpresa'' non tanto per la condanna ma ''per l'entità della pena'' - 8 anni e 11 mesi - nei confronti dell'ex presidente dello IOR secondo Gianluigi Nuzzi, il giornalista scrittore dai cui libri è scaturito Vatileaks. ''Siamo di fronte ad una pena pesantissima - dice all'Adnkronos - Mi stupisce l'entità. In Italia non si infliggono otto anni per questi reati. Il gesuita si fa sentire con la sua giustizia''.

Nella condanna, Nuzzi vede anche ''un messaggio molto interno alla Curia e farà eco anche allo Ior considerato come entità a sé rispetto ad altri dicasteri. Questo vuol dire che non si guarda in faccia nessuno''. Provocatoriamente, il giornalista scrittore chiede: ''Se ci fosse stato presidente un sacerdote gli avrebbero dato la stessa pena?". Nuzzi riflette sul nuovo corso della giustizia vaticana: ''Questa è la prima sentenza del nuovo corso che ha visto rafforzare l'Ufficio del Promotore di giustizia da parte del Papa, che ha visto l'appesantimento di alcuni reati e che ha visto la compravendita del Palazzo di Londra come prima inchiesta di iniziativa interna. Oggi la prima sentenza di un processo che da una parte è stato molto lento, Caloia è stato a bagnomaria per anni, dall'altra parte fa vedere che non si trasforma una fabbrica di armi in una serra di fiori in pochi mesi''. 

Vaticano, Francesca Chaouqui: "Il processo è segno di volontà di trasparenza"

E ancora Francesca Immacolata Chaouqui, già commissario alle finanze della Santa Sede nella Corsa, afferma: ““Il processo a Caloia dimostra continuità tra papa Benedetto e Bergoglio nella volontà di trasparenza, la Santa Sede non si ferma anche quando si tratta di punire i massimi vertici. Lo Ior per cui viene condannato Caloia è uno Ior che non esiste più. Hanno cambiato profondamente l'Istituto. Il cambio di passo è evidente da anni. Il dato vero è che ora si apre in Vaticano un altro processo che farà la storia, che è quello per l'utilizzo dell'Obolo di San Pietro della segreteria di Stato''. 

 

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