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Cronache
Inter-Napoli, arrestato il capo dei Boys. Scontri, i verbali degli ultras

INTER-NAPOLI, ARRESTATO ANCHE IL CAPO ULTRA' DELL'INTER

L'indagine sugli scontri precedenti alla partita di Santo Stefano tra Inter e Napoli fa il salto di qualità. A finire nel mirino della giustizia ora sono i "pezzi grossi" del mondo ultras nerazzurro. In particolare, è stato arrestato Marco Piovella il quale, come sottolinea l'ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Guido Salvini che Affaritaliani.it è in grado di pubblicare, è considerato uno dei capi della curva nerazzurra. 

CLICCA E LEGGI L'ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE PER IL CAPO DEI BOYS MARCO PIOVELLA

CHI E' MARCO PIOVELLA, SOPRANNOMINATO "IL ROSSO"

Nato a Pavia nel 1984 Piovella, soprannominato "il rosso" è uno dei leader della "Curva Nord", specificatamente dei "Boys S.A.N.", e responsabile  delle coreografie da diversi anni. A incastrare Piovella è stata la testimonianza di Luca Da Ros, uno dei tre tifosi già in carcere, che, si legge nella nuova ordinanza del gip di Milano Guido Salvini, "ha specificato di aver ricevuto precisi ordini relativi alle modalità della aggressione da parte di tale “Rosso” soggetto indicato da Da Ros come capo gruppo dei Boys; lo stesso “ Rosso” ha partecipato all’assalto".

SI CERCA ANCORA IL PROPRIETARIO DEL SUV CHE HA INVESTITO BELARDINELLI

Il provvedimento di custodia di Piovella è per rissa aggravata, lesioni, omicidio e violazioni degli articoli 6 e 6 ter della Legge 401/1989. Già destinatario di numerose denunce all'Autorità Giudiziaria per episodi di violenza in occasioni di manifestazioni sportive, Piovella è stato anche indagato per violazione del Da.Spo a cui è attualmente sottoposto. Sul fronte delle indagini si cerca invece ancora di identificare il proprietario del Suv o del monovolume che avrebbe investito l'ultrà Davide Belardinelli, uccidendolo. 

IL VERBALE DELL'INTERROGATORIO DELL'ULTRA' DA ROS

Ma ecco la testimonianza dell'ultrà Luca Da Ros, che compare nell'ordinanza del gip:

“Verso le 17.30 ci siamo messi in macchina e siamo andati al bar “cartoons”, credo sia in via Emanuele Filiberto, siamo andati su un doblò bianco , guidata un amico chiamato “Giotto”. Sul furgone eravamo in 4. Giunti al bar “cartoon” io mi sono fermato fuori a fumare una sigaretta, c’erano altri gruppi di Nizza e di Varese.

Ci siamo spostati tutti verso il parco. Io ero in macchina con i ragazzi di prima, sempre sul doblo bianco. Sono due o tre persone, ovvero i capi gruppo, che ci dicono di spostarci verso la zona ove sono avvenuti fatti.

C’erano tre gruppi :gli irriducibili i Viking e i boys. Il nostro capo, quello che ha in mano la curva si chiama “il Rosso” è lui che sposta la gente, è lui che decide. Il “rosso” è il capo gruppo, fa parte del Direttivo della curva. Non so il suo nome, è più grande di me e ha già subito processi di questo tipo. Ora non può entrare nello stadio per il DASPO. “Il Rosso” ha detto andiamo e io sono andato. Siamo partiti tutti in macchina, eravamo circa 120 persone. Il mio autista era “Giotto” uno dei “Boys” di Milano.

“Abbiamo lasciato le macchine e ci siamo fermati tutti contro un muro. All’inizio non avevo armi, poi hanno dato a tutti un bastone.

Io ero in mezzo non sapevo cosa dovevo fare. Iniziano a passare i furgoni, quindi, usciamo dall’angolo. Molti furgoni dei napoletani si sono fermati, altri no. C’è stata una macchina grossa di colore scuro che non è riuscita a schivare le persone.

La macchina veniva da dietro i Napoletani. Non ho visto l’investimento. Non ho capito di chi era la macchina, ho visto solo il Suv passare prima dell’incidente. Poteva essere chiunque anche un passante. “

IL VERBALE DELLE DICHIARAZIONI DEL CAPO ULTRA' PIOVELLA

Nell'ordinanza appare anche uno stralcio del verbale delle dichiarazioni dello stesso Piovella rese davanti alla Polizia giudiziaria :

“In relazione a quanto accaduto il 26 dicembre a margine della partita INTER-NAPOLI, ammetto di essere stato presente all’interno del gruppo che nella zona di via Novara angolo via Fratelli Zoia ha aggredito i tifosi napoletani in transito a bordo di furgoni

Domanda: Come e da chi è stata organizzata l’aggressione

Risposta: Non intendo al momento rispondere a qualsiasi domanda inerente l’organizzazione e l’attuazione dell’aggressione, nonché a domande inerenti il coinvolgimento di altre persone. Intendo fornire risposte, qualora lo riteniate necessario, in ordine all’investimento che ha poi portato al decesso dell’amico Daniele Belardinelli.

Domanda: Può Spiegare allora ogni utile dettaglio su tale fatto specifico ?

Risposta: Ricordo di aver visto, sulla via Novara all’altezza di Via Fratelli Zoia o qualche metro più avanti rispetto al senso di marcia, Daniele Belardinelli steso a terra, non so se perché scivolato o caduto accidentalmente. Negli stessi istanti ho visto un’autovettura, a bassissima velocità o addirittura quasi ferma, passare sopra il corpo di Daniele, con le ruote anteriore e posteriore destra. Ho avuto anche la sensazione che le ruote slittassero nella circostanza. Non ricordo poi se l’autovettura si allontana immediatamente, lentamente o velocemente. In merito all’autovettura ricordo che era una macchina scura, di dimensioni che mi sono parse normali, ma su questi dettagli non ho certezze perché la mia attenzione era su Daniele”

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