Istanbul, jihadisti venuti dal freddo. L'Isis fa reclute nell'ex Urss
Il killer di Istanbul proviene dall'Asia centrale. E' l'ulteriore prova del legame sempre più forte tra jihad e paesi dell'ex Urss
ISTANBUL E' L'ULTERIORE PROVA: ONDATA DI JIHADISTI "DAL FREDDO"
Il killer, o almeno uno dei killer, di Capodanno di Istanbul, proviene dall'Asia centrale secondo le informazioni della polizia turca. E la provenienza dell'Asia centrale non è più una novità per i terroristi dell'Isis. Jihadisti venuti dal freddo, dalle Repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale, un'area a maggioranza musulmana dove la religione ha sofferto prima sotto il gioco comunista e poi sotto i regimi autoritari nati dal crollo dell'Urss: Uzbekistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Tagikistan, ma anche Kazakhstan. Questa regione geografica e' la terza, dopo Europa e Medio Oriente, per provenienza dei 'foreign fighters' che si uniscono al Califfato in Siria e Iraq. Ovviamente, non esistono dati statistici.
L'ISIS RECLUTA NELL'EX URSS
Ma alcune cifre circolano. Ad esempio, secondo il Centro internazionale per lo studio della radicalizzazione (Icsr), circa 360 turkmeni combattono per l'Isis sui fronti mediorientali. Il ministero dell'Interno kirghiso ritiene che 500 cittadini del Paese combattano nelle milizie di Al Baghdadi. I servizi d'intelligence kazaki calcolano in circa 400 il numero dei transfughi verso i campi di battaglia dello Stato islamico. L'Uzbekistan sarebbe il maggior serbatoio di reclute: da li' sono partiti, stando all'Icsr, circa 1.500 islamisti. Lo stesso presidente uzbeko Emomali Rakhmonov ha riconosciuto le dimensioni del fenomeno, pur se ha fornito una cifra inferiore: 1.000 'foreing fighters'. Comunque sia,in quel Paese il radicalismo religioso si e' strutturato in gruppi operanti anche sul territorio nazionale come "Imam Bukhari Jamaat" e "Tawhid wal-Jihad", legati all'Isis, e il Movimento Islamico dell' Uzbekistan (Imu), piu' vicino all'ex fronte Al Nusra in Siria.
UZBEKISTAN, TURKMENISTAN, TAGIKISTAN: IL NUOVO SERBATOIO DEL TERRORE
Lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha indicato in 7.000 il numero di musulmani che hanno lasciato l'ex Urss, Russia compresa, per unirsi all'Isis. La campagna di reclutamento dello Stato islamico nelle Repubbliche ex sovietiche passa in massima parte attraverso una centrale in lingua russa, il Furat Media Center, ma corre anche su altri canali web. A cominciare da YouTube, dove in aprile Al Hayat Media Center, motore principale della propaganda del Califfato, ha postato due video. Nel primo un uomo presentato come Abu Amin, afferma di aver lasciato assieme alla famiglia la sua citta' di origine, Osh, in Kirghizistan, per rifugiarsi nello Stato islamico ed esorta tutti i "credenti" dell'Asia centrale a raggiungerlo nella "patria dell'Islam". Dell'altro video parlano due kazaki, affiancati da due adolescenti, e raccontano la loro migrazione in Siria, con intere famiglie al seguito, dal Kazakhstan, rinominato "Kafirstan", ossia 'terra degli infedeli'.