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Cronache
Marche, rabbia sindaci per l'allerta gialla. La regione taglia sulla sicurezza

Marche, la rabbia dei sindaci: "Nessuno ci ha dato l'allerta"

Quello che doveva essere un'allerta gialla, annunciata dalla Protezione civile, giovediì pomeriggio si è trasformata in un nubifragio eccezionale che ha colpito prima l'alto Pesarese e, in particolare tutta l'area intorno al Monte Catria, e in serata Senigallia e i paesi dell'entroterra che vivono intorno ai fiumi Misa e Nevola. E le vittime sono di persone che abitavano in quella zona, 10 alla conta comunicata da Mario Draghi (ma all'appello mancano ancora 2 adulti e 2 bambini).

Così come i 50 feriti e i 100 sfollati vivevano tutti nei trenta chilometri che separano Barbara da Senigallia, dove il Misa sfocia nell'Adriatico. Oltre 2600 le richieste di soccorso al 112 provenienti dalle due province, quasi mille i vigili del fuoco. Hanno salvato tanta gente che aveva trovato rifugio persino in cima agli alberi.

Come atto dovuto si è mossa anche la procura di Ancona, che ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, ipotizzando i reati di inondazione colposa e omicidio colposo. Il sole in tutta l'area colpita dall'alluvione ha accompagnato venerdì la macchina dei soccorsi, ma per sabato è annunciato un nuovo peggioramento delle condizioni con un nuovo allerta meteo che, questa volta, riguarderà tutta la regione.

Quei fondi tagliati per il rischio idrogeologico

Ma intanto esplodono le polemiche. «Nessuno ci ha avvertito, non ci hanno detto che stava arrivando questa apocalisse. Era solo allerta giallo». Riporta alcune dichiarazioni il Messaggero: «Il problema - osserva Riccardo Pasqualini, il sindaco di Barbara, dove ci sono stati due morti - è che ormai questi allarmi hanno il classico effetto al lupo, al lupo, tornano ciclicamente, magari neppure piove». Secondo Maurizio Grecci, primo cittadino di Sassoferrato, le previsioni hanno drammaticamente sbagliato. Racconta il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti: «Da noi non era prevista neanche pioggia. Ho allertato i cittadini solo grazie al video che un privato cittadino mi ha inviato da un altro comune», conclude il quotidiano romano.

Secondo Repubblica "i danni nelle Marche sono stati causati dall’esondazione del Misa, per il quale le amministrazioni regionali, di tutti i colori politici, negli anni hanno fatto troppo poco. Progetti rimasti nel cassetto e soldi inutilizzati". Secondo Repubblica una soluzione possibile erano le due vasche di laminazione a mnonte di Senigallia di cui si parla da 30 anni. "Un anno fa a Senigallia i sindaci della zona si sono riuniti per fare pressioni sulla Regione. La giunta Acquaroli alla fine il cantiere lo ha aperto, ma solo nello scorso febbraio".

Sempre secondo Repubblica, "andando a scartabellare nei rendiconti degli ultimi anni dei fondi a disposizione del Commissario per il rischio idrogeologico (Contabilità speciale n°5621), si scopre che, oltre alle entrate dello Stato centrale, il governatore Ceriscioli aveva fatto accantonare 2 milioni di fondi regionali nel 2016, 900 mila euro nel 2017, 600 mila nel 2019. Con l’arrivo di Acquaroli - conclude Repubblica - i fondi regionali sono stati tagliati: zero nel 2020, zero nel 2021".

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