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Cronache
Lara Comi (Forza Italia) vittima di uno stalker

Invettive e minacce ne aveva ricevute parecchie, soprattutto per le sue battaglie politiche, ora però Lara Comi ha deciso di reagire e denunciare lo stalker che la ossessiona da mesi. «Non ce l'ho fatta più. All'inizio gli ho detto di smetterla ma non c'è stato verso: chiamate, sms continui e a qualsiasi ora. S'è pure presentato a casa mia», racconta al Giornale l'europarlamentare forzista esasperata. Telefonate, pedinamenti, continui messaggini al cellulare: anche 12 al giorno.

In principio aveva provato a ignorare, ma lo scorso gennaio ha presentato denuncia provando, sulla propria pelle, cosa significhi avere a che fare con la giustizia italiana, pure se si è un volto noto. L'ordinanza del tribunale di Busto Arsizio che intima allo stalker invaghito di stare alla larga è arrivata soltanto martedì. Dopo tanto tempo un sollievo per la Comi che, però, ammette: «No, non è sparito, ahimè. Continua a scrivermi anche se ho bloccato il suo numero». Se dovesse avvicinarsi ora l’uomo rischierebbe l'arresto ma «mi ha detto che è pure disposto al carcere per me. Un inferno. Sono esasperata e confesso che ho paura. Paura perché mi verrebbe da reagire in maniera violenta; ma anche perché non si può mai sapere come possa comportarsi lo stalker denunciato».

Lo stalker è stato pure ascoltato dalla Procura e inizialmente aveva promesso che avrebbe posto fine alle molestie. Ma i timori per la Comi non sono finiti, nonostante l'europarlamentare abbia da tempo la scorta: non per le ultime minacce dell’uomo ma per le sue battaglie politiche: la lotta per sgomberare alcuni centri sociali in Brianza e la tutela dei diritti dei frontalieri che abitano in Italia e lavorano in Svizzera. Scelte che le hanno comportato minacce di morte e pacchi di lettere ingiuriose. La volante appresso però non frena le molestie dello stalker.

Lara Comi parla però anche dell’aspetto psicologico che questa minaccia comporta: «La notizia dello stalker è uscita per caso. Inizialmente ero omertosa, non volevo dire nulla a nessuno. Ma adesso ho deciso di parlare. Bisogna dire, raccontare, parlare, denunciare. Non lo faccio soltanto per me stessa ma soprattutto per le tante altre donne nella mia stessa condizione. Ora voglio battermi per loro e perché le cose cambino».

Per Lara Comi, che di recente è stata al centro di una polemica per avere assunto sua madre, ci sono molte cose che devono cambiare. «Innanzitutto i magistrati. Serve maggiore sensibilità da parte loro perché le donne, in questi casi, spesso cercano di nascondere quello che sta loro accadendo. Per una sorta di vergogna. E quando una donna si decide a denunciare spesso è all'apice; al limite della sopportazione». E poi «occorre che le ordinanze che impediscano a una persona di avvicinarne un'altra non abbiano valore soltanto in Italia ma su tutto il territorio europeo».

La deputata europea ha ricevuto molti attestati di solidarietà proprio sui social che spesso sono veicolo di insulti. Per questo ha deciso di approfittare dello spazio virtuale per dare voce a chi, come lei, si sente minacciata. «Voglio creare un blog dove le donne vittime di stalking possano confidarsi, confrontarsi, sostenersi. E trovare così la forza di accendere un faro su quello che spesso, quasi inspiegabilmente, si vuole tenere nell'ombra. Lo chiamerò La forza delle donne, come la canzone di Gigi D'Alessio».

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lara comi stalker
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