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Cronache
Macerata/ Pamela, la droga e le manifestazioni: perché è stato cacciato Vuono

Dubbi sul cambio di questore a Macerata. La Polizia parla di "normale avvicendamento" ma Vuono era nelle Marche solamente da tre mesi. E fonti parlano di un necessario "cambio di passo". Ecco perché.

Macerata, via il questore: la polizia parla di "normale avvicendamento"

Il cambio al vertice della Questura di Macerata rientra in "una normale attivita' di avvicendamento di incarichi". A precisarlo sono fonti della polizia, ricordando che il passaggio di testimone, "operativo da subito", e' tra Vincenzo Vuono, che rientra al Dipartimento di pubblica sicurezza con l'incarico di studio, ricerca e analisi, e Antonio Pignataro, che arriva nella cittadina marchigiana lasciando l'incarico di direttore del servizio II della Direzione centrale servizio antidroga. Tra le altre nomine, quella del prefetto Mario Papa che, dalla Direzione centrale delle risorse umane del Dipartimento di Pubblica sicurezza, assume l'incarico di commissario straordinario del governo per la gestione del fenomeno delle persone scomparse. Il suo posto alla Direzione centrale delle risorse umane sara' assunto da Giuseppe Scandone, che lascia invece l'incarico di direttore della Scuola superiore di Polizia. Annamaria Di Paolo viene nominata reggente della Scuola superiore di Polizia e lascia l'incarico di direttore dell'Ufficio relazioni esterne e cerimoniale.

Macerata, cosa c'è dietro il cambio di questore. "C'era bisogno di un cambio di passo"

Ma la realtà dietro il cambio alla questura di Macerata sembra essere un'altra. "C'era bisogno di un cambio di passo" spiegano fonti qualificate della Polizia. Aggiungendo che Franco Gabrielli la decisione non arriva nelle ultime: già venerdi' scorso il capo della Polizia aveva mandato a Macerata il direttore dell'ordine pubblico del Dipartimento, Massimiliano Zanni, per 'mediare' nell'incontro con i comitati promotori della manifestazione e partecipare al tavolo tecnico che ha messo a punto il dispositivo di sicurezza. E sabato, sempre su decisione di Gabrielli, la gestione della piazza, della disposizione delle forze di polizia in strada e delle eventuali criticita', e' stata affidata ad altri due funzionari di Polizia, uno arrivato da Roma e uno da Firenze. Due mosse che lasciavano gia' presagire quel "cambio di passo" che si e' poi concretizzato. A Vuono non sarebbe contestata nessuna decisione 'tecnica' in particolare.

Macerata, tutte le responsabilità di Vuono

A Vuono sarebbe imputata una gestione non all'altezza della situazione. In particolare, gli si imputerebbe il fatto che la polizia sarebbe rimasta fuori dalle indagini sulla morte di Pamela. Ma soprattutto l'impressione che non avesse compreso a dovere la dimensione del fenomeno dello spaccio di droga a Macerata. Insomma, una sorta di errata stima e mancata valutazione a 360 gradi della città in cui era arrivato a operare. Ma l'ultima goccia sarebbe stata l'incauta gestione sulla manifestazione di Forza nuova di giovedì 8 febbraio.

Macerata, questore rimosso per aver dato il via libera alla manifestazione antifascista?

Le motivazioni vanno ricercate in un'accezione piu' ampia della gestione dell'intera vicenda. Sostanzialmente secondo il capo della Polizia serve una figura più adatta a fronteggiare la situazione venutasi a creare a Macerata. E Antonio Pignataro, finora impegnato nella Direzione centrale per i servizi Antidroga sembra essere il profilo giusto visto che proprio lo spaccio di stupefacenti è stato il detonatore di tutti i guai della città marchigiana. Ma secondo altre voci il questore Vuono pagherebbe la leggerezza con cui ha dato il via libera alla manifestazione antifascista di sabato scorso che ha portato agli scontri con la polizia.

Arrigoni (Lega), Vuono trattato come capro espiatorio

"Il trasferimento del Questore di Macerata Vincenzo Vuono mi lascia molto perplesso. Non conosco le motivazioni ufficiali, ma ritengo sia stata una decisione del Governo finalizzata solo alla ricerca di un capro espiatorio da dare in pasto ai maceratesi e ai marchigiani in campagna elettorale". Cosi' il senatore Paolo Arrigoni, Commissario della Lega nelle Marche. "Non si puo' rimuovere un Questore a soli tre mesi dal suo insediamento - afferma Arrigoni - ritenendolo responsabile di vicende che rimandano invece alla sbagliata gestione dell'immigrazione sul territorio da parte del Governo. Ho letto che le forze di polizia parlano in una dichiarazione della necessita' di un cambio di passo: non credo questo cambio si possa realizzare - aggiunge il Commissario regionale leghista - dando all'opinione pubblica un agnello sacrificale per fini diversi da quelli ufficiali". Per Arrigoni quello che e' accaduto a Macerata "e' legato alla gestione degli immigrati irregolari sia nelle Marche che in tutta Italia, e in particolare dei nigeriani che - afferma - rappresentano la quota maggioritaria degli stranieri presenti nel nostro Paese. Di questi - sostiene l'esponente leghista citando i dati del ministero dell'Interno - 18.153 sono irregolari. Nel 2017 i nigeriani che hanno fatto richiesta d'asilo sono stati 6 mila in piu': dobbiamo fermare questo flusso, con metodi legali ma anche con rigore". Il Commissario della Lega segnala che al 31 ottobre 2017, sempre secondo dati del Ministero dell'Interno, "nelle Marche sono stati rintracciati 279 stranieri irregolari, ma solo 72, cioe' il 26% hanno ottemperato all'obbligo delle questure di lasciare il Paese" per cui "ne mancano 207".

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