Maila Andreotti, "Il c.t. Salvoldi se ero svestita entrava lo stesso"
Maila Andreotti, ex ciclista di punta della nazionale italiana, ha deciso di rompere il silenzio su alcuni fatti spiacevoli. Lo ha fatto rilasciando un intervista al Corriere della Sera e raccontando la sua pessima esperienza. Parlando dell’atmosfera tossica che si respira in ambito nazionale la Andreotti spiega: “Ebbi la sensazione che Savoldi – C.t della nazionale ciclista femminile - trattasse le ragazze in modo diverso” -parlando di quando l’ha conosciuto nel 2012. “Il marcio l’ho visto la prima volta che ho incontrato un certo massaggiatore”.
In quel periodo la Andreotti era in under 16 e riceveva domande strane dal massaggiatore, il quale usava espressioni spinte, la guardava mentre si spogliava e le massaggiava solo il sedere. Infastidita da quell’atteggiamento ha chiesto che le fosse assegnato un altro massaggiatore, ma non è stata accontentata. Dopo la trasferta infatti le è stato spiegato come funzionava l’ambiente in nazionale: “Mi è stato fatto sapere che avrei dovuto farmi andar bene anche le cose che non andavano; sono stata lasciata a casa per due anni. Non si tratta di costrizioni. Sono molestie psicologiche, ti mettevano in condizione di annullare te stessa”.
Quanto al c.t. Savoldi, Maila spiega che chiedeva alle ragazze di lasciare la porta della camera aperta: “lui entrava, in qualsiasi momento, che tu fossi vestita o no”. Per quanto riguarda le accuse di molestie, Maila chiarisce: “Non sono mai stata molestata”. Quindi aggiunge: “Le ragazze che hanno avuto rapporti con lui erano tutte consenzienti”.
Carfagna: subito un codice che garantisca atlete
"Le storie di molestie fisiche e psicologiche che sono state coraggiosamente rivelate da Maila Andreotti sono insopportabili e non possono essere sottovalutate. Per troppo tempo le segnalazioni delle atlete sono state ignorate, come ci dicono le denunce delle ragazze dell’equitazione e della pallavolo raccolte dai giornali nelle ultime settimane. E’ tempo che il Coni apra un’indagine rapida e a largo raggio e che si imponga all’associazionismo sportivo, alle grandi società e alle federazioni un codice etico stringente e invalicabile". Così Mara Carfagna, vice Presidente della Camera e deputata di Forza Italia, in una nota. "Questa Carta - spiega - deve essere sottoscritta da chiunque lavori a contatto con le atlete di ogni età, e accompagnata da un sistema sanzionatorio, un 'daspo' che allontani dai campi sportivi e dagli spogliatoi chiunque approfitti della sua posizione e autorità a danno di ragazze e donne".
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