Ilva, bambini malati: boom di malattie respiratorie a Taranto
Ilva: Taranto, boom di malattie respiratorie per i bambini che abitano vicino all'impianto
Ilva, bambini malati: boom malattie respiratorie a Taranto
Taranto, boom di malattie respiratorie per i bambini che abitano vicino all'Ilva. Un grande numero di ricoveri per patologie respiratorie tra i bambini, dai neonati ai 14enni, residenti a Taranto vicino all'Ilva. In particolare nei quartieri Tamburi (+24%) e Paolo VI (+26%). Non solo: si registra l'aumento di malattie neurologiche e cardiache, dei tumori a polmoni, stomaco e reni. Gravidanze "con esito abortivo" e casi di cancro alla mammella e alla cute tra le donne. Secondo lo studio epidemiologico commissionato dalla Regione Puglia per "valutare l'effetto delle sostanze tossiche emesse dall'Ilva", sono questi i 'mostri' contro cui combattono dal 1965 oltre 321mila abitanti del capoluogo ionico e dei comuni limitrofi Massafra e Statte, seguiti fino al 2014. Nell'indagine si mette in luce che non solo esiste una "forte relazione" tra "emissioni industriali e danno sanitario", ma che "l'andamento della mortalita' ha seguito in modo speculare quello della produttivita' e dell'inquinamento".
Ilva: Taranto, boom di malattie respiratorie per i bambini che abitano vicino all'impianto. La strategia del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha fatto sapere di voler impugnare davanti alla Consulta la legge "che impedisce alla magistratura di bloccare l'impianto", poiche' proroga i termini per l'adeguamento del siderurgico alle normative ambientali. Intenzione realizzata in serata quando la Giunta regionale in seduta straordinaria "ha deliberato di impugnare la legge numero 151/2016 che ha convertito l'ultimo decreto legge sull'Ilva".
La motivazione formale e' la "lesione del principio di leale collaborazione che dovrebbe ispirare l'operato del legislatore" in quanto la legge "non prevede alcuna forma di coinvolgimento della Regione nella procedura di modifica o integrazione al piano delle misure e delle attivita' di tutela ambientale e sanitaria, o di altro titolo autorizzativo necessario per l'esercizio" dell'Ilva. Secondo il parere di Michale Emiliano, questa era una delle poche frecce che la Regione poteva ancora scoccare per "limitare i danni" di un "impianto che andrebbe bloccato fino a che non si sia in grado di funzionare senza pericolo", oppure "rallentato" per portare i valori "fuori scala" a un livello "minimo". Anche per questo il governatore aveva gia' dato "indicazione all'Avvocatura regionale di istruire la richiesta di revoca dell'Aia".
Ilva, le polveri sottili e l'anidride solforosa: nuovi casi di tumore al polmone, stomato e infarti
Il rapporto si concentra sulle polveri sottili (Pm10) e l'anidride solforosa (So2). Sostanze che tra la popolazione piu' esposta (a concentrazioni di 10 microgrammi al metro cubo) porterebbe a un aumento della mortalita', rispettivamente, del 4% e del 9%. Tutte e due le sostanze inquinanti sarebbero responsabili di nuovi casi di tumore al polmone (+29% le polveri e +42% la anidride solforosa), e di infarti del miocardio (+10% e +29%). Nel rapporto si e' osservato "un eccesso di mortalita' per tumore dello stomaco (+41%) e della pleura (+72%) tra i lavoratori impiegati in siderurgia". Questo studio, ha sottolineato Emiliano, e' "da diversi giorni" sulla scrivania del premier Matteo Renzi ma col governo "non riusciamo ad avere un confronto sull'Ilva da "piu' di un anno, credo a questo punto per ragioni di natura politica". Ora, pero', "il governo ha l'obbligo giuridico di intervenire" con "provvedimenti immediati". Ricordando infine di "non aver avuto risposta" neppure alla sua proposta di produrre acciaio in maniera meno inquinante, attraverso la decarbonizzazione del siderurgico, Emiliano ha concluso di essere "al limite della tensione istituzionale: non so cos'altro fare per tenere insieme il mio dovere con il principio di leale collaborazione col governo".