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Cronache
Manchester, un altro fermo. I viaggi del kamikaze. Distensione tra May e Trump

Manchester: oggi un nuovo fermo e diverse perquisizioni

Un nuovo fermo e' stato effettuato nel quartiere a Manchester nell'ambito dell'inchiesta sull'attentato in cui sono morte 22 persone. Il fermo e' avvenuto nel quartiere Moss Side. "Questa mattina - riferisce un tweet della polizia di Manchester - abbiamo effettuato diverse perquisizioni nell'area di St Helens di Merseyside. Fino a questo momento le persone fermate sono state dieci, delle quali un uomo e una dona sono state rilasciate. Otto restano in carcere, trattenute per gli interrogatori".

il kamikaze passo' anche dall'aeroporto di Istanbul

Salman Abedi, il kamikaze di Manchester, transito' per l'aeroporto Ataturk di Istanbul nel corso dei suoi spostamenti. Le autorita' turche non hanno pero' precisato ne' la data ne' la provenienza o la destinazione del volo. Lo scalo turco e' uno dei pochi che riceve voli diretti dalla Libia. La polizia tedesca aveva in precedenza segnalato la presenza di Abedi all'aeroporto di Dusseldorf. Secondo Scotland Yard il kamikaze era su un volo tra la citta' tedesca e Manchester quattro giorni prima del tragico attentato all'arena della citta' britannica.

Manchester: May furiosa, Trump promette chiarezza

Theresa May furiosa, Donald Trump nei panni per lui insoliti di chi deve assicurare che una giustificazione verra' trovata. L'attentato di Manchester ha raggiunto un obiettivo inimmaginabile: aprire una crepa nella soliderieta' atlantica tra Londra e Washington tra due leader che fino ad oggi erano andati perfettamente d'accordo. Lo scontro va in scena a Bruxelles, durante il vertice Nato, ma il profondo malumore degli inglesi per la facilita' con cui i servi americani hanno rivelato dettagli sui fatti di Manchester, da tenere segreti per il bene delle indagini, era palpabile da almeno 48 ore. I britannici non nascondono la rabbia, annunciano la sospensione della collaborazione e dello scambio di notizie riservate. Capita nel momento meno opportuno, cioe' quando gli Usa cercano di mettersi alla testa di una coalizione internazionale contro l'Isis, cui la Nato stessa dovrebbe essere parte. Ma oggi non hanno tutte le carte in mano. La Nato dice si' ma senza combatere, ed il Presidente americano chiede, lui, un minuto di silenzio ai leader dell'Alleanza Atlantica in memoria delle vittime dell'attacco in Gran Bretagna, ma poi deve promettere di punire i responsabili delle fughe di notizie. Nelle sue stesse parole: sono cose "molto preoccupanti" su cui fare chiarezza. La promessa equivale piu' o meno a quella di punire i responsabili. Anche perche' "non c'e' nessuna relazione cui teniamo di piu' che quella con la Gran Bretagna"; quindi "la mia amministrazione andra' completamente a fondo per chiarire questa storia".

Intanto in Gran Bretagna le indagini proseguono a ritmo serrato per individuare la rete di complici che ha aiutato Salman Abedi, il boia di Manchester. Nella prime ore del mattino sono stati arrestati altri due uomini, sospettati di legami con Abedi, portando il totale delle persone sotto custodia ad otto. Una donna arrestata ieri sera e' stata invece rilasciata nella notte. Dalla Germania giungono novita' sugli spostamenti di Abedi prima della sua missione suicida. Prima di arrivare a Manchester, il 18 maggio e' passato dalla citta tedesca di Duesseldorf, proveniente da Praga, dove era arrivato con un volo da Tripoli. Il suo nome, pare, non era su alcuna blacklist di sospetti terroristi per cui non e' mai stato fermato in alcun aeroporto. Legna per il fuoco delle forti polemiche per le enormi falle nel sistema di sicurezza britannico. Un parente di Abedi aveva avvertito all'inizio dell'anno l'MI5 (i servizi segreti interni) che Abedi era diventato pericoloso. Non solo. Il Daily Telegraph riferisce che Abedi era stato ripetutamente segnalato alle autorita' per le sue prese di posizione estremiste ma non e' mai stato fermato ne' interrogato dalla polizia. L'antiterrorismo britannica e' finita nel mirino proprio perche' malgrado le denuncie degli amici, secondo i quali Salman andava in giro sostenendo che per lui "essere un kamikaze era okay", non fece nulla. Fonti della polizia sostengono che ben in cinque distinte occasioni le autorita' erano state informate della pericolosita' di Salman nei cinque anni precedenti l'attentato di lunedi'. Il problema non sono solo le fughe di notizie via Washington.

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