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Cronache
Serena Pellegrino (Sel): "Vogliamo la verità sul delitto Pasolini"

di Giuseppe Vatinno

Pierpaolo Pasolini è stato un grande poeta, scrittore e regista cinematografico; una parola per riassumere tutte queste attività culturali è “intellettuale”.
Pasolini, contrariamente a molti altri intellettuali di quel tempo e dell’attuale fu un “intellettuale” disorganico nel senso che non fu mai compiacente con il Potere, tantomeno quello della sua area politica di riferimento e cioè quel Partito Comunista Italiano che lo cacciò nel 1949 per la sua dichiarata omosessualità ed in nome di un perbenismo di facciata togliattiano che voleva scimmiottare i valori (allora) borghesi alla faccia del “libero amore” propugnato dai soviet nella Rivoluzione d’Ottobre.
Negli anni ’50 si trasferì nella capitale  in semipovertà alloggiando nelle borgate degradate di quella Roma Est i cui lamierati infuocati e la cui gente canterà nelle sue opere.
Pasolini fu un uomo di grandi contraddizioni, agite e subite; ad esempio, il fratello Guido, partigiano bianco, fu ucciso dai partigiani fossi, comunisti, in quello che sarà ricordato come l’ “eccidio di Porzus”, in Friuli.

Secondo il suo amico Alberto Moravia, Pasolini fu uno dei pochi poeti “veri”, “ne nascono uno ogni cent’ anni di poeti…” disse Moravia ad un comizio a Campo de Fiori, a Roma; come non essere d’accordo con questo giudizio?
La poesia è materia sottilissima, friabile e preziosissima;ormai in Italia (e nel mondo), grazie alla facilità e alla diffusione dei social media, sono tutti poeti e in genere –tranne qualche rara eccezione- scadenti.Dalla mitica casalinga di Voghera, assurta a archetipo sociologico della banalità istituzionalizzata, alla ragazzetta in pene d’amore tutte si sentono di essere “poetesse” e tutti sono “poeti”, anche l’assicuratore, l’avvocato, il giudice e chi ne ha più ne metta.
Ma la poesia è un’altra cosa, solo in apparenza semplice, e non uno sfogo da baci perugina.
Dicevamo di Pasolini intellettuale non organico.
Fu un profeta preveggente attento osservatore dei fenomeno sociali; disse, ad esempio, che la Televisione avrebbe rovinato l’Italia  ed allora c’erano solo pochi canali in bianco e nero; figuriamoci se avesse potuto osservare quello che poi è successo con una TV spazzatura inquinatrice di menti e pensieri nonché propugnatrice di modelli di basso profilo (anche qui tranne le poche eccezioni che però vengono trasmesse dalle 2 di notte in avanti per un pubblico di pochi perversi insonni).
PPP fu assassinato in una notte di pioggia presso l’idroscalo di Ostia la notte tra l’ 1 e il 2 novembre del 1975 in un luogo degno delle sue poesie, dei suoi romanzi e dei suoi film.
L’unico colpevole è stato individuato in Pino Pelosi, –la Rana- un “ragazzo di vita”, che ha sempre detto che quella notte non era solo ma di non poter parlare perché temeva per la sua incolumità.
Pasolini sapeva che il suo modo di vivere lo esponeva a gravi pericoli e lo aveva anche detto ma gli stava bene così.
Voglio aggiungere un particolare, forse inedito, perché con Moravia ho collaborato quando era critico cinematografico per l’espresso nei primi anni ’80; lui stesso mi disse che lui e  Pasolini avevano acquistato una casa a Sabaudia per l’estate e che quasi ogni notte lui e la sua compagna, Dacia Maraini, lo sentivano tornare a tarda ora in compagnia di “amici” con cui passare la notte.
Insomma Pasolini sapeva che la sua vita da intellettuale maledetto era pericolosa ma nonostante questo era la sua vita e, potremmo dire, faceva parte della sua arte.
Delle sue opere ricordiamo i romanzi Ragazzi di vita (1955), Una vita violenta (1959), Alì dagli occhi azzurri (1965) e Petrolio (uscito postumo ed incompiuto nel 1992); per i film: Accattone (1961), Mamma Roma (1962), Ro.Go.Pa.G. nell’episodio La ricotta (1963), Il Vangelo Secondo Matteo (1964), Porcile (1969), Medea (1969), Il Decameron (1971) e Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).
Tra le poesie: Le ceneri di Gramsci (1957), L’usignolo della Chiesa Cattolica (1958), Transumanar e organizzar (1971).

L’omicidio di Pasolini ha sempre provocato grande clamore e tensioni; la magistratura ha archiviato definitivamente il caso  nel 2015 dopo aver riaperto le indagini nel 2009.
Ora il cugino del poeta, Guido Mazzon, ha spinto perché anche le istituzioni si occupino della cosa e così due deputati, Serena Pellegrino (Sel - Si) e Paolo Bolognesi (Pd) hanno ottenuto finalmente  una commissione di inchiesta parlamentare sulla vicenda.

Quella che segue è una intervista con Serena Pellegrino

Serena, perché una Commissione di inchiesta dopo 40 anni?
"Perché si tratta di un omicidio che presenta ancora molti lati oscuri".

In effetti Pino Pelosi ha sempre detto che quella notte c’erano altre persone insieme a lui sul luogo del delitto all’ Idroscalo di Ostia…
"Pelosi ha rilasciato molte e differenti versioni dei fatti e quindi non è più molto “credibile”.

Il romanzo postumo ed incompleto, “Petrolio”, uscito nel 1992 con tanto ritardo vi ha ispirato come plausibile movente dell’uccisione di Paolini?
"Sì.In Petrolio manca un capitolo importante il N. 21, “Lampi sull’ Eni” che poteva spiegare come sono andate veramente le cose".

Pensate a intrecci con affari legati al mondo del petrolio? Quindi un caso tipo quello di Enrico Mattei, il fondatore dell’ Eni? In effetti nel N.22 Pasolini lo ritiene un capitolo già scritto e che parla anche di  Eugenio Cefis e del suo periodo partigiano…
"Esattamente.Potrebbero esserci intrecci di questo tipo".

La Commissione parlamentare ha i poteri della magistratura. Quindi si tratta di un evento rilevante per questo insolubile caso…
"Tramite questi poteri speriamo di far emergere nuovi elementi finora non considerati".

Ma tecnicamente cosa può succedere dopo le conclusioni dei lavori della Commissione?
"Potrebbe anche riaprirsi il processo perché l’omicidio non è un reato che cade in prescrizione".

Mi pare che anche Veltroni avesse proposto una Commissione di indagine parlamentare…
"Sì la propose ma la cosa non si fece perché esattamente il girono dopo il Gip riaprì il processo".

Il fatto che avete richiesto una Commissione di inchiesta monocamerale e non bicamerale ha una sua logica?
"Certo. La monocamerale ha tempi molto più brevi;ieri la proposta di legge è stata, come si suol dire, “incardinata” e se riusciamo a farla calendizzare a luglio poi a settembre- ottobre i lavori possono cominciare".

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