Cronache
Lapo Elkann e il finto sequestro: "Rischia due anni. Io lo difenderei così"
Caso Lapo Elkann, il parere dell'avvocato Daniele Bocciolini ad Affaritaliani.it: "Lo difenderei con la teoria del reato impossibile"
Avvocato, il caso di Lapo Elkann ha fatto molto discutere. Quale reato ha commesso inscenando il finto sequestro? E cosa rischia?
Anzitutto, va detto che, essendo stato commesso il fatto a New York e non in Italia, si applica il Codice Penale dello Stato di New York e non il nostro. A Lapo è stato contestato il reato di “falsa denuncia”. La pena prevista, in caso di condanna, è normalmente al massimo di un anno, ma essendo stato simulato un reato considerato grave (un cd. “felony”) ovvero il sequestro di persona, la pena può arrivare fino a due anni di reclusione. Il corrispondente reato nel nostro ordinamento è previsto dall’art. 367 c.p. che punisce con la reclusione da uno a tre anni chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all'Autorità giudiziaria o ad un'altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, afferma falsamente essere avvenuto un reato, ovvero simula le tracce di un reato, in modo che si possa iniziare un procedimento penale per accertarlo. Lapo dovrà comparire davanti ai giudici americani all’udienza fissata il 25 gennaio, una sorta di nostra “udienza preliminare” nella quale verra' stabilito se il crimine sussiste e se ci sono prove o argomentazioni sufficienti per portare l’imputato davanti a una giuria. La vicenda potrebbe chiudersi con un “plea bargaining” l’equivalente del nostro patteggiamento, istituto con il quale al Tribunale di New York si chiude oltre l’80% della cause penali. In questo modo potrebbe cavarsela con il pagamento di una ammenda".
Lei che idea si è fatto?
"A mio parere, sotto il profilo strettamente tecnico non sussistono i presupposti per giungere a una sentenza di colpevolezza. Lapo, infatti, non si è rivolto direttamente alle Forze dell’Ordine, ma ai suoi familiari per chiedere aiuto, seppure simulando un sequestro. Occorrerebbe accertare altresì in quale stato psicofisico si trovasse al momento dei fatti. Se dovessi difenderlo sosterrei la teoria del cd. "reato impossibile" essendo la condotta posta in essere inidonea ad offendere il bene giuridico tutelato, ovvero l’amministrazione della giustizia. Difatti, la simulazione del sequestro da parte della escort con la richiesta di una somma così esigua, considerata l'appartenenza di Lapo ad una famiglia importante come gli Agnelli , appariva sin da subito poco credibile. Lapo va, quindi, aiutato ma non condannato, neppure dai media che sono arrivati ad infliggergli la pena più alta, mettendolo sulla croce del pregiudizio, arrivando a scandagliare tutte le sue abitudini di vita, perfino quelle sessuali".