Maltrattamenti sui disabili: a processo in 15. Chiesti risarcimenti pesanti
Maltrattamenti sui disabili nella struttura dei Padri Trinitari di Venosa: in 15 a processo. Le famiglie vogliono essere risarcite
Le telecamere in alcuni luoghi sensibili come asili e case di cura servono perché, quando sono costretti a piazzarle i carabinieri dei nas, qualcosa di molto grave è già accaduto. Nella struttura dei Padri Trinitari di Venosa, piovono accuse pesanti: calci, pugni e trascinamenti a terra per i disabili che erano ospiti. Qualcuno sostiene che ci siano già state delle segnalazioni senza che nessuno muovesse un dito per verificare. Maltrattamenti, falsità ideologica e omissione d’atti d’ufficio: con queste accuse finiscono nella bufera giudiziaria i vertici e alcuni dipendenti della struttura dei padri Trinitari a Venosa.
In quindici a processo, anche lo storico direttore Angelo Cipollone, l’ex direttore sanitario Michele Germano e perfino un medico, Francesco Mango. Tutti dovranno difendersi nel processo da accuse infamanti. L’udienza si terrà il 10 settembre 2019, alle 9,30 (è stata fissata dal gup Rosa Maria Verrastro, durante l’udienza preliminare del 2 aprile). Le immagini e le accuse per l’istituto medico psico-socio-pedagogico «Ada Ceschin Pilone» dei Padri Trinitari sono pesantissime.
I vertici, secondo il giudice, non hanno vigilato: “I pazienti della struttura, affetti da gravissime disabilità mentali affidati alla loro vigilanza e cura anche di tipo riabilitativo ma, di contro, costretti a vivere in una condizione di forzata chiusura in loro stessi, nonché in preda a condotte stereotipate ( per taluni, rectius, masturbazione, spinning) ed apatiche ( per talaltri), per quasi tutto l’arco della giornata sia nella “sala giochi e rotazione” che nella prospiciente “area corridoio”, allorquando quotidianamente venivano lasciati in balia di un servizio di mera guardiania svolta da cosiddetti assistenti disabili e da taluni educatori, alcuni dei quali privi sia di qualsiasi specifica competenza che adeguata formazione sanitaria.
Omettendo di ispezionare e visitare la riferita struttura, di vigilare sulle relative condizioni di degenza e di assistenza, quindi costringendoli, per l’effetto, ad un inaccettabile e penoso sistema di vita quotidiano caratterizzato da un generale clima di sopraffazione e violenza nei loro confronti, nonché da una deliberata indifferenza e trascuratezza rispetto ai loro elementari bisogni esistenziali, affettivi e riabilitativi”.
L’altro capitolo è quello delle qualifiche professionali dei dipendenti finiti nei guai, quasi sempre inesistenti: persone sbagliate al posto sbagliato, secondo l’accusa. Adesso i genitori vogliono giustizia e vogliono essere risarciti: alcuni di loro si sono rivolti ad avvocati specializzati in questo campo. La costituzione di parte civile nel processo penale per la richiesta dei danni era inevitabile.
Numerose le omissioni e le punizioni inflitte ai poveri ragazzi, strattonamenti e spintoni che non facevano altro che segnare malamente gli ospiti della struttura che avrebbero dovuto trovare una casa materna in quella che, invece, si trasformava in una casa degli orrori.
All’udienza preliminare il Giudice Dottoressa Verrasto ha ammesso le costituzioni di parte civile depositate per conto di alcuni dei malcapitati ragazzi e delle rispettive famiglie presentate dagli Avvocati Greco Maria del Foro di Lecce, Maurizio Altomare del Foro di Bari e Antonio Depalo del Foro di Matera ed ha accolto al richiesta di chiamata in causa del terzo, tenuto a garantire civilisticamente le parti offese, formulata dall’Avvocata Maria Greco. L’udienza si è aggiornata al prossimo 20.09.2019, data in cui dovrebbero costituirsi quindi i responsabili civili Provincia Navatività della Beata Vergine Ordine Santa Trinità di Napoli, nonché l’Istituto medico Psico Socio Pedagogico “Ada Ceschin Pilone” dei Padri Trinitari sito in Venosa. La ferita, anche dal punto di vista dell’immagine, è dolorosissima per un’intera comunità, perché ripugna alla coscienza collettiva l’oltraggio a chi non si può difendere e l’abbandono dei più deboli proprio in un posto nato per proteggerli, curarli e migliorare la loro qualità di vita.
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