La leva obbligatoria. Un’esperienza unica per figli e genitori
Il valore della disciplina e delle regole nel servizio militare e civile
Il progetto del Ministro dell’Interno Matteo Salvini di rimettere un periodo di leva obbligatoria, di servizio militare o di servizio civile, è un qualcosa che riprende un passato recente che ha aiutato molti giovani di allora, senior di adesso, a crescere, a formarsi, a confrontarsi con gli altri.
Certo oggi i giovani viaggiano molto di più di allora e quindi sul versante del conoscenza di nuovi luoghi proprio non hanno nulla da imparare.
A molti ragazzi degli anni 50/60 il solo pensiero di prendere il treno per andare a ‘fare’ la leva al nord (per i giovani del sud), e al sud (per quelli del nord) spaventava un poco ma al tempo stesso riempiva di curiosità.
Quanti siciliani venivano catapultati nelle caserme di Gorizia, a Tarvisio, in posti che forse avevano visto velocemente solo in televisione. E quanti bergamaschi ‘polentoni’ si ritrovavano in Sardegna, non sulle spiagge di Villasimius, ma nelle caserme di Oristano e Sassari.
La leva obbligatoria in Italia. Un'esperienza da ricordare
Era l’occasione di vedere nuove realtà dell’Italia, di confrontarsi con gente di altre regioni e di altri costumi, insomma era anche questo un modo di crescere.
Senza contare l’apprendimento del concetto della disciplina, del farsi il letto a regola d’arte, il famoso ( per quelli che la leva l’hanno fatta) ’cubo’, dell’avere la divisa a posto e le scarpe sempre lucide, pena la perdita del diritto alla libera uscita. Certo perché le regole del rispetto, dell’educazione, della disciplina e del dovere erano regole con le quali non si poteva scherzare. Chi sbagliava veniva regolarmente punito.
Ma quando tutto era a posto la libera uscita guadagnata ,facendo il proprio dovere, era una meraviglia.
Tutti fuori in compagnia a scoprire piccoli ristoranti a buon prezzo, a corteggiare, il più delle volte senza successo, le ragazze del posto, a provare per la prima volta (magari), il brivido di un ‘amore a pagamento’, piccoli grandi ricordi che tanti non hanno mai dimenticato.
La leva obbligatoria in Italia. I giovani di oggi gestiti dai social
Ora invece i giovani , nelle mani dei social o dei loro iPhone 5,7,10, con possibilità di fotografare anche il proprio intestino, non possono avere questa opportunità di crescita.
Certo, ha ragione il Ministro della Difesa quando dice che servono militari professionisti, ma servono pure giovani che grazie ad un anno di leva militare o servizio civile, possano provare , osservare, confrontarsi con qualcosa di diverso dall’influsso di internet.
Possano vedere la vita reale senza passare la giornata correndo da un locale all’altro alla ricerca della password per internet. O perdendo intere giornate con gli occhi attaccati a un milione di video di you tube o scrivendo a ripetizione ‘ inutili pirlate’ sui FB.
Basta guardarsi attorno, a casa, al ristorante, in piscina in auto e ci si rende conto che i giovani di oggi in particolare, ed anche in parte i loro genitori, sono nati con un prolungamento della mano destra atta a contenere un cellulare di ultima generazione.
Sanno tutto ma non provano nulla. Pure del sesso sono esperti, poi quando si tratta di passare dal virtuale al reale nascono i problemi che molte volte nemmeno gli psicologi risolvono.
Ed allora ben venga un anno di servizio di leva, a fare i campi estivi, ad imparare la disciplina, a provare l’ebrezza di sparare in un poligono, a mangiare quello che una volta era il rancio, lontano da mamma e papà.
Oppure in un servizio civile ad aiutare anziani, giovani meno fortunati, disabili in un’esperienza di vita formativa, unica ed indimenticabile. Sicuramente un anno non buttato via.,
Un’esperienza per i figli e pure per i genitori.