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Cronache
L’America scopre in ritardo il suo più grande serial killer di donne

Nella settimana in cui in tutto il mondo si è parlato e manifestato contro la violenza alle donne l’America ha scoperto di avere in carcere il suo più grande killer seriale, appunto di donne.

 

’Samuel Little’ detenuto dal 2013 in Kentucky per aver strangolato tre donne alla fine degli anni ottanta e condannato per questo a tre ergastoli, ha sorpreso tutti dichiarando di averne assassinate, nel corso della sua vita, altre 87.

Le prime tre vittime, tutte abusate sessualmente, furono trovate in un raccoglitore di rifiuti e in un garage.

Ma Little, ormai bloccato su una sedia a rotelle, nel barattare una migliore sistemazione in carcere ha deciso di confessare agli investigatori dell’FBI di aver assassinato un numero impressionante di donne, 90 in totale.

Il mostro americano ha confessato di aver ucciso 90 donne. 

 

In un ranking di ‘dispensatori di morte’ l’uomo Samuel si posizionerebbe sul gradino più alto, seguito da un altro famoso serial killer, Gary Ridgway, condannato per ben 50 omicidi.

 

Tutti gli assassini di Little sono stati compiuti nell’arco di trentacinque anni, dal 1970 al 2005. Come spesso è stato riscontrato per questo tipo di figure criminali gli omicidi sono stati compiuti in differenti Stati, dalla Florida alla California. E poi a Jackson (Mississippi), a Cincinnati in Ohio, a Phoenix in Arizona, e a Las Vegas in Nevada. Un uomo senza fissa dimora ma con in testa la morte.

La colpevolezza dell’uomo è stata resa possibile non solo dalla sua confessione ma soprattutto dai rilievi del DNA, un tipo di investigazioni che ai tempi  dei reati non erano possibili.

Il mostro americano Samuel Little ha sopreso persino l'FBI con la sua confessione

Impressionante per gli investigatori è stato ripercorrere la vita criminale del serial killer. Samuel Little nato il 7 giugno del 1940 a Reynolds, in Georgia, ha passato la gioventù con la nonna in Ohio.

 

Il primo incontro con la legge a sedici anni, per furto. Da quel momento un escalation impressionante segnata da rapine, furti, aggressioni, guida in stato di ebbrezza e violenze sessuali. Sarebbe più facile annotare i crimini per i quali non sia stato sancito.   

 

Little, pur in età avanzata, ha ricordato con estrema lucidità tutti i suoi delitti. Uno per uno con molti dettagli riuscendo persino a ricordare i tratti del volto di molte delle sue vittime. Ha descritto perfettamente i luoghi dove si trovava e persino il modello di auto, a volte rubata, che guidava.

 

L’uomo, nomade, vagabondo e costantemente ubriaco, ha sempre colpito donne ai limiti della società, toccate da droga e prostituzione. Deboli e spesso sole, quindi molto vulnerabili. I corpi, spesso rimanevano senza identità e senza indagini, anche perché, all’epoca, l’utilizzo della prova del DNA non era ancora in uso.

 

Ora il ‘ mostro’ e’ chiuso in una prigione al nord di Dallas dove sicuramente rimarrà fino alla morte insieme ai suoi tanti crimini e omicidi non del tutto ancora conosciuti.

 

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