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Cronache
Inter-Napoli, il capo dei Boys resta in carcere. "Omertoso". L'ORDINANZA

Inter-Napoli, Marco Piovella resta in carcere: "Ha seguito la regola dell'omertà"

Marco Piovella "ha seguito la regola dell'omerta'" propria di alcuni settori del tifo organizzato "che ne uscirebbe certamente rafforzata se egli fosse scarcerato provocando ostacoli ancora maggiori all'accertamento della verita'". Lo scrive il gip di Milano Guido Salvini nell'ordinanza con cui ha respinto l'istanza di scarcerazione di uno dei capi del Boys della curva nord interista arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di rissa aggravata nell'inchiesta sulla morte di Daniele Belardinelli, investito, secondo l'accusa, da due auto. "Piovella - aggiunge il magistrato - non solo non ha fornito indicazioni sugli altri partecipi ma non ha nemmeno descritto i suoi movimenti e il suo personale comportamento quel giorno". 

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"Nel corso dei suoi interrogatori - spiega il gip nel provvedimento lungo 3 pagine - Piovella, ormai raggiunto dalle chiare indicazioni di Da Ros (Luca Da Ros, il 21enne tifoso interista scarcerato dopo avere fornito indicazioni utili all'inchiesta, ndr), si e' limitato a confessare la sua presenza all'attacco rifiutandosi, nonostante le sollecitazioni, di fornire spiegazioni in merito alla preparazione e organizzazione dell'attacco e anche rifiutandosi di fornire qualsiasi ricostruzione della dinamica dei fatti che avevano visto tra l'altro l'appuntamento anticipato in via Fratelli Zoia delle armi che dovevano servire a chi vi sarebbe giunto e il confluire sul luogo di una trentina di francesi del Nizza". Secondo il giudice, Piovella "si e' limitato a descrivere quello che aveva visto della morte di Belardinelli, non l'investimento della vittima, ma i momenti immediatamente successivi sino a quando egli lo ha soccorso in via Fratelli Zoia". Una scelta, quella di non parlare, che per il magistrato vaa fatta risalire "al suo ruolo di essere uno dei capi di tali realta' organizzate". 

Ultrà, gip: "Nessuna autocritica da Piovella"

Da parte di Marco Piovella "non vi e' stato alcun cenno di riflessione critica sulle condotte proprie del mondo di cui fa parte con un ruolo di leadership". Lo sottolinea il gip di Milano Guido Salvini nell'ordinanza con cui ha negato la scarcerazione del giovane architetto milanese arrestato nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri tra ultras prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre, che hanno portato alla morte di Daniele Belardinelli, investito, secondo l'ipotesi, da due auto. "La scelta dell'indagato - commenta Salvini - nonostante il dolore mostrato per la morte di Belardinelli costituisce un forte ostacolo per l'accertamento di chi ne sia il responsabile in quanto Piovella si e' rifiutato anche di dire chi fosse intorno a lui in quei momenti e quindi piu' direttamente possa avere notato la vettura e le vetture che hanno travolto la vittima". Scarcerarlo "in un momento in cui le indagini sono in piena evoluzione", sostiene il gip, "rafforzerebbe obbiettivamente, anche attraverso la campagne sui social network che vi sono gia' state e che e' quasi impossibile controllare, l'omerta' che caratterizza l'ambiente di cui Piovella fa parte in modo carismatico con ostacoli ancora maggiori di quanti gia' esistono all'acquisizione della prova e della sua genuinita'. Costituirebbe infatti - argomenta il giudice - un messaggio a rispettare le regole di gruppo che l'indagato ha dichiarato di volere rispettare e quindi implicitamente di far rispettare da tutti". A questo proposito, il gip ricorda "le numerose minacce che sono gia' circolate, tramite gli strumenti di comunicazione degli Ultra' interisti, nei confronti di Luca Da Ros per la scelta che egli ha assunto e tali da estendersi, come messaggio ad altri possibili testimoni". 

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