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Cronache
Le violenze di Harvey Weinstein: l’ambizione rallenta la memoria delle dive

Violenza è violenza, molestie sono molestie, senza se e senza ma e le colpe devono essere pagate anche dopo vent'anni.

Questa la premessa dello scandalo fatto emergere dal New York Times dove, sul banco dell'imputato siede il grande e potente produttore della Miramax, licenziato in tronco, Harvey Weinstein, e su quello delle vittime una lunga serie di attrici famose e pluripremiate, da Asia Argento, a Gwyneth Paltrow, ad Angelina Jolie, per finire anche con qualche sconosciuta.

 

LE MOLESTIE SESSUALI DI HARVEY WEINSTEIN: ASIA ARGENTO UNA SPROVVEDUTA?

 

Le considerazioni su questi brutti fatti, quando si muovono un po' fuori dal coro della condanna unanime ad un comportamento 'schifoso', sono molto delicate e necessitano di particolare attenzione. Proviamo a farle con il dovuto rispetto a chi le ha subite e senza voler essere fraintesi.

La nostra brava Asia Argento ha ricordato questa violenza dopo circa vent'anni, un episodio accaduto nel 1997 e replicato nel corso di circa 5 anni durante i quali la giovane donna, nel frattempo, veniva lanciata dalla casa del produttore nello spazio cinematografico mondiale.

Eppure non era certo una sprovveduta e figlia di nessuno, Dario Argento era un'icona mondiale del film horror. Lontana l'idea di difendere un 'porcello di testa e di fisico' come l'imputato ma, vivaddio, l'idea della vergine sacrificale è obiettivamente difficile da pensare e da far passare.

 

LE MOLESTIE SESSUALI DI HARVEY WEINSTEIN: LA MEMORIA RITROVATA DELLE DIVE


E l'altra grande attrice, Gwyneth Paltrow (all'epoca fidanzata con Brad Pitt) anche lei molestata da Weinstein e costretta a chiudere gli occhi solo per aprirli in un secondo tempo per ricevere l'Oscar, frutto di bravura sicuramente, ma magari di qualche 'sostegno' esterno importante.

Altra musica con Angelina Jolie che invece, trovatasi nella medesima situazione (subendo attenzioni moleste sempre dall'uomo della Miramax) decise di non lavorare mai più con quel produttore ed anzi cercò di informare il più possibile le colleghe del rischio che avrebbero potuto correre.

Lunga è la fila delle molestate da Harvey Weistein, alcune assolutamente sconosciute proprio perché non accettando compromessi si preclusero qualsiasi possibilità di carriera nel cinema.

Brutta storia, 'una storia di disgusto' come detto da Barack e Michelle Obama ma con qualche sfumatura di grigio. Giusto essere disgustate, sentirsi offese nel corpo e nell'anima, giusto dare addosso al colpevole, ma senza dimenticare che il cervello di ognuno può aiutarci a scegliere la strada migliore o il compromesso migliore.

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harvey weinsteinviolenze sessuali harvey weinstein
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