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Cronache
Italia, Germania e Isis sullo sfondo del Vaticano

Di Giuseppe Vatinno

Gli attentati che vanno susseguendosi in Francia e Germania, oltre alla legittima preoccupazione, pongono un quesito a cui solo parzialmente si è voluto dare una risposta e cioè, perché proprio loro? 

Questa domanda ha due risposte separate perché separate sono le storie dei due Stati ma implica logicamente una terza considerazione sull’ Italia. Ma proseguiamo con ordine.

Che la Francia sia nel “mirino” dell’Isis è un dato di fatto assolutamente scontato perché, come gli Usa, ha preso materialmente parte ai bombardamenti della capitale dello Stato islamico e cioè la città di Raqqa.

La Francia, in risposta agli attentati dello scorso autunno bombardò la capitale e la reazione dell’Isis si è ovviamente intensificata nei suoi confronti; se questo elemento è facilmente comprensibile non lo è, invece, perché ci sia anche la Germania tra gli obiettivi dello Stato arabo. La Germania, come l’Italia, fa parte della coalizione militare anti – Isis ma, sempre come il nostro Paese, non è mai intervenuta direttamente in alcuna azione militare e tanto meno in bombardamenti aerei (nonostante le spinte degli Usa a farlo e a cui Renzi ha saggiamente resistito).

Una risposta potrebbe essere individuata nel fatto che la Germania è comunque la guida politica della Ue (con buona pace degli inutili organi amministrativi di Bruxelles) e che agisce in Siria dove probabilmente gli interessi dell’Isis sono evidentemente maggiori. E qui vaniamo alla questione dell’Italia. Fortunatamente finora non è stata attaccata.

Perché? Anche l’Italia, come la Germania, fa parte della coalizione militare anti – Isis, ma agisce in Iraq che sembra interessare di meno agli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi.

Tuttavia l’Italia è la sede del Vaticano cioè del Papa, cioè di quella “Roma” che l’Isis ha dichiarato di voler conquistare; fino a qualche giorno fa la risposta era dunque che il Califfo non era ancora pronto per scatenare una guerra di religione ma l’evento dello sgozzamento del vecchio prete francese apre, in un certo senso, scenari inquietanti anche per il nostro Paese.

C’è solo da capire se tale atto sia stato compiuto in piena consapevolezza oppure no; il fatto che l’ Isis “appalti” a chiunque la possibilità di agire in suo nome pone ovviamente problemi di strategia. L’Isis utilizza persone che probabilmente neppure conosce e quindi non ha il pieno controllo delle loro azioni. Se fosse rinvenuto un documento che comprova un ordine “ufficiale” a colpire le Chiese cattoliche e cristiane allora il quadro cambierebbe completamente perché anche l’Italia sarebbe coinvolta pienamente.

In tutto questo il Papa ha scelto una strategia molto moderata in cui parla ancora di “pace”, “integrazione” e “costruzione di ponti” a anche qui occorre capire quale sia la sua vera volontà, tenendo conto naturalmente del fatto che Francesco appartiene all’ordine dei Gesuiti e che Sant’ Ignazio di Loyola era spirito etereo e concreto allo stesso tempo.

Cioè, il Papa agisce così per non provocare ulteriori reazioni contro i cristiani –un po’ come fecero Pio XI e PIO XII con Hitler oppure è veramente convinto per “dottrina” di quello che dice? Ieri il cardinal Bagnasco, presidente della Cei –che non sempre si è trovata in sintonia con Papa Francesco- ha detto chiaramente che “Il mondo musulmano condanni senza ambiguità”. Anche questa è una strategia? E cioè quella dei “due carabinieri”, uno buono o l’altro cattivo, oppure è il segno della lotta tra la Curia romana e il Pontefice?

Tags:
italia germania isis
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