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Cronache
Londra, l'aeroporto di Gatwick riapre ma con un numero limitato di voli

L'aeroporto di Gatwick, a Londra, rimasto chiuso per oltre una giornata per la presenza di droni nella zona di atterraggio, è stato riaperto e la pista di atterraggio e decollo è attualmente disponibile. Alcuni voli sono in partenza e in arrivo, ma rimane ancora l'allerta tanto che l'aeroporto consiglia ai passeggeri di verificare lo stato del proprio volo con le compagnie aeree prima di partire, anche perchè sono prevedibili numerosi ritardi e cancellazioni. Si prevedono circa 700 decolli, ma tutto comunque dipende dall'eventuale riapparizione dei droni. E ancora rimane un mistero chi fosse l'operatore da remoto dell'apparecchio.

"La pista Gatwick è attualmente utilizzabile ed è previsto il decollo e l'atterraggio di un numero limitato di voli", hanno fatto sapere le autorità aeroportuali. L'aeroporto è stato chiuso mercoledì sera, intorno alle 22:00, dopo che erano stati avvistati due droni sopra la pista di atterraggio. Lo scalo ha riaperto brevemente durante la notte ma poi giovedì è rimasto chiuso per l'intera giornata, mentre i droni continuavano a riapparire, in una sorta di gioco di gatto e topo. Più di 120mila le persone sono rimaste intrappolate nella bizzarra situazione mentre i droni venivano avvistati una cinquantina di volte. Ad aiutare la polizia, che ha comunque parlato di "atto deliberato" per seminare il caos, è stata chiamato addirittura l'esercito; e la polizia ha anche valutato di abbattere il o i droni.

Ora droni non se ne vedono più da ieri sera. Ma è ancora buio pesto su chi fosse l'operatore remoto che gestiva l'apparecchio (o gli apparecchi). Secondo il Telegraph si è trattato di "guerriglieri ecologisti". Chiunque sia rischia fino a cinque anni di carcere: la legge che regola l'uso dei droni è stata rafforzata proprio quest'anno nel Regno Unito e ne ha vietato l'uso entro un chilometro da un aeroporto e ad altitudini superiori ai 122 metri. Quanto ai malcapitati, al danno si aggiunge la beffa: l'Autorità per l'aviazione civile ha informato che le compagnie aeree non sono obbligate a pagare una compensazione a coloro che sono stati colpiti da ritardi e annullamenti perchè si tratta di "una circostanza straordinaria".

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