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Cronache
Israele vieta la preghiera agli under 50: uccisi 3 palestinesi a Gerusalemme

Medio Oriente: proteste a Gerusalemme, tre morti palestinesi

E' di un altro palestinese morto, il terzo, il bilancio provvisorio degli scontri con la polizia israeliana che si stanno verificando a Gerusalemme nel venerdi' della rabbia. Secondo quanto riferiscono alcuni media palestinesi, si tratta di Mohammed Latif, un giovane di 18 anni, morto a Abu Dis, a nord di Gerusalemme. La notizia trova conferma anche secondo quanto riferisce il corrispondente dell'emittente satellitare "Al Arabiya". In precedenza era stata diffusa la notizia di altri due palestinesi morti negli scontri che si stanno verificando oggi a Gerusalemme, dove la comunita' musulmana ha proclamato la Giornata della rabbia.

L'uomo ferito gravemente negli scontri avvenuti a Tur, a Gerusalemme Est, era stato trasferito nell'ospedale Makassed dove e' stato dichiarato morto. In precedenza, il ministero della Sanita' dell'Autorita' nazionale palestinese ha riferito della morte di un adolescente palestinese di 17 anni a Gerusalemme est dove erano in corso scontri tra manifestanti musulmani e forze di polizia israeliane. Le circostanze della morte del giovane sono ancora poco chiare. Il giovane si chiamava Mohammad Sharaf ed e' stato ucciso nel quartiere di Ras al Amud. Nel quartiere di Wadi al Joz, adiacente alla Porta dei Leoni, uno degli accessi alla citta' vecchia di Gerusalemme, ci sono stati scontri tra le forze di sicurezza israeliane e fedeli musulmani. Le tensioni sono scoppiate mentre i fedeli cercavano di raggiungere la Spianata delle moschee (Monte del Tempio per l'ebraismo), nel giorno della preghiera del venerdi'. Un terzo uomo sarebbe in condizioni critiche. Secondo la Mezzaluna palestinese, negli scontri che si stanno verificando fra Gerusalemme e Cisgiordania ci sarebbero almeno 193 feriti. 

Secondo quanto riferito dalla stampa israeliana non vi sono informazioni circa la presenza di feriti gravi. I manifestanti hanno lanciato pietre e bottiglie di acqua e petardi, a cui la polizia israeliana ha risposto lanciando gas lacrimogeni. Alla base delle proteste la decisione della sicurezza israeliana di porre dei metal detector per accedere al complesso religioso che porta alla moschea di Al Aqsa, in seguito all'attacco di venerdi' scorso, 14 luglio. Per i musulmani i metal detector rappresentano una limitazione alla loro liberta' di culto, pertanto da giorni rifiutano di attraversarli per raggiungere la moschea di Al Aqsa e si radunano all'esterno per pregare. Questa mattina il gabinetto di sicurezza di Tel Aviv ha stabilito che i metal detector rimarranno per garantire l'accesso in sicurezza al sito, alla stregua delle misure di accesso ad altri siti religiosi nel mondo. Oggi diversi gruppi palestinesi hanno proclamato la Giornata della rabbia in segno di protesta per le misure di sicurezza.

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