Immigrati, ospiteresti un profugo a casa tua? L'inchiesta a Capalbio
Dopo le polemiche per l'appello del sindaco di Capalbio di accogliere i profughi, ecco le reazioni di alcuni capalbiesi illustri
Dopo le polemiche seguite all'appello del sindaco di Capalbio che ha esortato pubblicamente i cittadini del borgo, da sempre simbolo dell'intellighenzia vip di sinistra, a ospitare cinquanta profughi siriani assegnati al comune, il settimanale Chi ha inviato una giornalista con tre finti profughi senegalesi a bussare alla porta di tre capalbiesi illustri per studiare le loro reazioni davanti alla richiesta di ospitarli.
Il primo è stato il manager Chicco Testa, il quale dopo un attimo di smarrimento ha spiegato: "Come si fa a non accogliere gente che scappa dalla guerra? Oggi tocca a Capalbio, domani a un altro comune. Ben venga la distribuzione sul territorio però, invece di mettere cinquanta uomini in tre villette nel centro del paese, che potrebbero costituire un problema, bisognerebbe passare a una integrazione capillare sul territorio e, come ha detto il prefetto Mario Morcone, individuando una serie di lavori utili alla comunità per impegnarli. Allora sì che si risolve il problema. Ovviamente ai rifugiati che lavorano andrebbe un compenso minimo, da cui deve venir detratta la spesa di 35 euro al giorno che paga lo Stato". Seconda tappa a casa della vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta (Pd) moglie dell'ex ministro Franco Bassanini.
"Premesso che nessuno di noi davanti a questo fenomeno di proporzioni epocali può dire di no o tirarsi indietro", spiega a Chi, " il sindaco ha posto la questione nel modo sbagliato. Non può scaricare sui cittadini la responsabilità delle scelte che competono a lui. Io, per esempio, sto qui solo un mese. Se ospito dei profughi che cosa accadrà quando tornerò a Roma? Non credo che molti lascerebbero a degli estranei le loro case". Più drastica Stefania Craxi (Forza Italia) che, dopo aver fatto accomodare i "profughi" nel suo giardino dice: " Bisogna proteggere i cittadini dai loro timori legittimi, ma il numero di cinquanta profughi è così esiguo che il sindaco potrebbe diluirli nel territorio seguendo un piano di integrazione. Se un paese come Capalbio non riesce a sostenere l'impatto di 50 profughi, allora l'Europa è davvero finita. La realtà non si può cambiare".
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